13.6 C
Roma
domenica 16 Marzo 2025
spot_img
spot_img

Giornale di attualità, opinioni e cronache dall'Italia e dal mondo
direttore: Massimo Marciano

HomeAttualitàIn 25mila, con 50 sindaci, a piazza del Popolo a Roma per...

In 25mila, con 50 sindaci, a piazza del Popolo a Roma per l’Europa unita

L'iniziativa del giornalista Michele Serra. Nessuna bandiera di partito, solo bandiere dell'Unione europea e della pace, ma i leader presenti

- Pubblicità -

Agenzia DIRE

Con le note di “Sogna ragazzo sogna” intonate da Roberto Vecchioni si è conclusa la manifestazione “Tutte le città, una piazza per l’Europa”, iniziata nel pomeriggio con l’Inno alla gioia, suonato da un’orchestra di archi e violini. L’iniziativa del giornalista Michele Serra, per chiedere più Europa, ha richiamato a piazza del Popolo migliaia di persone, 25mila secondo il presentatore Claudio Bisio. E probabilmente sarebbero potute essere molte di più.

In molti infatti sono rimasti fuori bloccati dalle forze dell’ordine. I manifestanti hanno chiesto una risposta compatta dell’Unione europea alle tante tensioni internazionali, scaturite anche dalle varie sortite del neopresidente Usa Donald Trump, in particolare per quel che riguarda il conflitto in Ucraina.

- Pubblicità -

Per motivi di sicurezza sono stati chiusi i varchi dopo un’ora circa dall’inizio. Una piazza così gremita effettivamente non si vedeva da tempo, bandiere blu dell’Unione europea, bandiere della pace, dell’Ucraina, della Georgia, un paio anche della Palestina – quasi mai menzionata dal palco – e nessuna di partito come richiesto dagli organizzatori, hanno colorato la manifestazione.

Folta la presenza di partiti, tutti dell’opposizione ad eccezione del M5s e dei sindacati. Presenti quasi tutti i leader, dalla dem Elly Schlein, a Carlo Calenda fino Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Quindi i segretari delle sigle confederali Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Tutta questa rappresentanza politico-istituzionale tuttavia, si è tenuta ai margini del palco.

Protagonista, infatti, il mondo della cultura, dell’associazionismo e dello spettacolo. Dopo il saluto iniziale di Michele Serra, si sono alternati, oltre allo stesso Vecchioni, Antonio Scurati, i video messaggi di Luciana Littizzetto e Jovanotti, il regista Paolo Virzì, lo scrittore Maurizio De Giovanni. Quindi l’inframezzo musicale di Maurizio Pagani con l’intramontabile “Crueza de ma” di Fabrizio De André.

«Diamoci una mossa – ha detto lo stesso Serra, aprendo la manifestazione – altrimenti l’unica bandiera che ci resta da sventolare sarà la carta di credito. Tutti vogliamo la pace ma non può esserci pace senza libertà. Nessuno è libero sotto le bombe e con un fucile puntato addosso. Abbiamo queste due parole “pace e libertà” ma non sappiamo usarle senza che ci cadano e si rompano». Serra ha poi chiuso il suo intervento, prendendosi l’applauso della folla, lanciando un appello ai politici presenti: «Aiutateci a sentirci meno soli».

La piazza era gremita come non si vedeva da tempo. Per questo motivo gli organizzatori hanno chiuso gli accessi. Per chi non è riuscito ad entrare è stato allestito un maxi schermo alla Terrazza del Pincio, sulla sommità della piazza.Nessuna bandiera di partito, ma una grande distesa blu e arcobaleno con lo sventolio di bandiere dell’Unione europea e della pace.

Tanti i politici presenti, nessuno della maggioranza e nessun 5 Stelle, come annunciato alla vigilia. Dal Pd al gran completo, ad Azione, Iv e +Europa. Quindi i leader, su tutti la segretaria dem Elly Schlein applaudita al suo arrivo nonostante la ressa scatenata da cronisti ed operatori.

Non sono mancati volti del mondo dello spettacolo. Dal cantautore Roberto Vecchioni allo scrittore Antonio Scurati. A fare il padrone di casa dal palco, il presentatore Claudio Bisio. «Sono qui per i miei figli», ha detto.

«Dobbiamo distinguere tra pace e pacifisti. Non si può accettare qualsiasi pace. I veri pacifisti siamo noi. Ai giovani dico, siete voi che dovete rimediare alle cazzate che abbiamo fatto noi», ha detto Vecchioni dal palco.

«Noi non siamo gente che rade al suolo le città – ha detto Antonio Scurati -. Non massacriamo i civili e non deportiamo i bambini e li usiamo come riscatto. Lo abbiamo fatto quando gli italiani, non tutti ma troppi, erano fascisti e alleati con i nazisti. Ma proprio per questo abbiamo smesso di farlo per sempre. Non deportiamo i migranti in catene a favore di telecamere. Non tagliamo i fondi pubblici alle associazioni umanitarie, non neghiamo il cambiamento climatico. Non umiliamo in mondovisione il leader di un Paese che da tre anni lotta per la sopravvivenza».

Scurati ha poi aggiunto: «Noi ripudiano la guerra, ma ripudiare la guerra non significa essere inermi, rinunciatari. Ho passato anni a raccontare il fascismo e le guerre; questo mi ha insegnato che la lotta è diversa dalla guerra. Essere contro la guerra non significa rinunciare a lottare. La democrazia è sempre lotta per la democrazia».

«Oggi niente polemiche. Ci godiamo questa bella manifestazione. Siamo tutti qui per un’Europa federale», ha detto la segretaria dem, Elly Schlein, a proposito delle posizioni divergenti sul riarmo.

«Questa è la piazza dei cittadini. Abbiamo portato il cuore delle nostre comunità. Noi vogliamo un’Europa più forte che dia risposte alle domande delle persone: più lavoro, più casa, più diritti. Noi siamo un unico popolo, quello europeo in cui tutti ci riconosciamo e dobbiamo difendere questi valori. Da questa piazza diciamo: “Vogliamo più Europa nelle città. Vogliamo una grande Europa che rappresenti tutti”. Non ci fermeremo, sempre insieme».

Così Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli e presidente dell’Anci, l’Asociazione nazionale Comuni d’Italia, sul palco di Piazza del Popolo a Roma con 50 sindaci.

(Ugo Cataluddi)

- Pubblicità -
Redazione
Redazione
Metropoli.Online - Giornale di attualità, opinioni e cronache dall'Italia e dal mondo
- Pubblicità -

Primo Piano

Ultimi Articoli

error: Content is protected !!