Una trentina di opere rimaste finora inedite, che risalgono al periodo che va dagli anni Novanta a oggi, che rendono evidenti le tecniche originali utilizzate dall’artista. Sono esposte a Lecce, dove fino al 25 settembre la Fondazione Biscozzi-Rimbaud dedica una mostra a Salvatore Sava, scultore salentino ritenuto uno dei migliori talenti italiani della propria generazione.
Sava, classe 1966, è noto al pubblico per la sua particolare tecnica. L’artista, infatti, fa abbondante ricorso al ferro, alla pietra leccese, all’acciaio e anche ai colori fluorescenti per dare corpo alle sue sculture. E non mancano materiali della più diversa natura a rendere originale il suo percorso creativo.
La mostra leccese, curata da Paolo Bolpagni, ne espone degli esempi, come i cicli dei “neri” polimaterici, i lavori in legno, in resina, in fibra di vetro e smalto, i collage metallici su cartone. Opere nelle quali trova espressione soprattutto la natura, simbolo dell’attaccamento per la sua terra salentina che permea il percorso artistico dello scultore.
La Fondazione Biscozzi-Rimbaud ospita nella sua sede, in piazzetta Baglivi in un palazzetto storico ristrutturato nel rispetto dell’architettura locale, anche una esposizione permanente di grandi artisti italiani e internazionali del Novecento. Fra le opere esposte in permanenza, anche due dello stesso Salvatore Sava: “Sentieri interrotti” del 1998 e “Rosa selvatica” del 1999. La personale di Sava è la seconda, dopo quella inaugurale su Angelo Savelli.
La Fondazione ha aperto i battenti a Lecce nel marzo dello scorso anno per opera di Dominique Rimbaud, attuale presidente, in memoria del marito Luigi Biscozzi, scomparso nel settembre del 2018: una coppia di collezionisti attivamente impegnati nelle promozione dell’arte in terra salentina.