L’idea di eleggere Mattarella, confermando quindi il tandem Mattarella-Draghi in un momento critico come l’attuale, ha e avrebbe avuto fin da subito una sua logica evidente. Arrivarci in questo modo, ora, dopo una settimana di teatrino, vuol dire riconoscere l’impotenza, ma soprattutto l’inadeguatezza, della politica.
Ciononostante l’Italia potrebbe al momento uscirne rafforzata sul piano internazionale o almeno non danneggiata come rischiava di essere. Determinante per il futuro del Paese sarà a questo punto l’anno e mezzo da qui alle prossime elezioni del 2023, durante il quale davvero opportuna sarebbe una profonda riflessione di tutte le forze politiche, partiti movimenti e gruppi vari, non escludendo anche il rinnovamento di alcuni loro vertici.
Se il Mattarella bis sarà davvero la soluzione che emergerà dalle urne, e non solo, molto grande sarà il debito di riconoscenza degli italiani nei confronti del presidente uscente per il sacrificio che viene lui richiesto. Saranno poi il tempo e la situazione politica nazionale e internazionale a decidere quanto lungo dovrà essere tale sacrificio: se due o tre anni o un settennato intero.
Conoscendo la serietà e il rigore di Mattarella e il suo rispetto per la Costituzione l’ipotesi del settennato intero appare come la più probabile e questo non fa che accrescere il peso dell’incarico e la riconoscenza degli italiani nei confronti di un uomo la cui età e il cui passato sarebbero titoli più che validi per garantirgli il diritto a una serena vecchiaia.