Il libro dello scrittore e artista Fulvio Frezza “Dalla – Avrei solo voluto girare il cielo”, edito da Florestano Edizioni, ieri sera ha planato con delicatezza in una serata tinta con i colori del tramonto e l’imbrunire, in una location bucolica pugliese, “Mat Laboratorio Urbano” di Terlizzi, in terra di Bari, grazie alla libreria “Panda sulla Luna” di Gabriele Torchetti, per la prima presentazione a livello regionale, organizzata dal giornalista Rai Vito Marinelli. I tigli hanno fatto da raffinato controluce al reading coinvolgente dello scrittore barlettano, in simbiosi poetica con la chitarra e la voce di Domenico Mezzina, chitarrista, concertista e docente di musica a Trani.
Durante l’ascolto, la scrittura di Frezza si è incarnata poco a poco in nitide immagini mentali come una pellicola cinematografica, grazie alla sua lettura non impostata, vera, fluente, a tratti strappata ed imperfetta, improvvisata come le note plastiche, aspre e scomposte di un jazz, dove le parole hanno preso vita nell’attimo in cui la voce le animava, pescando uno dopo l’altro, i ricordi della vita profonda e tempestosa di Lucio Dalla.
Come la lenta corrente di un fiume, così le parole di Frezza si sono tramutate in un viaggio tra i rigoli poetici e gli aneddoti del cantautore bolognese, i suoi innumerevoli incontri musicali, da Morandi e Orietta Berti a Luca Carboni, da Ron e De Gregori a Venditti e Samuele Bersani, fino all’incontro da lontano con Phil Collins, davanti al muro di Berlino. I racconti incalzanti della sua estate a Manfredonia e dell’ultimo incontro con Padre Pio, pochi giorni prima della morte del santo di Pietrelcina che ha segnato una impronta indelebile alla spiritualità autentica di Lucio.
Le emozioni rese turgide dallo scrittore, così tanto ancorate ai luoghi, ai suoni delle città come Bologna e Roma, le isole Tremiti, Napoli, si sono impresse nella partitura di ogni canzone di Dalla, venute al mondo come fiori spontanei, improvvisi, imprescindibili e tinte di vita dalla voce melodica, cristallina e calda di Domenico Mezzina che ha accarezzato con tatto e divina passionalità gli storici pezzi del cantautore bolognese.
Un’agile cavalcata tra le note e l’eco di “Piazza Grande”, “Com’è profondo il mare”, per passare dall’audace strimpellata di “Disperato erotico stomp”, alla morbidezza di “Cosa sarà” e “Cara”, ai sublimi rintocchi vocali de “La sera dei miracoli”, fino a volare nel centro del cielo di Lucio con l’esecuzione di “Caruso”, resa divinamente liturgica dal silenzio religioso della platea e dalla tagliente emozione delle corde vocali, i cantini e i bassi di Mezzina.
La magica serata terlizzese ha scoccato il “la” per le successive presentazioni del libro, che stasera verrà presentato ad Ostuni, la famosa città bianca in terra di Brindisi, nella tenuta “Amostuni”, dando risonanza al ping pong di voci di Frezza e Mezzina che all’unisono, tra una canzone e una lettura, saziano il pubblico ma allo stesso tempo alimentano la fame e il desiderio di bellezza, di cultura, di musica, di poesia come solo i battiti del cuore di Lucio possono dare, con la sua immagine in lontananza, la sua perenne, universale, infinita ed intima ricerca dell’amore, per capirne da dove viene, da “dove si prende e dove si dà”.
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