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Un premio per l’impegno e la testimonianza contro la violenza di genere

A Montecitorio 7/a edizione di “Donna d'autore”, con riconoscimenti a personaggi impegnati nella lotta al femminicidio e ogni discriminazione

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«Se c’è stato un inizio, deve pur esserci una fine». Esprime con molta suggestione lo spirito di impegno e speranza del premio “Donna d’autore”, per il contrasto alla violenza di genere, la battuta finale del suo spettacolo sul femminicidio nella storia dell’umanità citata dall’attrice e scrittrice Maria Rosaria Omaggio, una delle personalità premiate. Il riconoscimento è stato assegnato nella serata di giovedì 28 a Roma alla Camera dei Deputati, nella sala della Regina di Palazzo Montecitorio. Personaggi dello spettacolo, dell’arte, del giornalismo, dell’imprenditoria e della politica sono stati i destinatari del premio.

Giunto alla settima edizione, il premio “Donna d’autore” è organizzato e diretto da Anna Silvia Angelini, presidente dell’Associazione indipendente donne europee (Aide) di Nettuno. La serata, giovedì 28, è stata condotta dalla giornalista Vittoriana Abate, che ha ricordato come il numero di femminicidi aumenti con progressione impressionante in Italia.

Una serata iniziata con la forte emozione del racconto di alcune, loro malgrado, protagoniste: alcune di quelle donne che hanno accettato di avere il fatidico “ultimo chiarimento” con l’uomo che diceva di amarle, dal quale sono miracolosamente uscite vive, al contrario di molte, troppe, altre. Vive sì, ma con segni indelebili nell’animo e anche nel corpo: toccante, in particolare, la testimonianza di una di loro, scampata addirittura ai colpi di arma da fuoco che le sono stati sparati contro in quell’agguato, ma con uno di essi che l’ha costretta in carrozzina per il resto della sua vita.

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Donne che non si limitano a ringraziare il destino che ha dato loro la possibilità di vivere, ma che raccontano, parlano nelle scuole, incontrano persone, assistono altre donne perché non cadano anch’esse nella trappola dell’ultimo “chiarimento” e si rivolgano invece a uno dei centri antiviolenza e alle forze dell’ordine.

E affinché possano avere la consapevolezza che la denuncia deve arrivare al primo atto violento, senza timore e senza il dubbio che possa essere colpa loro: «Non c’è mai colpa – è stato detto più volte – quando chi dovrebbe prendersi cura dei tuoi sentimenti e metterli in comune con i suoi, invece alza le mani, aggredisce, minaccia, fa pressioni psicologiche o economiche, le più subdole».

«Se anche una sola donna sarà salva per merito delle nostre parole, raccontare la nostra esperienza sarà stata un’opera importante»: è questa la visione che accompagna la vita delle “sopravvissute”, che hanno coralmente espresso in occasione della loro premiazione. Un’opera di aiuto che, come è stato più volte ricordato, svolgono anche associazioni, centri di ascolto, professionisti, forze dell’ordine.

Nel palazzo che più di ogni altro è, nell’immaginario collettivo, la “casa” della politica italiana, Palazzo Montecitorio, sono stati espressi anche gli impegni delle istituzioni. Su tutti, gli strumenti da porre in campo per un cambio di cultura sociale e norme per agevolare sempre di più le denunce e la protezione di chi chiede il sostegno della giustizia.

Anna Silvia Angelini, Simonetta Matone e Vittoriana Abate

Ma anche formazione per le forze dell’ordine, perché sappiano non trascurare segnali e denunce, e per gli operatori dell’informazione: le parole per raccontare sono importanti e l’abuso di termini come “raptus” o “troppo amore”, ad esempio, non rende giustizia al racconto di un qualcosa che invece covava da tempo nelle mente di individui che hanno bisogno di assistenza e, in alcuni casi, di cure. E indirettamente carica di colpa la vittima, che «qualcosa deve avere pur fatto» per scatenare una reazione.

«Nel tempo – ha detto Simonetta Matone, ex magistrata, ora componente della Commissione Giustizia della Camera – abbiamo avuto molte norme che hanno inasprito le pene e introdotto nuove procedure. Ma le pene non servono da sole. Occorre intervenire sull’aspetto culturale e impegnarsi per creare una nuova coscienza sociale anche delle stesse donne: un uomo che abusa è figlio di una madre che l’ha educato secondo il vecchio modello, per cui al maschio va concesso tutto».

«Per far crescere uomini che rispettino le donne – ha aggiunto Ilaria Cavo, vicepresidente della Commissione attività produttive della Camera – occorre investire nell’educazione sentimentale nelle scuole». Di un nuovo modello di rapporti fra uomini e donne, che colga quel cambiamento di ruoli sociali che le donne stanno gestendo e che parecchi uomini faticano a interpretare, ha parlato Martina Semenzato, presidente della commissione parlamentare di inchiesta su femminicidio e violenza di genere. Un tavolo permanente fra istituzioni e associazioni in ogni territorio è stata la proposta avanzata da Fabrizio Santori, presidente della Commissione sicurezza di Roma Capitale.

Nel corso della serata sono stati anche assegnati degli Special Awards e delle menzioni speciali. A tutte le personalità premiate, il cui elenco è riportato qui di seguito in fondo, è andata una targa, opera dell’artista Fina Scigliano, sulla quale è raffigurato il cuore simbolo del premio.

Tutte le personalità insignite del premio “Donna d’autore”

Maria Rosaria Omaggio
Attrice-Cinema-Teatro

Daniela di Marzo
Giornalista Rai1

Onorevole Simonetta Matone
Ex magistrata

Karin Proia
Attrice-Regista

Monica Brandiferri
Consigliera di Parità della Provincia di Teramo e supplente della Regione Abruzzo

Maria Corrao
Giornalista direttrice responsabile Il Corriere della città

Maddalena Cialdella
Psicoterapeuta-sociale-presidente associazione AIRES-ONLUS

Simona Abate
Psicoterapeuta-sociale-Giudice Onorario presso Tribunale di sorveglianza di Roma

Patrizia Pellegrino
Attrice-conduttrice

Marina Giovannini
Imprenditrice

Onorevole Ilaria Cavo

Linda Morberg e Milena Di Gennaro, testimonianza contro la violenza sulle donne

Le personalità insignite del Premio Special Awards

Loredana Manni
Letteratura, per il libro “Honoris Causa”

Vincenzo Bocciarelli
Premio alla carriera

Cristian Goffredo Miglioranza
Regia, per il film “Sei sicuro che la ami?

Mauro Poponesi
Arte

Onorevole Simone Billi

Onorevole Fabrizio Santori

Tullio Sorrentino
Attore

Stefano Buttafuoco
giornalista RAI1 – Letteratura: “Il bambino 23. La storia e i sogni di Brando”

Jean Luc Bertoni
Editore, premio Cultura

Menzioni speciali

Rosaria Angotti
Soprano

Sara Lauricella
discografica

Daniela di Camillo
Presidente Laboratorio del Possibile per l’impegno contro la violenza alle donne

Laura Di Mauro
attrice

Simona Loria
studentessa, per il progetto sulle donne vittime di tumore

Elmina Gigli
Fotografia

Maddalena Ferraro
Presidente Premio Vincenzo Ferraro

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Massimo Marciano
Massimo Marcianohttp://www.massimomarciano.it
Fondatore e direttore di Metropoli.online. Giornalista professionista, youtuber, opinionista in talk show televisivi, presidente e docente dell'Università Popolare dei Castelli Romani (Ente accreditato per la formazione professionale continua dei giornalisti), eletto più volte negli anni per rappresentare i colleghi in sindacato, Ordine e Istituto di previdenza dei giornalisti. Romano di nascita (nel 1963), ciociaro di origine, residente da sempre nei Castelli Romani, appassionato viaggiatore per città, borghi, colline, laghi, monti e mari d'Italia, attento osservatore del mondo (e, quando tempo e soldi lo permettono, anche turista). La passione per la scrittura è nata con i temi in classe al liceo e non riesce a distrarmi da questo mondo neanche una donna, tranne mia figlia.
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