È di qualche mese fa la notizia che alcune zone della costa orientale dell’Australia, dopo giorni di maltempo, sono state ricoperte da un ammasso di schiuma marina, un fenomeno molto suggestivo ma non raro. A gennaio, un fatto analogo veniva segnalato sulla Costa Brava in Spagna: anche lì l’evento era associato a una ondata di maltempo eccezionale.
Nel nostro Paese il fenomeno della schiuma in mare, chiamata anche “muco di mare”, è un evento osservato spesso lungo le coste di Molise, Marche, Abruzzo, Puglia, Campania e Lazio tra fine inverno e inizio estate.
La schiuma, per definizione, è la dispersione di un gas in un mezzo liquido o solido: tante bolle che contengono aria. A tutti è capitato di osservare la formazione di schiuma creata dal mare agitato o dal passaggio di una barca a motore. Normalmente queste schiume si disperdono e scompaiono in breve tempo, mentre in determinate condizioni risultano più abbondanti e permangono per un tempo più o meno lungo.
La schiuma di mare è un fenomeno naturale conosciuto e studiato da molti anni e nella maggior parte dei casi si origina con l’agitazione delle onde: l’acqua di mare è in costante movimento ed a contatto con materia organica causa questo fenomeno. L’acqua di mare contiene diversi tipi di particelle naturali, come sali disciolti, alghe, microrganismi, fitoplancton, proteine, grassi animali e anche inquinanti di origine antropica come tracce di detergenti, liquami e fertilizzanti.
Questa schiuma è il risultato dell’interazione di acqua, aria e particelle organiche. In pratica: le onde che si infrangono sulla costa contengono agenti che producono schiuma, derivati dalla degradazione della materia organica che si trova in forma naturale e non nell’ambiente marino, intrappolano aria formando bollicine che aderiscono fra loro. Questa azione se è associata a una intensa mareggiata origina impressionanti coperture di schiuma.
Può formarsi praticamente in tutti i mari e oceani del mondo. Temperatura dell’acqua, concentrazione di materia organica e tipologia di maltempo sono i fattori che le danno origine.
Solitamente, questa schiuma non è dannosa per l’uomo, perché è composta in gran parte da materiale organico. Però, in zone vicine a scarichi fognari o acque inquinate o in zone con un’elevata proliferazione di alghe, può determinare irritazioni cutanee, intossicazioni e altri problemi di salute. È comunque sempre consigliato evitare di bagnarsi direttamente nelle schiume per la potenziale capacità delle stesse di aggregare e concentrare materiale e sostanze indesiderate.
Vi sono degli indizi che possono aiutarci a riconoscere le schiume naturali da quelle provocate dall’azione dell’uomo. Le schiume generate da sostanze naturali hanno colore biancastro con sfumature verde-marrone e un caratteristico odore di terriccio o di pesce, persistono a lungo nelle acque superficiali e sono spesso associate a eventi meteorologici intensi. Le schiume che si formano per cause antropiche, in fase iniziale, sono molto vistose ma poco persistenti, le bolle sono multicolori o iridescenti e presentano odore di sapone o detersivo o ancor peggio di liquami.
Per una volta non è tutto negativo ma fa riflettere come la conoscenza sia indispensabile per comprendere la natura e l’ambiente, una realtà viva, fragile e complessa, della quale ogni uomo fa parte a tutti i livelli.
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