L’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini dichiara apertamente guerra alle infezioni correlate all’assistenza (Ica), un problema che rappresenta una delle principali sfide per la sicurezza dei pazienti e per la sostenibilità del sistema sanitario contemporaneo. Per questo l’ospedale ha adottato Darm, una piattaforma modulare e web-based realizzata dall’azienda Nomos con tecnologia responsive.
La piattaforma è stata presentata oggi, in aula magna, dal direttore generale dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini, Angelo Aliquò, dal direttore sanitario, Gerardo De Carolis, e da Giampiero Delli Rocili, amministratore delegato di Nomos. La piattaforma è stata progettata per la gestione e il monitoraggio del rischio clinico, del rischio di infezioni correlate all’assistenza (Ica) e dell’antibiotico-resistenza.
Questo sistema raccoglie dati provenienti dai principali sistemi informativi ospedalieri (come laboratorio analisi, sistema operativo, farmacie) e li utilizza per una gestione del rischio basata su evidenze e misurazioni oggettive. L’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini intende monitorare costantemente i benefici derivanti dall’utilizzo della piattaforma Darm e condividere i risultati come buona pratica all’interno del sistema sanitario nazionale.
Ogni anno, in Italia, le Ica colpiscono circa 530mila pazienti, pari all’8% dei ricoveri ospedalieri, con costi complessivi che superano i 783 milioni di euro, di cui 259 milioni direttamente attribuibili a batteri resistenti agli antibiotici. Questo fenomeno genera non solo enormi spese economiche, ma anche sofferenze evitabili e, purtroppo, decessi che potrebbero essere prevenuti con azioni mirate.
L’ospedale San Camillo non è certo esente dal problema: ogni anno le Ica generano un alto costo economico, tra aumento delle degenze, spesa per gli antibiotici e altri farmaci, questioni legali e assicurative spesso collegate alle difficoltà a disporre di dati oggettivi in grado di dimostrare la corretta applicazione delle linee guida. Risorse che potrebbero essere investite per ammodernare i padiglioni e i reparti, acquisire strumentazione, e rendere l’ospedale sempre più adeguato ad affrontare le sfide del futuro.
Tra i principali obiettivi della piattaforma, già adottata da alcune aziende sanitarie pubbliche del Lazio, come l’Inmi Spallanzani, il Policlinico Tor Vergata, la Asl Roma 3, ci sono:
- Disponibilità di report in tempo reale e tracciamento degli accessi in piattaforma.
- Supporto alle decisioni integrato nei processi di risk management, per l’elaborazione di piani annuali di rischio sanitario.
- Incrementare la sicurezza per il personale sanitario e i pazienti, migliorando il rispetto dei protocolli specifici.
- Ottimizzare la gestione dei posti letto e delle risorse, riducendo i tempi di degenza correlati alle Ica.
- Facilitare l’attivazione di sistemi di sorveglianza attiva, con particolare attenzione all’antibiotico-resistenza.
- Consentire alle strutture di disporre di maggiori evidenze oggettive atte a dimostrare in sede giudiziaria e alle compagnie assicurative l’effettiva applicazione dei protocolli, il controllo e la riduzione del rischio clinico e del rischio infettivo e il livello di compliance rispetto alle Ica.
Questa tecnologia si allinea con le raccomandazioni ministeriali, il Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar) e i requisiti dell’Oms in tema di controllo delle infezioni (Ipc).
In occasione della presentazione di oggi, il Dg del San Camillo, Angelo Aliquò, ha detto: «Le infezioni ospedaliere sono il più grande nemico della qualità della vita e del servizio sanitario. Questa è una chiamata alla partecipazione attiva di tutti: comportamenti corretti devono diventare una normale abitudine quotidiana. Abbiamo ora uno strumento in più per combattere questa pandemia silenziosa che ha fatto più morti del Covid. Non ci sono più scuse: dobbiamo agire, misurare i risultati e dimostrare che il cambiamento è possibile. Agire adesso è un dovere verso i pazienti, verso il personale sanitario e verso la collettività».