Domani mattina la prima delle giornate di sciopero proclamate dai medici dipendenti dell’ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale. I sanitari del nosocomio dei Castelli Romani hanno indetto l’agitazione lamentando il mancato «investimento strutturale e infrastrutturale, con la progressiva diminuzione dei posti letto e del fatturato, situazione che, con il passare del tempo, ha indotto molti dipendenti a lasciare la struttura».
Il Regina Apostolorum è un presidio sanitario molto noto e ricercato nella provincia di Roma. Fino al settembre 2021 è stato gestito dalle suore Paoline, che da quel momento hanno ceduto la proprietà dell’ospedale al gruppo privato Lifenet Healthcare, che ancora oggi lo gestisce.
La società proprietaria è una «eccellenza del nord Italia – si legge nella nota con cui i medici hanno comunicato la decisione dello sciopero -. Si è presentata al personale sanitario promettendo investimenti tecnologici, il mantenimento della pianta organica e, più in generale, un pronto rilancio della struttura mediante cospicui investimenti. A distanza di due anni, nulla di tutto ciò si è verificato. I medici sono continuamente chiamati ad un sovra-lavoro e ogni promessa economica è finita in un nulla di fatto, come nella perfetta logica della sanità privata, orientata al profitto».
I sanitari lamentano che la trattativa avviata dai lavoratori con la proprietà sia stata «sterile e infruttuosa». Da qui la decisione di proclamare alcune giornate di sciopero, la prima delle quali per mercoledì 29.
Sulla vicenda è intervenuta l’Anmirs (Associazione nazionale medici Istituti religiosi spedalieri), il sindacato che raccoglie molte adesioni tra i medici dell’ospedale. «Il Regina Apostolorum di Albano – sostiene l’associazione sindacale – per anni è stato il punto di riferimento sanitario per tutti gli abitanti della zona dei Castelli Romani, fondato e cresciuto sempre nel rispetto dello spirito guida di assistenza universale e gratuita dei pazienti, in una logica non profit che metteva al centro dei propri sforzi la migliore assistenza sanitaria possibile».