«Cosa siamo senza memoria? Un albero senza radici, è secco». È così che il compositore e pianista jazz Livio Minafra, artista e docente al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, nativo di Ruvo di Puglia, cuore murgiano della terra degli ulivi, dei mandorli e dei castelli Federiciani, introduce la sua nuova pubblicazione discografica.
“Lost Tapes vol. 21: Pino Minafra – The Beginnings ‘70 & ‘80”, in uscita già dal 20 novembre, ventunesimo volume del progetto discografico di Livio Minafra, getta luce sulla stagione iniziale, e meno conosciuta, di uno dei protagonisti assoluti della scena jazz italiana: suo padre Pino Minafra.
La Puglia, terra di mille volti e altrettante voci, si conferma ancora una volta, fucina inesauribile di un radicato patrimonio musicale jazzistico. Il volume 21 cattura profondamente il fermento sonoro di quegli anni e ne trasmette l’autenticità, intrecciando radici, passione e innovazione.
È basato sulla minuziosa ricerca storica musicale nel bacino territoriale pugliese ed è dedicato al recupero dei tesori nascosti nel panorama musicale jazzistico, distinguendosi per la sua capacità di riportare in vita il contesto creativo degli esordi di Pino Minafra, musicista, trombettista e compositore visionario, sperimentatore instancabile ed eclettico.
Le tracce contenute in questa preziosa opera ci introducono in un viaggio negli anni d’oro musicali, restituendoci l’atmosfera irripetibile degli anni Settanta e Ottanta, un periodo in cui il Minafra senior, a cavallo tra i suoi venti e trent’anni, iniziava a tracciare la sua rotta artistica tra esplorazioni sonore e un linguaggio musicale che non ammetteva confini. Col suo spirito libero e la sua inseparabile tromba, Minafra non si limitava a interpretare il jazz, ma lo viveva e lo reinventava, contaminandolo con la tradizione bandistica pugliese e lanciandolo vigorosamente verso un orizzonte sempre più sperimentale.
I brani di “The Beginnings ’70 & ’80” sono la fotografia di un giovane musicista immerso in un contesto di fermento culturale. Ogni nota racconta storie di festival indipendenti, di sala prove, di auditorium, di collaborazioni audaci. È un jazz caldo che vibra di autenticità, che si nutre delle piazze locali e dei teatri pugliesi, ma che permea e rotea audacemente su una visione mondiale del panorama musicale.
La pubblicazione non è solo un tributo a Pino Minafra, ma è un’opera corale che, viaggiando tra il 1978 e il 1988, si rivela un’occasione per riscoprire un intero microcosmo musicale. Oltre alla tromba del maestro, il disco include contributi live di musicisti che hanno condiviso con lui quella stagione creativa: dai fiati, alle percussioni, a voci che si mescolano in un mosaico sonoro sorprendente che si interseca alla perfezione tra arrangiamenti jazz, blues, swing, orchestrali e musica rinascimentale rubastina.
“Lost Tapes – Volume 21” ha seguito, così come le precedenti pubblicazioni, un percorso di ricostruzione storica attenta e appassionata, recuperando incisioni originali d’epoca e registrazioni inedite. Un lavoro certosino, quello di Livio, che rende giustizia all’energia e alla complessità del linguaggio artistico sonoro del padre Pino, riportando alla memoria collettiva il valore culturale e creando un ponte tra tradizione locale e avanguardie internazionali.
«C’è un puzzle da completare di grandi artisti oggi dimenticati che meritano giustizia. Siamo un popolo smarrito perché non curiamo le radici che danno vigore alla nostra modernità, alle “nostre chiome”». E così che Livio Minafra sintetizza l’anima ispiratrice dell’intera collana “Lost Tapes”, il progetto archivistico e artistico di respiro internazionale, capace di riportare in vita gemme nascoste e di raccontare i percorsi più intimi e inesplorati di artisti che hanno segnato la storia, salvandoli dalla spirale dell’oblio globale.
Sia che siate cultori del jazz o semplici fruitori di musica, Lost Tapes vol. 21 “The Beginnings ’70 & ’80” è un’opera che merita di essere ascoltata. Più che un disco, è un documento vivo, una finestra su un’epoca e su un uomo che ha fatto della sua musica un modo di dialogare con la Terra, con i luoghi, con se stesso.
Pino Minafra, trombettista e innovatore, pugliese nel cuore e cittadino del mondo, torna così a parlarci dai solchi di queste registrazioni. Ed è un piacere scoprire che la sua voce, dopo decenni, è ancora così incredibilmente attuale, proprio in questo momento, come afferma suo figlio Livio: «Proprio in questo momento di assurdità della guerra, si comprende quanto la memoria e la storia siano vitali. Le radici, i vissuti, i presagi, i disagi, le luci, le ombre».