Negli Stati Uniti, il 5 aprile 1951 sono condannati a morte, dopo un mese di processo, i coniugi Julius ed Ethel Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dell’Unione Sovietica. Molte manifestazioni vengono organizzate per denunciare quello che viene ritenuto un processo sommario politico contro due innocenti nel periodo della “guerra fredda”. Anche Papa Pio XII ne chiede la grazia.
Quella sentenza di settanta anni fa, è fonte ancora oggi di controversie come allora, quando l’opinione pubblica, negli Stati Uniti come nel resto del mondo, si divide. È il periodo in cui il senatore Joseph McCarthy lancia la “caccia alle streghe”, come viene definita l’ossessione della ricerca a tutti i costi di veri o sospetti militanti comunisti da denunciare come spie a favore del programma nucleare sovietico.
Julius Rosenberg, un ingegnere nato a New York in una famiglia di immigrati ebrei, viene arrestato il 17 luglio 1950. È accusato di aver passato all’Unione Sovietica importanti informazioni sulle armi atomiche studiate nei laboratori statunitensi. Sua moglie Ethel Greenglass è arrestata l’11 agosto successivo. Nell’ufficio della società di spedizioni navali dove lavora come segretaria vengono trovati dei testi scritti a macchina da lei che sono ritenuti sospetti, dai quali parte l’indagine.
È il fratello di Ethel, David, un militare che lavora nel centro di ricerche atomiche di Los Alamos, a dire agli investigatori che la sorella avrebbe copiato dei documenti segreti che poi lui avrebbe consegnato a Julius. In cambio ottiene uno sconto di pena.
Appelli, revisioni e domande di grazia non cambiano la sentenza. Il 19 giugno 1953, nel penitenziario di Sing Sing, i due vengono giustiziati sulla sedia elettrica. Sulla controversa vicenda vengono realizzate opere letterarie, una nota canzone di Bob Dylan (mai però pubblicata ufficialmente) e film, fra i quali quello del regista Sidney Lumet, con la scena divenuta famosa dell’esecuzione di Ethel: una donna innocente che probabilmente ha condiviso fino all’ultimo la scelta del marito di non fare nomi di compagni che avrebbero potuto essere coinvolti nella “caccia alle streghe”.
Julius ed Ethel sono stati immortalati in un suggestivo disegno del pittore italiano Renato Guttuso. A confermare l’ipotesi che siano rimasti vittime di un gioco più grande di loro, a distanza di anni sono arrivate le parole dell’ex agente sovietico Aleksandr Feliksov: Julius Rosenberg ha fornito solo qualche informazione su piccoli segreti industriali.