Una presa di posizione «dettata dal buon senso» relativamente a «energie rinnovabili e consumo del suolo». Così il Gruppo di intervento giuridico (Grig), associazione di protezione ambientale, giudica la decisione della Regione Lazio di chiedere la procedura di valutazione di incidenza ambientale per gli impianti eolici in progetto a Montefiascone. La Direzione generale ambiente, fa sapere il Gruppo in una nota, ha condiviso la richiesta, presentata dal Comune del viterbese, «di svolgimento della procedura di valutazione di incidenza ambientale prima di qualsiasi autorizzazione degli impianti eolici proposti».
Il Comune ha dato parere negativo alla richiesta di una società di realizzare un impianto eolico sul proprio territorio. «La zona – spiega l’associazione – è interessata dal vincolo paesaggistico». Inoltre, vi sono «aree ricadenti nella Rete Natura 2000»: si tratta del principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. È una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
Il sito interessato dal progetto di realizzazione di un impianto eolico, fa sapere Grig, è contiguo alla Zona di protezione speciale (Zps) e Zona speciale di conservazione (Zsc) Monti Vulsini, a un chilometro di distanza. È anche vicino circa quattro chilometri e mezzo alla Zsc Lago di Bolsena e a un progetto di una centrale fotovoltaica da 48 megawatt di potenza, proposto nelle località La Spessa e Pozzitello.
«Quanto richiesto dall’Amministrazione comunale di Montefiascone, guidata dal sindaco Giulia De Santis – commenta l’associazione di protezione ambientale -, è quanto chiesto proprio dal Grig» nel giugno scorso con una istanza. L’associazione ricorda anche che la Valle dei Calanchi di Civita di Bagnoregio e le colline che digradano sul Lago di Bolsena sono aree per cui è stata proposta l’acquisizione nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
«La speculazione energetica, purtroppo – sostiene Grig nella sua nota -, da anni, ha aggredito la Tuscia: siamo di fronte a ben 51 progetti di campi fotovoltaici presentati, in parte approvati e solo in minima parte respinti in pochi anni. Complessivamente, oltre 2.100 ettari di terreni agricoli e boschi. Analogamente sono ormai numerosi i progetti di centrali eoliche presentati o già in esecuzione. Terreni talvolta affittati, altre volte espropriati per due soldi».