Quella dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli-Subiaco, nell’hinterland romano, è stata di recente una storia travagliata che ha preoccupato i cittadini e ha mobilitato un’importante associazione civica tra le più attive nel territorio. Cosa è accaduto? Alla fine dello scorso anno, l’8 dicembre 2023, un incendio è divampato nell’ospedale distruggendo alcuni reparti e procurando un serio danno al servizio sanitario territoriale, romano e laziale. Il fatto più angosciante è che ha anche causato la morte di quattro degenti anziani.
L’accaduto ha comportato il sequestro e la chiusura del nosocomio da parte della magistratura inquirente. E al contempo è stato approntato un piano di ristrutturazione dei reparti danneggiati per ripristinare le attività della struttura. Dopo il tragico evento si era ipotizzata una pronta riapertura a gennaio scorso, ma purtroppo i lavori di ristrutturazione hanno proceduto a rilento e sono ancora in corso. Associazioni e comitati civici hanno denunciato il fatto che preoccupa i cittadini dell’area, e non solo.
L’ospedale di Tivoli è un importante servizio sanitario per l’hinterland romano, serve un bacino di circa 300mila abitanti e la sua chiusura ha procurato, e a distanza di mesi ancora procura, un grave disservizio per la popolazione dell’area. Per questo l’associazione civica Cittadinanzattiva ha presentato alla Regione Lazio una petizione, sottoscritta da migliaia di cittadini dell’0area interessata, per la riapertura dell’ospedale di Tivoli.
Dopo l’incendio, la Procura tiburtina si è subito attivata per definire le possibili responsabilità. Le indagini si sono focalizzate sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti, sul funzionamento dell’impianto antincendio e sui sistemi di sicurezza. Infatti, le fiamme sono divampate dal retro della struttura, dove erano situati i rifiuti stoccati, per poi propagarsi nell’interrato fino a invadere il pronto soccorso. Nel fascicolo della magistratura relativo all’incendio si è proceduto per omicidio colposo e incendio colposo a carico di ignoti.
Parallelamente, la Asl Roma 5, da cui dipende la struttura ospedaliera, ha avviato un’indagine disciplinare interna per accertare se la ditta appaltatrice abbia ritirato i rifiuti, anche speciali, regolarmente e se lo abbia fatto nei giorni e nelle ore stabilite.
Nella conferenza stampa dello scorso 18 marzo Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, alla quale compete il governo di strutture e servizi sanitari, ha finalmente chiarito la situazione e illustrato un dettagliato cronoprogramma per la riapertura dell’ospedale. E ha precisato che se al termine delle indagini della magistratura sull’incendio al nosocomio ci fosse un rinvio a giudizio la Regione si costituirà parte civile.
Rocca ha annunciato che la data prevista dal cronoprogramma per la riapertura complessiva e definitiva è il 30 settembre 2024. Per raggiungere la meta finale si procederà, come il presidente ha precisato, per tappe intermedie di riaperture dei vari reparti.
A dimostrare l’importanza data alla riapertura del nosocomio tiburtino da parte della popolazione Cittadinanzattiva, storica associazione civica molto impegnata sulla sanità, così come su tutti gli ambiti dei servizi pubblici, con la sua struttura laziale recentemente ha presentato al presidente Rocca, al presidente del Consiglio regionale, Antonio Aurigemma, e ai consiglieri regionali della VII Commissione Salute della Regione Lazio una petizione popolare con 7.025 firme di cittadini per sollecitare la celere riapertura dell’ospedale di Tivoli.
«Queste firme – ha detto Elio Rosati, segretario di Cittadinanzattiva Lazio – sono la testimonianza della sensibilità della popolazione tiburtina e dei territori limitrofi che necessita di attenzione, cura e sostegno in un momento della storia sanitaria dove è ormai doveroso riconsegnare servizi sanitari e sociali adeguati alle sfide del futuro, coniugando innovazione tecnologica e prossimità di cure. Il risultato raggiunto è stato reso possibile dai referenti della sezione Tivoli-Subiaco di Cittadinanzattiva, coordinati da Angelo Mari».
Ogni mattina, da dicembre a febbraio scorsi, gli attivisti civici, riferisce Rosati, «si sono resi disponibili a raccogliere le firme, nel freddo tiburtino, e a recapitare i moduli per la raccolta delle firme ai Comuni della Valle dell’Aniene».
In conclusione, Rosati chiede alla Regione di porre «la massima attenzione sulle attività di ripresa dell’ospedale di Tivoli», assicurando che Cittadinanzattiva sarà aperta e disponibile «a ogni confronto con chiunque sul tema della sanità pubblica e sulle politiche pubbliche da rilanciare nel territorio della Asl Rm 5 senza approcci ideologici, ma in modo laico, concreto e fattivo».