Sembra che il violino sia stato inventato in Italia all’inizio del XVI secolo, dapprima utilizzato come strumento per danza, poi entrato a far parte della musica “nobile”: presso le corti o nelle chiese. Da Niccolò Paganini ad Arcangelo Corelli, da Antonio Vivaldi a Uto Ughi, i più famosi violinisti sono senz’altro italiani.
Seduta nelle prime file dello Sferisterio di Macerata (un caloroso grazie a Best Eventi), in attesa dell’esibizione del trio capeggiato dal quarantenne David Garrett, il cui vero nome è David Christian Bongartz, penso alla natura umana, al marketing, alla inconsapevolezza o forse alla superficialità con cui talvolta si sfiorano le cose.
Il tedesco naturalizzato statunitense David Garrett ha iniziato a suonare il violino a 9 anni, raggiungendo la popolarità a 30 anni con l’album “Rock Symphonies”, in cui mescola rock e classica. Stasera in molti saranno delusi, si sentono gridare richieste come “Viva la vida!”; invece il repertorio odierno include Vivaldi (appunto), Mozart, Schubert, Bach, eccetera.
Unica digressione nei bis finali, quando suona la sua versione di “Bella ciao”, che per me è davvero rock. Chissà quanti spettatori conoscono Salvatore Accardo, mi chiedo, oppure Alessandro Quarta (che in contemporanea suona a Pescara), quasi coetaneo di Garrett, che vanta per esempio una collaborazione coi Santana, e che è stato definito nel 2013 dalla Cnn “musical genius”. Banalmente, nemo propheta in patria? Può essere. Robert De Niro ha detto: «Il talento é nelle scelte».
Per le prossime date di David Garrett in Italia resta solo Brescia il 25 luglio. Per Alessandro Quarta c’è la data di Orvieto: 8 settembre.