Arrestate dalla Polizia di Stato di Palermo 18 persone, ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, concorso in associazione di stampo mafioso, detenzione di arma comune da sparo. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile e dalla locale sezione investigativa dello Sco (Servizio centrale operativo), hanno portato a individuare sospetti appartenenti all’organigramma della famiglia mafiosa di Resuttana e di ipotizzarne i ruoli e il contributo all’interno dell’organizzazione mafiosa.
Gli indagati sono ritenuti coinvolti soprattutto nella riscossione del pizzo ai danni di attività commerciali ed imprenditori di zona, nonché nel controllo e nella gestione illecita dei servizi funerari dell’ospedale di Villa Sofia di Palermo. Le estorsioni sono ritenute uno strumento indispensabile utilizzato da Cosa Nostra per mantenere il controllo del territorio di riferimento e garantirsi il sostentamento dell’organizzazione e delle famiglie dei detenuti.
La sospetta attività estorsiva sarebbe stata esercitata mediante diverse condotte, come la “messa a posto”, consistente nell’esborso di una somma di denaro da far confluire nella “baciliedda” a disposizione della cosca, e nel recupero crediti vantati da soggetti vicini alla “famiglia”. Tali forme di “pressione” sono risultate, secondo gli investigatori, molto diffuse in un territorio in cui vi è la maggiore incidenza di attività produttive in città.
Tra gli arrestati figurano alcuni insospettabili, appartenenti alla “zona grigia” ed espressione delle contiguità tra professionisti locali, medi e piccoli imprenditori ed esponenti, anche apicali, della cosca. Durante l’operazione è stato eseguito anche il sequestro preventivo di due società che gestiscono una nota catena di esercizi commerciali.