È morto a 100 anni l’ex segretario di Stato degli Stati Uniti Henry Kissinger. Diplomatico, Nobel per la pace e influente politico al centro di controversie e critiche, Kissinger con il suo approccio alla politica estera e le sue decisioni in campo diplomatico ha contribuito a definire il mondo del secondo dopoguerra e ancor di più il periodo della Guerra Fredda.
Nato nel 1923 a Fürth, in Baviera, Kissinger, di famiglia tedesca ed ebrea, lasciò la Germania nel 1938 per sfuggire al regime nazista di Adolf Hitler instauratosi negli anni Trenta e di matrice fortemente antisemita. Una volta in America servì nell’esercito durante la Seconda guerra mondiale e studiò poi ad Harvard. Dopo gli studi, si distinse lavorando come consulente per alcune agenzie governative, tra cui il Dipartimento di Stato e l’Agenzia per il controllo delle armi e per il disarmo. Si fece notare a tal punto da essere nominato consigliere per la Sicurezza nazionale dal neoeletto presidente Usa Richard Nixon nel 1969. Il suo operato sotto l’amministrazione Nixon lo rese il politico più influente al mondo in campo di politica estera e diplomazia durante gli anni Settanta.
L’approccio di Kissinger alla politica estera viene spesso fatto ricadere nel termine realpolitik, ovvero l’idea secondo cui gli interessi concreti della nazione vengono prima di principi ideologici. Questo porta a prediligere piani pragmatici e crudi. Tra quelli che molti ritengono essere i meriti di Kissinger rientrano sicuramente la nota détente, o periodo di distensione tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, così come la normalizzazione delle relazioni americane con la Cina. Non a caso Nixon fu il primo presidente a visitare la Cina in via ufficiale dopo la Seconda guerra mondiale, e questo risultato fu dovuto largamente a Kissinger. Il suo modo di portare avanti le vie diplomatiche attraverso frequenti e mirate visite nei Paesi interessati viene studiata oggi nei corsi universitari di relazioni internazionali sotto il nome di shuttle diplomacy.
Un personaggio come Kissinger non fu però esente da critiche. Tra i suoi atti più contestati vi è sicuramente il Nobel per la pace, ricevuto per i negoziati sulla fine della guerra in Vietnam, seppur il conflitto non si fermò affatto. Il premio fu tanto controverso che la controparte vietnamita di Kissinger, Le Duc Tho, lo rifiutò. Kissinger ebbe anche un ruolo decisionale preponderante in quelli che furono vari golpe in America Latina supportati dagli Stati Uniti, al fine di contrastare l’espansione del comunismo nel continente.
Ad esempio, documenti desecretati rivelano il suo coinvolgimento nel golpe del generale Augusto Pinochet contro il presidente cileno Salvador Allende nel 1973. Lo stesso vale per il golpe militare in Argentina che portò all’instaurazione di una brutale dittatura nel 1976. Gli Stati Uniti erano al corrente di quanto stesse accadendo e in quel periodo Henry Kissinger ricopriva la carica di Segretario di Stato americano.
Si tratta quindi di un personaggio controverso, tra chi lo ritiene un abile stratega e chi un favoreggiatore di atti violenti e anche di assassini. Indubbiamente si tratta di una delle figure politiche più influenti della storia contemporanea, sia nel bene sia nel male.