Il Ferragosto, come altre importanti feste a largo seguito popolare, ha ispirato la fantasia creativa di narrazioni letterarie e filmiche. Chi non ricorda l’incipit de “Il sorpasso”, splendido film di Dino Risi del 1962, rimasto una pietra miliare della commedia all’italiana, spesso riproposto in tv? «Nella Roma deserta di un Ferragosto qualunque…» è la frase che tematizza le avventure un po’ folli, caratterizzate da un sotterraneo conflitto di classe, dei due protagonisti (lo spavaldo e strafottente Bruno Cortona di Vittorio Gassman e il timido piccolo borghese Roberto Mariani di Jean-Louis Trintignant).
La festa che ricorre il 15 agosto, molto partecipata in Italia e occasione di scampagnate e pranzi di ricorrenza, è una festa religiosa molto importante: l’”Assunzione di Maria”, che celebra la chiamata in cielo in corpo e anima della madre di Gesù Cristo.
Ma perché allora la festa è ancora popolarmente conosciuta come “Ferragosto”, e molto meno come “Festa dell’Assunzione”? Da dove viene quel nome così popolare? Le parole molto spesso rivelano storie lunghe, complesse e anche travagliate. In questo caso, come in molti altri nella storia dell’umanità, abbiamo a che fare con un importante caso di “inculturazione”, cioè di “sostituzione” del valore simbolico e religioso di un evento con un altro.
Originariamente la festa agostana è una festa pagana denominata Feriae Augusti (vacanze di Augusto) e nasce nel 18 a.C. nell’Impero romano per volontà del primo Imperatore Gaius Iulius Caesar Octavianus (Cesare Ottaviano Augusto), nipote di Giulio Cesare, che la istituì per festeggiare il titolo di Augustus, cioè di “venerabile e sacro”, conferitogli dal Senato Romano. Precedentemente il mese prendeva il nome di Sexilis e in parte era già occasione di riposo e di festeggiamenti che traevano origine dalla tradizione dei Consualia, festa che cadeva il 21 agosto e celebrava la fine dei lavori agricoli, dedicata all’antico dio Consus, dio della terra e della fertilità.
Le Feriae Augusti, oltre a una funzione autocelebrativa, avevano lo scopo pratico di collegare tutta una numerosissima serie di festività che, oltre ai citati Consualia, avevano luogo durante tutto il mese. Servivano anche e soprattutto a fornire un lungo periodo di riposo, detto anche Augustali, dopo le fatiche alle quali si erano sottoposti i contadini romani nelle settimane precedenti.
Tra le molte feste ricorrenti nel periodo, vale la pena ricordarne alcune: la festa dedicata al dio Mars Ultor il 1° agosto; quella dedicata il 12 agosto alla dea egizia Iside; l’importante festa in onore della dea Diana Aventina il 13 agosto; il 19 e 20 agosto i Vinalia Rustica, festa del vino in onore del dio Iuppiter (Giove); i Volcanalia del 23 agosto, dedicati a Vulcano, dio del fuoco, fabbricante di armi e fulmini; il 28 agosto le Victoriae, festa della dea Vittoria, versione latina della Nike greca; e in conclusione Mundus Patens, la festa del 30 agosto in onore dei defunti.
In occasione dei vari festeggiamenti in tutto l’impero venivano organizzate corse di cavalli, mentre gli animali da tiro, che avevano validamente contribuito al duro lavoro nei campi, venivano esonerati dal lavoro e onorati ornandoli con ghirlande di fiori. Usanze, queste, che sono sopravvissute lungo i secoli: si ripropongono immutate nell’odierno “Palio di Siena”, in Toscana, dove il termine “palio” deriva da palium, il drappo di stoffa pregiata che spettava in premio ai vincitori della corsa dei cavalli nell’antica Roma.
Con l’avvento del Cristianesimo nell’impero romano molte feste pagane vennero abolite o “sostituite” da feste religiose cristiane, come nei casi ben noti del Natale e della Pasqua.
La festa al tempio di Diana Aventina del 13 agosto era talmente importante e seguita nel mondo pagano che cancellarla del tutto avrebbe provocato il malcontento del popolo. Per evitare questa eventualità la chiesa dedicò il 15 agosto a un’altra importante donna divina, ma cristiana: Maria, madre di Gesù Cristo. Il giorno venne allora dedicato alla festa della Dormizione (Dormitio, cioè il sonno, non la morte) di Maria, che implicava la sua assunzione in cielo in anima e corpo. Ma la Dormizione non era ancora esplicitamente la festa dell’Assunzione di Maria come la conosciamo oggi.
Dal Rinascimento, le feste religiose come la Dormitio furono considerate obbligatorie da decreti pontifici. Tuttavia questa ricorrenza religiosa, seppur di autorevole rilevanza rituale, non aveva ancora acquisito uno statuto dogmatico. Solo molti secoli dopo, il 1° novembre dell’anno santo 1950, papa Pio XII, Eugenio Maria Pacelli, trasformò la festa in dogma. Il 15 agosto divenne così la più importante festa mariana.
Papa Pacelli, attraverso la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus (Dio generosissimo), proclamò il dogma sua sponte, cioè senza l’approvazione del Concilio dei Vescovi e avvalendosi del dogma dell’infallibilità ex cathedra del Papa. Un passaggio della Costituzione rende evidente la forza del carisma del Papa, che si fa interprete di Cristo e dei santi: «… per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo…».
Numerose sono nelle varie regioni d’Italia le usanze, le tradizioni popolari e i cibi tipici legati al Ferragosto. Ma questa è un’altra storia, della quale tratteremo in altra occasione.