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Mare e filiera ittica: sostenibilità come garanzia di qualità e risorsa per il futuro

Combinare tradizione e innovazione per portare sulle nostre tavole uno degli alimenti più nutrienti e versatili della dieta mediterranea

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Il mare, con i suoi misteri e la sua abbondanza, è da sempre una delle fonti principali di sostentamento per l’uomo. Ma come arriva il pesce che troviamo al mercato, fresco e pronto per essere cucinato, dai fondali marini alle nostre tavole? La filiera ittica, ossia il complesso processo che coinvolge la pesca, la lavorazione, la distribuzione e la vendita del pescato, è un meccanismo sofisticato e regolamentato che garantisce qualità, freschezza e sostenibilità del prodotto finale.

La filiera ittica inizia, naturalmente, in mare aperto. I pescatori, professionisti che conoscono i segreti del mare, escono con le loro imbarcazioni per effettuare la pesca in acque profonde o in aree costiere, a seconda delle specie che desiderano catturare. Esistono diverse tecniche di pesca, dalle reti da traino alle nasse, fino alla pesca a strascico o con palamiti.

Ogni metodo è specificamente studiato per catturare determinati tipi di pesce, nel rispetto delle normative sulla sostenibilità e la conservazione dell’ecosistema marino. L’Unione Europea, ad esempio, ha implementato rigide regole riguardanti le zone di pesca, le dimensioni minime delle catture e i periodi di fermo biologico, in modo da evitare l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche.

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Dopo la pesca, il pesce viene immediatamente sottoposto a una prima fase di lavorazione a bordo della nave, dove viene pulito, refrigerato e preparato per essere trasportato. Il raffreddamento è essenziale per mantenere intatta la freschezza del pescato e per evitare la proliferazione di batteri nocivi. Alcuni tipi di pesce vengono surgelati direttamente in mare, attraverso tecnologie avanzate che permettono di conservare la qualità del prodotto per lunghi periodi.

Una volta sbarcato nei porti, il pescato viene inviato agli stabilimenti di lavorazione, dove subisce un’ulteriore trasformazione. Qui, il pesce può essere sfilettato, decapitato, eviscerato o sottoposto a processi più complessi di affumicatura, marinatura o conservazione sotto sale. Gli stabilimenti seguono rigorosi standard igienico-sanitari e garantiscono la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera.

Dopo la lavorazione, il pescato viene distribuito attraverso una rete logistica complessa e capillare, che assicura la freschezza del prodotto dal porto fino ai banchi del pesce o ai mercati ittici. La catena del freddo è un aspetto cruciale: il pesce fresco deve essere mantenuto a temperature controllate durante tutto il tragitto, evitando che subisca sbalzi di temperatura che potrebbero comprometterne la qualità.

I mercati ittici all’ingrosso, come quello di Chioggia o di Mazara del Vallo in Italia, sono luoghi nevralgici per la filiera. Qui, i grossisti e i dettaglianti acquistano il pesce per poi rivenderlo nei punti vendita al dettaglio o nei ristoranti. Il processo di distribuzione è spesso rapido e preciso, poiché il pesce fresco ha una durata limitata e deve raggiungere il consumatore nel minor tempo possibile.

Il pesce che troviamo sui banchi delle pescherie o nei supermercati proviene da una lunga catena di approvvigionamento, ma è il frutto di un processo studiato per mantenere il prodotto nelle migliori condizioni. I dettaglianti, che spesso lavorano a stretto contatto con i fornitori e i grossisti, sono in grado di offrire al consumatore un’ampia varietà di pesce fresco, compresi prodotti di qualità superiore come i pesci pescati in modo sostenibile o quelli a “filiera corta”, provenienti da pescatori locali.

Per il consumatore, la scelta del pesce è cruciale. È importante verificare l’etichetta per conoscere l’origine del prodotto, il metodo di pesca utilizzato e lo stato di conservazione. In alcuni casi, i pesci provengono da allevamenti, soprattutto quando si parla di specie come il salmone o il branzino. Anche in questo caso, l’allevamento deve rispettare criteri di sostenibilità e qualità, con controlli regolari sulla salute del pesce e sull’ambiente in cui viene allevato.

Uno degli aspetti più rilevanti della filiera ittica moderna è l’attenzione alla sostenibilità. Negli ultimi anni, la domanda globale di pesce è cresciuta notevolmente, mettendo a rischio molte specie marine a causa della pesca eccessiva. Per questo motivo, le istituzioni internazionali e i governi nazionali stanno promuovendo una gestione responsabile delle risorse ittiche, attraverso la creazione di zone di protezione marina, la limitazione delle catture e l’implementazione di pratiche di pesca più sostenibili.

Inoltre, la filiera sta evolvendo verso una maggiore trasparenza e tracciabilità. Grazie alle nuove tecnologie, è oggi possibile monitorare ogni fase del ciclo del pescato, garantendo che il prodotto che arriva sulle nostre tavole sia non solo fresco, ma anche proveniente da fonti responsabili.

La filiera ittica del pescato è un sistema complesso e affascinante, che combina tradizione e innovazione per portare sulle nostre tavole uno degli alimenti più nutrienti e versatili della dieta mediterranea. Dalla pesca in mare aperto alla lavorazione e distribuzione, ogni fase è regolamentata per garantire la qualità e la freschezza del prodotto finale. Tuttavia, è fondamentale che tutti gli attori della filiera, compresi i consumatori, continuino a promuovere e sostenere pratiche di pesca sostenibili, affinché il mare continui a essere una risorsa per le generazioni future.

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Claudio Sisto
Claudio Sisto
Fotogiornalista ambientale e marittimo. Da sempre si occupa di raccontare le profondità marine ma anche quello che accade in superficie. Esperto di Tevere nel tratto urbano, documenta la cronaca di Roma in tutte le sue sfaccettature, dalla nera alla rosa.
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