Dieci case tipiche e cinque cantine del centro storico diventano un hotel speciale a Rocca Priora. Si chiama “albergo diffuso” ed è il modello di ospitalità su cui l’amministrazione comunale della cittadina più alta dei Castelli Romani ha deciso di puntare per un progetto di promozione turistica a misura del borgo montano. Un sogno che si è realizzato, perché è stato inaugurato il 17 settembre scorso, alle 17, nell’aula consiliare di Palazzo Savelli.
«Chi arriva in un albergo diffuso – dice la sindaca, Anna Gentili – entra in una storia, la nostra storia, quella di un borgo e delle sue radici. È un modo di attirare i turisti con un messaggio di autenticità, per poi accompagnarli alla scoperta del centro storico e di tutto quello che c’è oltre. Nella natura in cui siamo immersi, unito ad un vero viaggio enogastronomico. Svelando loro i beni storici materiali e di quelli immateriali, fatti di tradizioni che si perpetuano e di emozioni».
L’inaugurazione dell’albergo diffuso è stato l’evento centrale della tre giorni di appuntamenti “Il borgo in festa”, che si è svolta fino al 18 settembre in concomitanza con i Mondiali di equitazione ai Pratoni del Vivaro.
«Arriviamo puntuali a questo appuntamento internazionale con una proposta ricettiva accattivante – aggiunge la vicesindaca con delega all’ambiente e alla cultura, Carmen Zorani -. Abbiamo lavorato in maniera costruttiva intorno all’idea di eco-destinazione organizzata, competitiva e sostenibile, che ha le basi in un progetto ampio di marketing turistico da sviluppare tutt’intorno per attrarre il maggior numero possibile di visitatori».
«Un progetto – conclude Zorani – che declina una strategia di città in ambiente, cultura, paesaggio, storia e tradizioni, con al centro una comunità affettiva e solidale».
Il “modello Rocca Priora”
Il piano di rilancio turistico del borgo arriva dopo un’opera di riqualificazione del patrimonio architettonico: Palazzo Monsignor Giacci, che oggi ospita il Museo Benedetto Robazza, la biblioteca comunale Luigi Porcari e la scuola materna, la riapertura del teatro “Le Fontanacce”. È a questo punto che il Comune ha fatto scattare la seconda fase, partecipando al bando di cofinanziamento rivolto a Comuni della XI Comunità Montana del Lazio aderenti al Distretto di economia civile e sociale dei Castelli Romani e Prenestini. Così ha messo in campo il progetto “Beni comuni: un patrimonio di qualità sostenibile”.
Il lavoro di tessitura è iniziato con il censimento delle disponibilità di case nel centro storico attraverso la pubblicazione di una manifestazione d’interesse. Così si sono fatti avanti dieci proprietari di appartamenti e cinque di locali da adibire a rete delle botteghe più punto informativo e reception. Il Comune ha quindi provveduto alle verifiche di regolarità urbanistiche e catastali nonché delle condizioni di agibilità degli immobili selezionati. È stata poi una ditta specializzata nel settore ad occuparsi della progettazione operativa dell’albergo diffuso.