«È impensabile affidare la sicurezza negli ospedali a presidi di polizia che abbiano a disposizione solo uno o al massimo due agenti per turno. Come si potrebbe, così, impedire che vengano compiute aggressioni da parte di più persone?». Lo sostiene Salvatore Abbruzzese, segretario nazionale della Federazione nazionale lavoratori (Fnl). Secondo il leader dell’organizzazione sindacale autonoma, il decreto del ministero dell’Interno che dispone l’avvio di nuovi presidi negli ospedali, «finita ogni enfasi propagandistica, si dimostra nei fatti non compatibile in alcun modo con la grave carenza organica che si registra nella Polizia di Stato e nelle Forze dell’ordine in generale».
Lo scorso 8 marzo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva annunciato che 189 presidi di polizia erano già attivi o di imminente attivazione nelle strutture ospedaliere. «Si tratta – avevano fatto sapere dal Viminale in una nota – di un incremento del 50% rispetto ai 126 presidi preesistenti. In particolare, da febbraio sono stati aperti o riattivati 51 presidi di polizia ed altri 12 saranno a breve operativi. Il numero di operatori della Polizia di Stato complessivamente impiegati ogni giorno passa da 228 a 411 unità, con un aumento di 183 unità, pari all’80%».
«Ma se questi presidi – lamenta Abbruzzese – hanno solo uno o due agenti per turno, che ruotano lungo le 24 ore in turni da sei ore, come si può pensare che con così poco personale a disposizione possa essere messa in campo una prevenzione efficace? Un agente non è uno spaventapasseri: ne occorre un numero sufficiente per garantire una reale sicurezza, soprattutto se il presidio dovesse essere chiamato a operare non solo nel Pronto soccorso, ma in tutta la struttura ospedaliera».
La situazione si complica ulteriormente, secondo il sindacato Fnl, quando il presidio deve assolvere anche a tutte le funzioni proprie di un distaccamento di polizia. Compresa, quindi, anche la raccolta di esposti, denunce e querele.
«Ci chiediamo – commenta il segretario generale del sindacato Fnl, Giuseppe Alviti – come possa essere considerato così superficialmente il lavoro delle Forze dell’ordine, pensando che un solo operatore per turno possa assolvere a tutte le funzioni necessarie e anche essere un valido deterrente contro le aggressioni alle strutture e al personale sanitario. Per la mia esperienza, maturata nella vigilanza delle strutture sanitarie nell’hinterland napoletano, posso testimoniare che spesso ci si trova di fronte a persone esagitate, che nella migliore delle ipotesi danno una più che comprovata dimostrazione di squilibrio psicofisico temporaneo, impossibile da gestire nelle condizioni in cui il provvedimento del ministero dell’Interno mette gli operatori di polizia dei presidi ospedalieri».