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Roma dedica un giardino a Liedholm

Martedì 8 la cerimonia a Trigoria, nei pressi del centro sportivo “Fulvio Bernardini” di quella Roma con cui, da allenatore, vinse lo scudetto

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Martedì 8 ottobre alle 11 sarà intitolato all’ex allenatore della Roma dello scudetto del 1983, Nils Liedholm, il giardino di via Gustavo d’Arpe, a Trigoria, a circa due chilometri di distanza dal centro sportivo “Fulvio Bernardini”. La cerimonia, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri e dell’assessore allo sport Alessandro Onorato, avverrà il giorno del 102° anniversario della nascita del tecnico svedese, scomparso il 5 novembre 2007.

«Nils Liedholm ha scritto la storia del calcio mondiale e ha regalato ai tifosi romanisti gioie memorabili – ha commentato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri -. Le intitolazioni di una città sono uno strumento importantissimo per custodire il ricordo ed è quindi sacrosanto che Roma ricordi il “Barone” svedese con un luogo a lui intitolato proprio nei pressi del centro sportivo della squadra di cui è stato in anni gloriosi la guida indiscussa: un modo per tramandare anche ai tifosi più giovani la memoria di grandi persone amate e rispettate da tutti, come Liedholm è sicuramente stato».

«Liedholm è stato e sarà sempre uno degli allenatori più importanti della storia del calcio internazionale e della nostra città – ha aggiunto l’assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda, Alessandro Onorato-. Ha lasciato un ricordo indelebile, anche per l’aspetto umano: era un signore, un simbolo di un calcio romantico e glorioso che è riuscito a farsi apprezzare da tutti. Abbiamo voluto fortemente intitolargli un giardino, perché la memoria è una componente fondamentale del nostro presente e la base da cui partire per il nostro futuro: è nostro compito tramandare alle nuove generazioni storie, esempi di persone come Liedholm. L’intitolazione di questo giardino non è un’azione isolata, ma rientra nell’iniziativa più ampia di celebrare i grandi campioni dello sport romano: a breve renderemo omaggio anche a Pino Wilson, il capitano del primo scudetto della Lazio». 

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Ancora oggi tra i tifosi romanisti, e non solo, è forte il ricordo dell’allenatore svedese che per la sua signorilità fu soprannominato il “Barone”. Stiamo parlando di una leggenda del calcio, tra le imprese in campo come calciatore con Milan e Svezia e lo storico scudetto vinto a Roma da allenatore.

Liedholm, nato l’8 ottobre del 1922, arrivò in Italia nel 1949, acquistato dal Milan dopo aver vinto due campionati svedesi con il Norrköping. E proprio con la maglia rossonera ha vinto quattro scudetti e due Coppe Latine. Al Milan rimase fino al 1961, quando intraprese la carriera da allenatore. In panchina ha vinto due scudetti: uno con i rossoneri nel 1979 e, nel 1983, con la Roma, alla guida della quale conquistò anche tre Coppe Italia.

Il “Barone” a Roma ha lasciato il segno. Suo il traguardo delle mille panchine (l’ultima nella stagione 1997), quando venne richiamato dal presidente Franco Sensi per salvare un’annata disastrosa e prese il posto dell’esonerato Carlos Bianchi, traghettando i giallorossi verso la salvezza. E poi lo scudetto del 1983, con l’unico rammarico di quella finale di Coppa dei Campioni persa ai rigori contro il Liverpool nel 1984 all’Olimpico di Roma.

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Azzurra Cavallini
Azzurra Cavallini
Nata nel 2008 a Roma. Vive con la sua famiglia a Fiano Romano, una tranquilla cittadina della provincia romana. Frequenta il liceo delle scienze umane “Gaio Valerio Catullo” a Monterotondo. Nel 2018 ha vinto il concorso letterario per piccoli scrittori indetto dal Comune di Fiano Romano. Collabora con la rivista “La Gazzetta del Tevere”. Frequenta corsi di danza classica, moderna e reggaeton. Sin da piccola ha partecipato a laboratori teatrali e a rappresentazioni nella sua città d’origine. È appassionata di fotografia e ama cogliere aspetti inediti del mondo attraverso i suoi scatti. Ama la psicologia, che consente di comprendere l'animo umano in tutte le sue sfaccettature. Il suo motto è: «Non puoi mettere limiti a niente. Più sogni, più andrai lontano» (Michael Phelps).
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