Un enorme razzo cinese rientrerà oggi sulla Terra, ma nessuno sa esattamente dove o quando. Il pezzo di spazzatura spaziale è lo stadio centrale da oltre 20 tonnellate di un vettore Long March 5B, che ha raggiunto l’orbita terrestre lunedì 31 ottobre dopo aver lanciato il terzo e ultimo modulo della stazione spaziale cinese Tiangong.
Da allora la resistenza atmosferica ha trascinato l’oggetto sempre più in basso. Le ultime osservazioni e modelli suggeriscono che il Long March 5B cadrà sulla Terra oggi, ma il margine di errore sulla previsione rimane ampio al momento.
The Aerospace Corporation, per esempio, prevede un rientro atmosferico alle 12:20 ora italiana, con un margine di più o meno 3 ore. La finestra mette Sardegna, Sud Italia, parte del Nord America, quasi tutta l’America Centrale, gran parte dell’Africa e una fetta dell’Australia sudorientale, nella potenziale linea di tiro.
Questo sarà il quarto rientro incontrollato per uno stadio principale di Long March 5B fino ad oggi. Circa 10 giorni dopo il lancio di debutto del razzo cinese, nel maggio 2020, pezzi del lanciatore sono caduti sull’Africa occidentale, alcuni dei quali avrebbero colpito il suolo in Costa d’Avorio. Il secondo volo del razzo, nell’aprile 2021, ha portato in orbita Tianhe, il modulo centrale della stazione spaziale Tiangong. Quello stadio centrale è rientrato nella penisola arabica circa una settimana dopo il decollo, facendo ricadere detriti sull’Oceano Indiano. Il terzo rientro incontrollato è avvenuto sull’Oceano Pacifico lo scorso 30 luglio.
La maggior parte dei razzi sono progettati in modo tale che i loro stadi principali ricadano nell’Oceano o su terreno disabitato poco dopo il decollo, o rientrino sulla Terra con atterraggi sicuri, come nel caso dei veicoli SpaceX. Lo stadio principale del Long March 5B, invece, raggiunge l’orbita e la Cina lo lascia dov’è, poi inizia il rientro incontrollato.
La maggior parte della superficie terrestre è coperta da oceani o aree disabitate, quindi la probabilità statistica di un impatto al suolo nelle aree popolate è bassa. Queste previsioni, tuttavia, sono accompagnate da incertezze poiché l’oggetto è fuori controllo e una stima migliore sarà possibile solo poco prima del rientro effettivo.
Razzo cinese, scatta il monitoraggio della Protezione Civile italiana
Si è tenuto ieri pomeriggio, presso la sede del Dipartimento della Protezione civile, il primo incontro del tavolo tecnico che seguirà le operazioni di rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del razzo cinese PRC-CZ5B.
Alla riunione hanno preso parte, oltre all’Asi (Agenzia spaziale italiana), un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentanti del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Ministero dell’Interno, del Comando operativo vertice interforze (Covi) della Difesa e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione di Protezione civile della Conferenza delle Regioni.
Successivamente, nonostante la bassa possibilità che uno o più frammenti del lanciatore possano colpire il nostro Paese, il Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio, ha informato sull’evoluzione dello scenario atteso le componenti e le strutture operative del Servizio nazionale, nonché le Regioni interessate.
Sulla base degli ultimi dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana, «al momento la previsione di rientro in atmosfera è fissata in una finestra di incertezza compresa tra le ore 8 e le ore 10 (ora italiana) di oggi, 4 novembre», precisa una nota della Protezione Civile. «In questo periodo sono previsti 4 sorvoli del territorio italiano generati da due orbite, che andranno ad interessare le regioni Sardegna, Lazio, Molise, Puglia, Calabria. Non è quindi ancora completamente possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio».
(Per gentile concessione di MeteoWeb)