Sono “10”, come gli anni che festeggia. “10”, come il numero del centrocampista che si occupa della costruzione del gioco. “10”, come il titolo del concerto che la Nazionale italiana jazzisti ha organizzato e realizzato al teatro di Tor Bella Monaca a Roma, per concludere i due giorni di solidarietà partiti domenica 16 dicembre sul campo di calcio di Cinecittà.
Qui, hanno perso il triangolare contro la Polsoccer (Polizia di Stato) e la Nazionale giornalisti Rai, ma quel che conta è il risultato intascato e portato a casa: la raccolta fondi a favore dell’Associazione Salvamamme di Tor Bella Monaca e, in dieci anni, gli oltre 130 mila euro devoluti a favore di varie attività benefiche. «Giusto per non essere secondi a quelli di “Si può dare di più”», scherza simpaticamente il difensore Max Paiella, assieme a Costantino Ladisa, musicista, nonché presidente della Nazionale italiana jazzisti, che è una Onlus.
Tolti i calzoncini e indossati gli abiti da orchestrali, una rappresentanza della Nazionale, la Lake Jazz Orchestra diretta dal maestro Luca Rizzo, ha poi suonato in teatro. A presentare lo spettacolo sono stati: Metis Di Meo, conduttrice Rai, Costantino Ladisa e Max Paiella, attore, comico, vignettista, cantante e intrattenitore radiofonico nella trasmissione “Il ruggito del coniglio di Radio2.
Un repertorio musicale tanto ricco da spaziare dagli standard jazz al funky, con le canzoni di Frank Sinatra, brani strumentali meno noti di Steve Wonder e altri attuali, composti da alcuni dei protagonisti sul palco. È il repertorio che ha fatto da colonna sonora all’iniziativa dell’associazione Salvamamme dal titolo “La valigia di salvataggio”: ossia la valigia d’emergenza che consente alle mamme di prendere i loro bambini e allontanarsi da casa, trasferendosi in un luogo sicuro, dopo aver denunciato la violenza domestica.
Spiega Metis Di Meo: «Ho conosciuto quest’associazione qui a Tor Bella Monaca durante il periodo della pandemia. Stavano raccogliendo oggetti di prima necessità, ancor prima del Natale (pensavano già ai regali per i bambini), per aiutare le mamme in difficoltà, specialmente se vittime di violenza familiare, creando la cosiddetta “valigia pronta all’uso”. Perché, ce lo diciamo sempre, non facciamo altro che parlare del disagio che hanno in questo momento le donne, visti i fatti di cronaca; però la verità è che se non hai operativamente qualcuno che ti supporta e ti dica “Ok, adesso denunci e ti diamo tutto ciò che ti serve per trasferirti in un’altra casa con i tuoi figli”, come si fa a denunciare, se poi sei costretta a tornare a stare con chi ti fa del male? Le associazioni Salvamamme e Salvabebè fanno proprio questo: loro sono donne, volontarie, che si mettono a disposizione delle altre, che le aiutano materialmente, organizzano questo “progetto di fuga” che consiste nel dar loro dei soldi, degli oggetti, un telefono, e partire per trasferirsi in un luogo sicuro, permettendo loro di allontanarsi veramente. Alcune di queste volontarie sono state vittime di abusi familiari a loro volta, perciò sono in grado di comprendere la situazione immediatamente e di agire tempestivamente per aiutare le altre, grazie alla propria esperienza: sono perciò delle vere salva-vita».
Gabriella Salvatore, responsabile dell’associazione Salvamamme, spiega: «Da oltre venticinque anni operiamo sul territorio di Tor Bella Monaca. Siamo nati in anonimato per dare informazioni e supporto sul parto, ma troppo spesso la mamma ci chiedeva: “Devi darmi una mano a portare avanti la mia gravidanza perché in questo momento ho bisogno d’aiuto”. Da quel momento, tutti quelli che sono i nostri progetti nascono da queste situazioni di bisogno: storie di difficoltà economiche, di violenza e di solitudine, che ci vengono raccontate e che ci hanno consentito di creare una rete intorno a questi bambini e a queste mamme per proteggerli. L’associazione non opera soltanto a Roma, tuttavia siamo ancora in pochi. Per questo vi chiediamo aiuto e vi ringraziamo per il supporto».
Aggiunge Costantino Ladisa: «Per questo abbiamo giocato il triangolare e sistemato dei banchetti fuori dal teatro e ognuno di noi lascerà un contributo alla fine del concerto». Un concerto che è stato molto bello perché sul palco si sono radunati tra i migliori musicisti italiani, dal compositore Franco Piana, figlio dell’indimenticabile Dino, al quale ha dedicato un brano, all’ultraottantenne Gegè Munari, storico batterista della Rai nonché musicista di fama internazionale.
Insieme a loro, sul palco sono saliti anche la cantante Daniela Bazzan e jazzisti di fama come: Santi Scarcella, Claudio Pantaleone, Max Paiella (anche in veste di cantante), Antonio Del Sordo, Giulio Maschio, Andrea Mercadante, Maurizio Grondona, Pierpaolo Borgia, Angelo Trane, Mauro Bottini, Vittorio Cuculo e Costantino Ladisa col suo sax.
La serata si è conclusa ringraziando il pubblico e tutti i tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa, dall’associazione Salvamamme ai presentatori e musicisti, da Fabrizio Salvatore, del direttivo della Nazionale italiana jazzisti, alle squadre avversarie, compresa quella dei giornalisti Rai che, come ha sottolineato il presidente Ladisa, «Non hanno potuto essere qui perché i giornalisti, la domenica, lavorano; soprattutto coloro che si occupano di calcio».
Ma, con un’orchestra, prima di chiudere il sipario sullo spettacolo, la Nazionale italiana jazzisti è salita sul palco per cantare e suonare Tutti per uno, l’inno della squadra, tra sorrisi, swing e la solidarietà che continua attraverso il sostegno all’associazione Salvamamme (www.salvamamme.it), alla quale tutti possiamo contribuire economicamente o in altre forme, per divenire “tutti per uno” una grande orchestra di solidarietà.