Richieste insistenti di denaro per non diffondere sui social immagini “particolari” tali da distruggere la reputazione, un incubo fatto di ricatti ed estorsioni, conosciuto come sextortion, si sta diffondendo rapidamente anche tra gli adolescenti. Sono molte le segnalazioni ricevute dalla polizia postale che interessano ragazzi per lo più tra i 15 e i 17 anni e anche più piccoli: vittime tanto fragili quanto inesperte. Per questo la polizia ha diffuso un decalogo con 11 consigli, rivolto ai giovani e ai loro genitori, per difendersi da questo nuovo e inquietante fenomeno delle estorsioni a sfondo sessuale.
Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a tenersi tutto per sé, a non confidarsi con nessuno, in particolare con i genitori. Per questo motivo il fenomeno è sottostimato, perché la denuncia impone ai ragazzi un disvelamento ai genitori, che a volte appare più doloroso delle minacce dell’estorsione.
Tutto inizia con tentativi di chiacchierata in chat da parte di profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti attraverso gli apprezzamenti e i like per le foto pubblicate. Successivamente si passa alla richiesta di immagini e video che con il tempo si fanno sempre più audaci e una volta ottenuti, comincia l’estorsione.
Richiesta di soldi, anche piccole somme, per fermare la pubblicazione di contenuti a sfondo sessuale sui social e sulle chat, comprese quelle di genitori, amici e parenti della vittima. Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a non confidarsi con nessuno, in particolare con i genitori e per questo motivo si pensa che il fenomeno possa essere sottostimato.
«I dati forniti dalla polizia postale – commenta a proposito della sextortion la presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala – ci mostrano come il problema dei reati a sfondo sessuale in Lombardia, a danno di adolescenti, sia drammaticamente in aumento Le vittime sono sempre più giovani e per lo più ragazze. Il problema ci riguarda tutti: famiglie, genitori, istituzioni, associazioni sportive, gestori di piattaforme social. Prevenire ed educare prima di tutto, perché un adolescente messo in guardia dai pericoli è più forte contro le insidie del web».
Per non cadere in trappola pubblichiamo alcuni consigli della Polizia postale.
Il decalogo della Polizia postale per i giovani contro la sextortion
– Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che hai disponibilità economica e si faranno più insistenti.
– Non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi.
– Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma fare gli screenshot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore.
– Fare una segnalazione a https://ift.tt/FfhwzGn per chiedere aiuto: da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi.
– Parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere d’aiuto per gestire la situazione.
– Chi ha più di 14 anni può sporgere una denuncia, anche in modo autonomo, in qualsiasi ufficio di Polizia.
I consigli della Polizia postale per i genitori
– Non bisogna giudicare irresponsabile il loro comportamento, ma valutare che la vergogna e il senso di panico che possono provare li mettono a rischio di compiere atti impulsivi.
– Ascoltare quanto i figli raccontano, acquisire con calma tutte le informazioni e rassicurarli che non sono i soli ad essere incappati in questo tipo di situazioni
– Procurarsi gli screenshot delle conversazioni con gli estorsori e recarsi quanto prima in un ufficio di Polizia per sporgere una denuncia: la tempestività in questi casi è fondamentale per risolvere al meglio le indagini.
– Non cancellare immagini, video e non chiudere i profili social prima di aver fornito queste informazioni alla Polizia
– Fare una segnalazione sul portale della Polizia postale e chiedere informazioni e supporto, se occorre.