Istituzione di una zona economica speciale (Zes) unica per tutto il Mezzogiorno, finanziamenti e assunzioni per rafforzare la capacità amministrativa degli enti territoriali, con nuove assunzioni nelle Regioni, nei Comuni e al Dipartimento per le politiche di coesione. Sono i principali contenuto del cosiddetto “Decreto Sud” approvato dal Consiglio dei ministri.
Il decreto legge, che riporta nel titolo “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese”, si pone l’obiettivo di promuovere investimenti e interventi volti a favorire lo sviluppo dell’intero territorio delle Regioni del Sud Italia.
La Zes, gestita direttamente dalla Presidenza del Consiglio, andrà a sostituire le 8 zone attualmente esistenti. Sarà una particolare zona del territorio dello Stato all’interno della quale aziende che svolgono attività economiche e imprenditoriali potranno beneficiare di speciali condizioni in merito agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Sarà istituita a partire dal 1° gennaio 2024 e riguarderà tutti i territori delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.
Per quanto riguarda le assunzioni per il potenziamento delle strutture amministrative, ne vengono previste 2.200 a tempo indeterminato così ripartite: 71 a livello centrale, 250 per le Regioni e 1.879 per i Comuni, finanziate da un programma europeo.
Il decreto prevede anche una cabina di regia per assicurare nel tempo efficacia e sostenibilità della strategia dello sviluppo e stanzia 45 milioni di euro per opere di interesse strategico a Lampedusa e Linosa, come la manutenzione straordinaria delle opere di urbanizzazione primaria, la realizzazione di impianti di depurazione e gestione delle acque reflue, la realizzazione di nuovi edifici pubblici e la riqualificazione e l’efficientamento energetico di quelli esistenti. L’obiettivo è di fronteggiare l’emergenza dovuta all’incremento dei flussi migratori rivolti verso le isole.
Per il rilancio dell’economia nel Mezzogiorno, a fronte degli storici ritardi dell’Italia nell’utilizzo dei fondi europei, il decreto prevede l’utilizzo delle risorse nazionali ed europee in materia coesione, con disposizioni in materia di programmazione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione e per la realizzazione degli interventi ammessi a finanziamento a valere sulla disponibilità del Fondo 2021-2027.