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Libano: forze israeliane attaccano il contingente di pace Onu, due feriti

Crosetto convoca l’ambasciatore di Israele. Unifil: «Attacchi ai peacekeeper sono una grave violazione del diritto internazionale umanitario»

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Agenzia DIRE

È stata attaccato, riportano fonti Onu, dalle forze Idf (Forze di difesa israeliane) il contingente Unifil, le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite, che sono nel sud Libano. Non ci sono caschi blu italiani tra i feriti, riferisce Sky Tg24. La base colpita sarebbe quella di Naqoura. Intanto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha convocato con urgenza l’Ambasciatore israeliano in Italia per gli eventi occorsi alle basi Unifil in Libano ove opera il personale italiano.

Il Libano era stato solo due giorni fa il primo impegno per il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, che aveva fatto visita ai militari e incontrato il Comandante delle Forze Armate Libanesi, Gen. Joseph Aoun, il Ministro della Difesa, Mr. Maurice Sleem, e il Presidente del Parlamento libanese, Mr. Nabih Berri.

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«Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane contro la base Unifil potrebbero costituire crimine di guerra, e sono sicuramente una grave violazione del diritto internazionale non giustificate da alcuna necessità militare». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi. «Come sapete non c’è stato nessun ferito tra i caschi blu italiani, i quali per ragione di sicurezza si trovavano già nei bunker a causa dell’innalzamento del livello di force protection», ha confermato Crosetto.

La conferenza stampa è stata convocata dopo che il ministro ha parlato con l’ambasciatore israeliano. Il diplomatico «non è stato in grado di fornire spiegazioni, l’addetto militare non era presente e tornerà domani, e dopo aver sentito il ministero della Difesa e il capo di Stato maggiore israeliano ci fornirà le motivazioni di quanto avvenuto, perché – ha puntualizzato Crosetto – non si tratta di un errore né di un incidente e abbiamo bisogno di spiegazioni formali».

«Ho detto all’ambasciatore – ha proseguito il ministro della Difesa – di riferire al Governo israeliano che le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini da Israele. Le Nazioni Unite e l’Italia sono lì in attuazione di una risoluzione delle Nazioni Unite e l’unico modo con cui si può discutere quello che facciamo è ponendo formalmente il tema alle Nazioni Unite, e non sicuramente dando ordini alle nazioni libere che sono lì per difendere il diritto internazionale. Non è accettabile, perché noi difendiamo il diritto internazionale sempre e comunque, in ogni Paese e da chiunque».

E proprio mentre Crosetto spiega che le motivazioni ufficiali degli attacchi sono attese domani, interviene e fa chiarezza l’Ambasciatore d’Israele all’Onu con la richiesta alle forze e basi Unifil di spostarsi di 5 chilometri a nord. Richiesta a sua volta respinta dalle forze di pace delle Nazioni unite.

Il ministro Guido Crosetto durante la conferenza stampa (foto da Agenzia DIRE)

Non ci sono feriti tra gli oltre 1.000 militari del contingente italiano di Unifil a guida Brigata Sassari in Libano. Il comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil è affidato al Generale Stefano Messina. Ai suoi ordini operano 3.700 militari (compresi i 1.000 italiani) di 16 delle 49 nazioni della missione.

Per ragioni di sicurezza, dovute all’intensificarsi degli scontri tra le forze di sicurezza israeliane e i miliziani del partito sciita libanese Hezbollah, i militari italiani schierati nelle basi di Shama, Al Mansouri e nelle basi operative avanzate lungo la Blue Line, Unp 1-31 e Unp 1-32A, hanno spesso dovuto trovare riparo nei bunker. Sempre negli ultimi giorni, riporta alla Dire una fonte locale, sono state colpite anche le linee telefoniche e di comunicazione, che sono state subito ripristinate. 

«Questa mattina, due peacekeeper sono rimasti feriti dopo che un carro armato Merkava dell’Idf ha sparato verso una torre di osservazione presso il quartier generale dell’Unifil a Naqoura, colpendola direttamente e facendoli cadere. Fortunatamente le ferite non sono gravi, ma rimangono in ospedale». Lo fa sapere una nota della missione Unifil in Libano.

I soldati dell’Idf, spiega la nota, «hanno anche aperto il fuoco sulla posizione Onu (Unp) 1-31 a Labbouneh, colpendo l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i peacekeeper e danneggiando veicoli e un sistema di comunicazione. Un drone dell’Idf è stato osservato volare all’interno della posizione Onu fino all’ingresso del bunker. Ieri, i soldati dell’Idf hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione. Hanno anche deliberatamente sparato su Unp 1-32A a Ras Naqoura, dove si tenevano regolari incontri tripartiti prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione».

«La recente escalation lungo la “Blue Line” sta causando la distruzione diffusa di città e villaggi nel Libano meridionale, mentre continuano a essere lanciati razzi verso Israele, comprese le aree civili. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a incursioni da Israele in Libano a Naqoura e in altre aree. I soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf) si sono scontrati con elementi di Hezbollah sul terreno in Libano. Il quartier generale dell’UNIFIL a Naqoura e le posizioni vicine sono state ripetutamente colpite».

«Ricordiamo all’Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità degli edifici delle Nazioni Unite in ogni momento. I peacekeeper dell’Unifil sono presenti nel Libano meridionale per supportare un ritorno alla stabilità sotto mandato del Consiglio di sicurezza. Qualsiasi attacco deliberato ai peacekeeper è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza. Su questi temi sono in corso approfondimenti con l’IDF».

Una delle basi Unifil in Libano (foto da Agenzia DIRE)

«L’idea del governo è far prevalere gli spazi di pace, non dare per scontato che in quel lembo di terra possa soltanto esserci una continua guerra. Abbiamo visto da altre parti quando si lascia incancrenire una guerra quanto è difficile estirparla». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi.

Il governo «ostinatamente» vorrà «tenere alta la bandiera della pace finché è possibile», ha rimarcato Crosetto, che in merito a un eventuale ritiro dell’Italia dal contingente Unifil ha avvisato: «Se si supererà una linea che non consente di garantire la sicurezza, che ancora oggi sembra possibile, della missione Onu, a quel punto l’Onu prenderà delle decisioni di cui noi saremo partecipi».

«Data la gravità dell’episodio, Unifil ha esortato tutti gli attori coinvolti a cessare immediatamente il fuoco e a tornare alla piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi. «Quello che è successo ieri e oggi è totalmente inaccettabile e non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate», ha aggiunto il ministro.

(Emanuele Nuccitelli, Silvia Mari e Mirko Gabriele Narducci)

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