«Era una scena di guerra, evitammo che cadesse nel vuoto, un intervento complesso. Ricordo di aver detto a Sergio Gazzo, che si stava calando con le corde per raggiungerlo, che la salvezza di quell’uomo era nelle sue mani. Riuscimmo a salvarlo, sapemmo poi che aspettava un figlio».
Sono le parole di Maurizio Volpara, uno della squadra di Genova che salvò Gianluca Ardini, l’uomo rimasto appeso nel furgone a venticinque metri d’altezza. Uno dei 400 vigili del fuoco che, fin dalle primissime ore dopo il crollo del ponte Morandi, era lì sullo scenario apocalittico di una delle più grandi tragedie italiane.