Un sindacalista di 37 anni, coordinatore dei SiCobas NovaraAdil, è morto questa mattina investito da un camion nel corso di una manifestazione dei lavoratori nell’area logistica di Biandrate, vicino Novara. Il mezzo pesante ha investito l’uomo durante una manovra e poi si sarebbe allontanato senza prestare soccorso, ma la dinamica esatta dell’accaduto è in corso di accertamento. Immediatamente dopo è stato soccorso dagli altri lavoratori presenti allo sciopero al magazzino della Lidl, che avevano organizzato un presidio nell’ambito dello sciopero generale della logistica, e dal 118 ma non c’è stato nulla da fare.
«Il camion ha forzato il presidio all’esterno del magazzino investendo i lavoratori, tra cui il coordinatore», scrivono i SiCobas sulla loro pagina Facebook. Immediate le reazioni dal mondo del lavoro e del sindacato.
«Ciò che è accaduto oggi è intollerabile. Alla famiglia del lavoratore colpito, agli affetti e agli amici le nostre sentite condoglianze. Il governo, il ministero dell’Interno e del Lavoro non possono assistere a questa esplosione di violenza che è un’escalation che di fatto non ha fine», ha commentato Antonio Chiodo, responsabile delle relazioni esterne e sindacali dell’Associazione generale delle cooperative italiane (Agci) della Lombardia.
E ha aggiunto: «Sia le cooperative, le imprese, che i lavoratori sono molto preoccupati del clima di tensioni e di violenza di questi giorni. È urgente che il governo assuma presto iniziative per ristabilire regole civili del confronto e del conflitto e evitare altri casi come quello di stamattina, della settimana scorsa a Lodi, le continue agitazioni effettuate in palese contrasto alle regole democratiche».
«Il settore della logistica – ha continuato Chiodo – sta vivendo un periodo di forte crisi, interessato da alcune indagini della magistratura su gravi evasioni fiscali e di diritti, e violenza. A partire dalla decisione della direzione della FedexTnt di non rispettare l’accordo sottoscritto solo un mese prima, decidendo la chiusura dell’impianto di Piacenza. Questo gesto va contro le relazioni sindacali e industriali, contro tutti i lavoratori e le famiglie coinvolte, incrina l’immagine della Prefettura e del governo, incapace o impotente nel far rispettare le intese che lo vedono coinvolto e interessato. Da quel grave fatto si è sviluppata una reazione a catena che sta coinvolgendo molti poli di logistica, anche laddove le relazioni con tutti sindacati hanno permesso di definire accordi per migliaia di lavoratori».
«Mi domando e chiedo perché questa escalation di violenza proprio ora – ha concluso Chiodo -, dopo che la logistica è stata riconosciuta come la catena di valore che ha dato garanzie a tutto il Paese durante il lockdown? I diritti dei lavoratori, la correttezza delle relazioni sindacali, i principi di legalità e democrazia caratterizzano quotidianamente la logistica sana. Chi ha interesse a deteriorare il clima e l’immagine di un intero settore vitale per il Paese?».