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Butteri, quando talento e bellezza incrociano il “sacro fuoco” per l’arte

L’attore Francesco Butteri sta conquistando l’attenzione di tutti come protagonista di uno spot. Alle spalle, fiction e laboratori teatrali. «Ma non bisogna mai smettere di imparare»

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Sta conquistando tutti Francesco Butteri con la pubblicità di un famoso antinfiammatorio. In molti vedono in lui il nuovo Stefano Accorsi, che deve il suo incredibile successo allo spot di un gelato. Butteri ha già partecipato alla fiction “Non dirlo al mio Capo 2”, al film “Nato a Casal di Principe” e frequenta una famosa accademia cinematografica. Con lui si è congratulata persino una diva come Cate Blanchett. Inoltre, è stato anche tra i fortunati ritratti da Giovanni Gastel, il  noto fotografo di fama mondiale recentemente scomparso, nipote di un mito come Luchino Visconti. Ora qualcuno dice che Francesco abbia anche una liason con un’attrice d’Oltralpe. Lo abbiamo incontrato.

Butteri fotografato da Gastel

Il tuo primo incontro con la recitazione?
«Tutto parte da un’educazione volta a farmi amare intensamente il cinema, ma non solo… direi l’arte in generale! A ciò va aggiunta un’indole innata ed un fuoco sacro da parte mia verso tutto ciò. Queste mie caratteristiche, notate da molti addetti ai lavori, artisti stessi e non, hanno fatto crescere sempre più in me la consapevolezza che questo potesse diventare non solo un lavoro, ma un vero e proprio stile di vita e, piano piano, con i giusti incastri, tutto sta prendendo la dovuta piega. Il primo lavoro importante che ho fatto, dopo svariati laboratori teatrali ed un’Accademia (che ancora sto facendo), è stata la fiction “Non dirlo al Mio Capo 2” (andata in onda su Rai 1), sommata ad esperienze teatrali e spot pubblicitari».

Quanto è importante studiare per poter recitare?
«È fondamentale: l’attore deve necessariamente essere erudito. La memoria deve sempre essere perfetta per poter poi interpretare il personaggio per cui si è stati scelti. Fuori dal set bisogna leggere tanti libri, di tutti i generi; guardare tantissimi film (anche in altre lingue). Inoltre, la tecnica (quella insegnata dalle scuole) ha sempre il suo peso, ma il talento è innato e si coltiva soprattutto lavorando sul set».

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Quanto serve conoscere e avere cognizione di causa quando si parla di cinema, teatro e recitazione?
«Tanto, tanto, tanto… aiutami a dire tanto! E quando si è alle prime armi, occorre ascoltare i professionisti già affermati, carpirne i trucchi, fare domande e prenderne spunto. Anche se un vero artista deve necessariamente entrare nell’ottica che non finirà mai di imparare e conoscere (Laurence Olivier a 60 anni faceva laboratori teatrali), a mio avviso non c’è mai un punto di arrivo, ma sempre un punto di partenza. Anche una volta raggiunta l’affermazione, non bisogna perdere la sete di conoscenza… è quella che ti manterrà sempre in alto! E quindi, anche da adulti, vanno ascoltati i più esperti e navigati. La semplicità è la sofisticazione suprema!»

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?
«Ti racconto ben due aneddoti: il primo è stato l’incontro con Cate Blanchett durante il party di Pomellato durante la Milan Fashion Week. Lei è l’emblema della mia risposta precedente: un’attrice del suo calibro, vincitrice di due Premi Oscar, si è dimostrata di una semplicità, umiltà e disponibilità uniche verso le persone accorse a vederla quella sera; un vero insegnamento per tutti!»

«Il secondo riguarda i due red carpet alla Mostra del Cinema di Venezia: il primo nel settembre del 2019 (Venezia 76), dove ho assaggiato il connubio fotografi-fan che mi ha emozionato tantissimo, ma allo stesso tempo dato una carica pazzesca e con i piedi ben piantati a terra ti dico che quel giorno ho capito definitivamente cosa voglio fare nella mia vita. Il secondo red carpet quest’anno (Venezia 77) dove, ovviamente e giustamente, a causa della pandemia in corso, c’erano tante misure restrittive. L’atmosfera era meno magica del solito, ma è stato ugualmente importante esserci (oltretutto nella serata inaugurale). A entrambe le edizioni sono andato con colui che considero il mio talent scout: un giornalista ed autore televisivo di una cultura unica, che ha scoperto molti talenti in passato, anche se non si è mai vantato in giro di averlo fatto» (ndr.: Ivan Damiano Rota).

Se potessi incontrare un personaggio del passato, quale sceglieresti e dicosa parleresti?
Luchino Visconti: il più grande regista di tutti i tempi. Mi piacerebbe parlare con lui dei suoi film, anzi : dei suoi capolavori. E poi mi piacerebbe recitare in qualche suo film (penso a “Rocco e i suoi Fratelli” o “Il Gattopardo”). Diciamo che aver avuto il privilegio di fare un servizio fotografico con il nipote, Giovanni Gastel, mi rende orgoglioso, davvero tanto. Purtroppo Gastel è mancato pochi giorni orsono, ma averlo conosciuto è stato un regalo del cielo. Una persona unica, un genio».

Preferisci teatro, cinema o tv?
«Mi piacciono tutti e tre. Il teatro è la vita ed un vero attore deve misurarsi con esso. Il cinema e la TV portano tante altre cose belle. Quindi, che dire… mi sto preparando per fare tutto».

Cosa provi quando si accende la luce rossa e si sente “Ciak, si gira”? «Un’intensa emozione. Sono a mio agio, tranquillo e sereno. Per me la vita è un set e quindi è il mio habitat. Non mi vedrei a fare altro o a fare una vita cosiddetta “normale”. Il sacro fuoco va sempre tenuto acceso».

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Lisa Bernardini
Lisa Bernardinihttps://lisabernardini.it/
Toscana di nascita ma romana d’adozione; nasce nel 1970. Giornalista pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Presidente dell’Associazione Culturale “Occhio dell’Arte APS”, direttore artistico. Si occupa di organizzazione eventi, informazione, pubbliche relazioni e comunicazione. Segue professionalmente per lo più personaggi legati alla cultura, all'arte  e alla musica. Fine Art Photography. 
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