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Il piano segreto di Moro: le Br in Parlamento, abbandonando la lotta armata

In un libro di Giorgio Balzoni e Fiammetta Rossi una lettura originale degli ultimi anni dello statista. Giovedì 22 presentazione a Frascati

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Aldo Moro lavorava a un piano segreto: condurre le Brigate rosse fuori dalla lotta armata e dentro il Parlamento, perché portassero sul tavolo del confronto politico democratico le istanze di coloro che, per ottenere il proprio riscatto sociale, vedevano con favore la loro azione. Lo sostengono due ex allievi del professore universitario e statista poi ucciso dalle stesse Br: i giornalisti Giorgio Balzoni e Fiammetta Rossi, autori di un libro che dà una lettura originale degli ultimi anni di Moro, prendendo in esame documenti, dichiarazioni politiche e testimonianze a sostegno di questa ipotesi. Il libro sarà presentato giovedì 22 a Frascati.

Prosegue, infatti, nella città dei Castelli Romani la rassegna Libri in osteria, con una importante novità: un nuovo, importantissimo partenariato con Il Libro parlato dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici), che trasmetterà sulla sua Slash web-radio gli incontri con gli autori nella più caratteristica delle vecchie osterie che hanno contribuito a rendere nota Frascati. Giovedì 22 settembre Giorgio Balzoni e Fiammetta Rossi presentano Aldo Moro e le Brigate rosse in Parlamento (Lastarìa edizioni). Appuntamento alle 18 all’Osteria dell’Olmo, in piazza dell’Olmo.

La rassegna è ideata e curata da Emanuela Bruni, giornalista e collaboratrice di Metropoli.Online, in collaborazione con la libreria Ubik di Frascati e l’Osteria dell’Olmo di Remigio Sognatesori ed il patrocinio del Comune di Frascati e del Sistema bibliotecario dei Castelli Romani.

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Partita nello scorso mese di giugno (leggi l’articolo qui: Frascati, la città dove il vino e i libri convivono nella tradizionale osteria), l’iniziativa continua, dopo aver raccolto un notevole successo di pubblico.

Un successo dovuto sia all’interesse suscitato dagli autori che intervengono e dalle loro opere, sia alla singolare idea di abbinare le conversazioni sulle opere letterarie con la convivialità nel centro storico di Frascati: proprio lì dove l’osteria di Remigio Sognatesori rappresenta uno degli ultimi baluardi della tradizione di incontro e condivisione intorno al vino, storicamente frutto principale del lavoro di intere generazioni di frascatani.

Dopo la pubblicazione di Aldo Moro, il professore (Lastarìa edizioni), da cui nel 2016 è stata tratta l’omonima docufiction con Sergio Castellitto, Giorgio Balzoni e Fiammetta Rossi tornano a scrivere di Aldo Moro. Sul sequestro Moro e sulle Brigate Rosse sono stati scritti decine di libri, ma questo è diverso e non si ferma ai giorni di prigionia del leader della Dc e al suo tragico epilogo.

Frutto di una ricerca accurata tra documenti, testimonianze e dichiarazioni politiche, il testo offre un’interpretazione diversa di una stagione politica e sociale tra le più tormentate del dopoguerra. Aldo Moro, secondo gli autori, si interrogava da tempo su come favorire un dialogo con quel vasto movimento che alle Br aveva fornito uomini e motivazioni. Un libro che ricostruisce una storia mai scritta, un’analisi e insieme una riflessione rivolte anche a quei giovani che di quelle vicende conoscono poco o nulla.

Giorgio Balzoni

Fedele alla sua spiccata indole di mediatore, infatti, Moro non credeva nella strada della repressione totale, della chiusura al dialogo, portata avanti dal suo partito anche durante i 55 giorni della sua prigionia.

Il testo, come anche il precedente, scritto da due giornalisti di chiara fama, Balzoni già vice direttore del Tg1 e Rossi per anni giornalista Rai, affronta il tema con linguaggio semplice e diretto per arrivare a un vasto pubblico e in particolare ai giovani e agli studenti, che poco conoscono la storia recente del nostro Paese. Un piccolo saggio che si occupa della vita dello statista democristiano anziché solo dei 55 giorni di prigionia e del suo omicidio.

Tutto parte dall’università negli anni 70. Aldo Moro amava l’insegnamento, che mantenne sempre anche quando ricopriva i più alti incarichi di governo; portava i suoi studenti di diritto e procedura penale a visitare carceri e manicomi giudiziari e amava confrontarsi con loro. Giorgio Balzoni e Fiammetta Rossi furono due di loro. Un giorno, nel 1974, chiacchierando con il capo scorta, i due giovani allievi furono sorpresi da una sua frase pronunciata dal maresciallo dei carabinieri che da 15 anni seguiva Moro, che disse: «Ma sai cosa s’è messo in testa il capo? Portare le Brigate rosse in Parlamento».

Oggi, mettendo a confronto scritti e discorsi, ma anche testimonianze e riflessioni di chi lo conobbe bene, gli autori che ben conoscevano lo statista propongono una lettura diversa di quella frase, ipotizzando con documenti e argomenti fondati che non si trattava solo di una battuta provocatoria.

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