I libri hanno una vita curiosa. Alcuni si trasformano in film. Altri, nati tra le pareti di archivi e biblioteche, avviano pratiche di ricerca come convegni destinati al pubblico di appassionati e curiosi, aggiungendo nuovi punti di vista plurimi e complessi. È questo il caso del libro “Prime ricerche su Orazio Zecca da Montefortino (oggi Artena). Dalla bottega di Cavalier d’Arpino a quella di Francesco Nappi” di Luca Calenne dedicato a Orazio Zecca, pittore originario della cittadina dell’hinterland romano.
Ormai quello che a buon conto può essere definito un classico degli studi storico-artistici, soprattutto per chi bazzica Roma alla fine del Cinquecento e inizio Seicento, con incursioni sulla Campagna romana e in particolare nella Diocesi di Segni. Denso di rimandi archivistici e corposo per osservazioni e approfondimenti, il libro è punto di partenza imprescindibile per le ricerche che aprono gli orizzonti di studio sull’arte nel Lazio meridionale.
Parte di queste ricerche sono state presentate in occasione della giornata svoltasi domenica 3 luglio al Granaio Borghese di Artena. La data è stata scelta per ricordare il quarto centenario, che cade in questi giorni, della morte di Orazio Zecca (10 luglio 1622).
Ideata e organizzata dai curatori dell’Archivio storico diocesano “Innocenzo III” di Segni, il direttore Piero Capozi e Luca Calenne, la giornata di studi, presieduta dal professore Massimo Moretti a cui è affidata la cattedra di Storia dell’Arte di Roma e del Lazio presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università “La Sapienza” di Roma (che ha patrocinato l’iniziativa), ha offerto l’occasione rarissima per gettare uno sguardo su aspetti della produzione artistica, ancora inedita o non sufficientemente esplorata, del Lazio meridionale nella prima metà del Seicento, con il duplice obiettivo di portare nuovi dati su Orazio Zecca di Artena, che seppe farsi largo anche nel competitivo ambiente artistico romano, e di gettare una nuova luce su una serie di pittori pressoché sconosciuti per avviarne la riscoperta critica.
Come osserva Callenne: «Questa giornata può considerarsi un primo passo per smettere di considerare la provincia solamente come un territorio di conquista per gli artisti romani, e il riconoscimento che esisteva un vivace mercato artistico interno a cui contribuivano soprattutto numerosi artisti locali, i quali non di rado riuscivano persino ad approdare a Roma: tralasciando grandi nomi come Sebastiano Conca o il Cavalier d’Arpino (al secolo Giuseppe Cesari, ndr), basterà pensare ad esempio a Marco Tullio Montagna di Velletri o a Carlo Ascenzi di Genazzano».
Cinque studiosi hanno indagato con tenacia e acribia filologica la vita e l’opera di alcuni ancora “oscuri” artisti, fornendo di ognuno una base di dati documentari e un piccolo corpus di opere.
Il primo intervento di Federico De Martino, curatore storico dell’arte alla Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, ha presentato importanti riflessioni su alcuni pittori attivi a Cori nel XVII secolo. Camilla Zuliani ha esposto i risultati delle ricerche su Metello Panvini di Olevano, artista della cerchia del duca Marzio Colonna. Lo storico Nino Piras, ha ricostruito vicende e interventi della cappella dipinta da don Agostino Ludovisi, pittore attivo tra Patrica, Morolo e Acuto, che realizzò il fondale per la preziosa Madonna di Acuto in legno (oggi nel museo di Palazzo Venezia a Roma). Lisa Della Volpe ha presentato alcune ricerche su Domenico Cerrone, pittore attivo alla fine del XVI e inizio XVII secolo nell’area arpinate. Tommaso Cecilia ha presentato nuovi dati documentari sul pittore Angelo Guerra e sugli altri pittori di Anagni.
La giornata si è conclusa con gli interventi centrati su Orazio Zecca e Artena: Piero Capozi su Montefortino e la Diocesi di Segni nell’età barocca; Luca Calenne e Maria Beatrice De Ruggieri su Orazio Zecca in una nuova luce: documenti, restauri e raggi x; Matteo Riccelli su La ricostruzione borghesiana di Montefortino nella prima metà del XVII secolo.
I risultati della giornata di studio confluiranno in un primo repertorio dei pittori del Seicento del Lazio meridionale, che sarà parte integrante degli atti di questa giornata. Da libro a convegno e ritorno.