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Plusvalore degli investimenti: la tassa innovativa, arma politica di Kamala Harris

La proposta è in linea con alcune idee progressiste che ha sostenuto nella sua carriera. Può essere una svolta di strategia fiscale negli Usa

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Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, ha proposto una tassa sulla ricchezza che si distacca significativamente dalle tradizionali politiche fiscali americane. La proposta è in linea con alcune delle idee progressiste che Harris ha sostenuto durante la sua carriera politica, ma non è mai stata pubblicamente appoggiata prima di questo punto.

Infatti, Harris aveva in passato preso le distanze da proposte simili avanzate da altre figure del Partito democratico, come Elizabeth Warren. Questa tassa è invece pensata per colpire i “guadagni non realizzati” (unrealized capital gain), un concetto innovativo che mira a tassare l’incremento di valore degli asset prima che vengano effettivamente venduti. 

In maniera molto semplice, se noi investiamo 100.000 euro su un titolo azionario o un Etf, con il suo aumento di valore del 10% ci troveremo ad avere 110.000 euro (ad esempio). Quei 10.000 euro sono “guadagni non realizzati” in quanto “virtuali” fintanto che non andremo a monetizzare vendendo lo strumento acquistato.

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Questa mossa potrebbe portare a un significativo aumento delle entrate fiscali, aiutando a finanziare programmi sociali e infrastrutturali, ma solleva questioni legali significative, tra cui la sua costituzionalità e l’impatto sugli investimenti.

Come intuibile, la proposta ha acceso un vivace dibattito politico e legale negli Stati Uniti. Questa tassa, che mira a imporre un’aliquota del 25% sui “guadagni non realizzati” delle persone con patrimoni superiori a 100 milioni di dollari, rappresenta una delle mosse più audaci nell’arena fiscale americana recente.

Tassare i guadagni non realizzati pone peraltro complessi problemi legali. Il dibattito sulla sua costituzionalità è centrale, poiché la Costituzione degli Stati Uniti impone restrizioni sulle modalità di imposizione fiscale. Un’altra sfida legale riguarda l’applicazione pratica della tassa: determinare il valore di mercato corrente di asset come azioni e immobili può essere complicato e soggetto a controversie.

Dal punto di vista economico, la proposta di Kamala Harris potrebbe avere effetti sia positivi sia negativi. Da un lato, l’aumento delle entrate fiscali potrebbe finanziare iniziative sociali cruciali, come il miglioramento delle infrastrutture e l’espansione dei programmi di welfare. Dall’altro, i critici sostengono che una tassa sui guadagni non realizzati potrebbe ridurre gli investimenti e rallentare la crescita economica, poiché gli investitori potrebbero essere meno propensi a impegnare capitali in asset soggetti a tale tassazione.

Negli ultimi anni, diversi paesi hanno abbandonato le tasse sulla ricchezza a causa delle difficoltà nella loro attuazione e degli effetti negativi sull’economia. Tuttavia, la proposta di Harris si distingue per il suo approccio innovativo alla tassazione e potrebbe segnare un cambiamento significativo nella politica fiscale americana.

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Lorenza Morello
Lorenza Morellohttps://lorenzamorello.it/
Giurista d'impresa e presidente nazionale Apm (Avvocati per la mediazione), si occupa di aziende, internazionalizzazione e ristrutturazione del debito e ritiene da decenni che la sua “missione” sia quella di rendere il diritto più comprensibile a tutti. Aiuta le aziende e le persone a prevenire il conflitto anziché venirne travolte. Laurea in giurisprudenza a Torino, 110 magna cum laude e premio Bruno Caccia, ha studiato a Oxford, Strasburgo, Oldenburg, Atene e Montreal. Autrice di molteplici pubblicazioni (tra le ultime "No taxation without representation") è nota nel mondo radiofonico e televisivo in Italia e all'estero anche grazie al suo ruolo di consulente di “Casa Italia”, su Rai Italia, in cui risponde ai quesiti e ai dubbi degli italiani nel mondo.
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