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Da Grottaferrata arriva un forte “Basta…!” alla violenza di genere

Alla vigilia della giornata della donna, inaugurata vicino al palazzo comunale l'installazione artistica che accompagna un ciclo di iniziative

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Piazza Eugenio Conti a Grottaferrata, la terrazza su cui si affaccia l’edificio comunale della città dei Castelli Romani, raramente è stata gremita quanto nella mattinata di venerdì 7 marzo. Alla vigilia della festa della donna, l’amministrazione ha deciso di inaugurare un progetto ideato dall’assessora alle pari opportunità, Paola Franzoso, dal titolo “Basta…!”: un percorso di incontri dedicati al tema della violenza di genere che proseguirà per tutto il 2025.

Il percorso è stato simbolicamente inaugurato venerdì 7 con lo svelamento dell’installazione artistica che per tutto l’anno resterà a simboleggiare l’importanza di questo tema e l’esigenza di cambiamento. L’intento è stimolare una riflessione in chi la incontra passeggiando per le strade cittadine. Ma soprattutto, come ha detto il sindaco, Mirko Di Bernardo, è stata posizionata accanto alla casa comunale perché fosse simbolicamente prossima alle istituzioni, che di questa piaga sociale hanno il dovere di prendersi carico.

Istituzioni nell’occasione ampiamente rappresentate in tutti i loro gradi, a partire dalle forze dell’ordine, schierate con carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia locale, a testimoniare il loro operato quotidiano e il sostegno all’iniziativa. Presenti le consigliere della Città Metropolitana di Roma e della Regione Lazio Alessia Pieretti ed Eleonora Mattia, l’onorevole Marianna Madia e la senatrice Beatrice Lorenzin. Le rappresentanti istituzionali hanno contribuito con i loro discorsi a rendere la cerimonia fortemente partecipata e sentita sul piano umano e culturale prima che su quello politico.

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Grande la partecipazione anche dei giovani, rappresentati dagli studenti degli istituti superiori di Grottaferrata, che hanno aperto la cerimonia inaugurale con la lettura di una poesia dedicata al tema, collaborando poi con il primo cittadino allo svelamento dell’opera successivo al taglio del nastro.

I grandi teli bianchi nascondevano la scultura realizzata dall’artista Anna Izzo: una gabbia gigantesca con all’interno un paio di scarpe rosse dai tacchi altissimi, uno dei quali fuoriesce dalle sbarre, proprio a testimoniare che “La violenza è una gabbia”: questo è infatti il titolo dell’opera.

Ma dalla violenza si può uscire, come ha spiegato l’artista stessa. Izzo ha raccontato che inizialmente aveva realizzato questa scultura in piccole dimensioni, ma ha voluto poi riprodurla in scala monumentale a simboleggiare un urlo di rabbia contro la violenza.

L’assessora comunale alle pari opportunità, Paola Franzoso, illustrando il programma di eventi che mensilmente si terranno fino a dicembre, ha sottolineato l’importanza del cambiamento e del raggiungimento della parità di genere. Un obiettivo possibile solo contribuendo alla formazione dei giovani e di una nuova cultura del rispetto che sconfigga quel seme di cultura patriarcale che ancora è presente nella nostra società.

Tra gli ospiti dei prossimi incontri anche Serena Dandini e il padre di Giulia Cecchettin, Gino. Alla memoria di Giulia, la città di Grottaferrata ha dedicato la prima casa di ospitalità per donne in difficoltà: un bene sottratto alla mafia che è stato riqualificato, anche con una valenza sociale. La riqualificazione è stata possibile anche grazie anche al lavoro dell’associazione “Ponte donna” la cui presidente, Carla Centioni, ha affiancato il sindaco, l’assessora e l’artista al momento del taglio del nastro.

Il discorso del primo cittadino Mirko di Bernardo, unica voce maschile in un coro femminile, è stato incentrato sulla cultura e sull’arte, armi potenti contro la violenza per la loro capacità di raggiungere direttamente l’anima, senza sovrastrutture: il modo più efficace per innescare il cambiamento culturale.

Nel suo discorso ha annunciato un importante risultato raggiunto da “Ponte donna”: all’associazione a cui è stata affidata la gestione della casa di semi-autonomia che a breve, grazie ai fondi ricevuti dall’associazione “Una, nessuna, centomila”, amplierà i propri spazi per poter dare uno luogo in cui vivere, con i loro figli, a più donne in difficoltà.

Rimanendo nell’ambito dell’importanza della cultura per il cambiamento, il sindaco ha annunciato anche un desiderio dell’amministrazione, a cui si sta già lavorando e che potrebbe concretizzarsi con l’ottenimento di fondi del Pnrr. Si tratta della costituzione di un museo della donna: un luogo vivo ed attivo che possa ospitare la produzione artistica e creativa di donne da tutto il mondo. Ci sarà anche uno spazio dedicato alla libera espressione, «perché la vera risposta alla violenza – ha spiegato il sindaco Mirko Di Bernardo – è la creatività, è l’amore, il servizio e la responsabilità e quindi anche l’arte, che è strumento di pace».

E proprio con occhio rivolto alla costruzione di una cultura consapevole si è concluso l’evento: una performance di danza-teatro eseguita dall’artista Corinna Torreggiani, accompagnata dalla voce di Daniela Di Renzo, dal sassofonista Francesco Consaga e dal contrabbasso di Daniele Dodaro. Insieme, hanno creato un’atmosfera coinvolgente, chiamando i rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e alcuni ragazzi a partecipare alla performance, in cui la danzatrice ha formato una rete di fili rossi tra cui si è esibita.

«È stato un onore – ha commentato l’assessora alle pari opportunità, Paola Franzoso – vedere quanti ragazzi e ragazze hanno preso parte a questo evento, perché è proprio da loro che può e deve partire un cambiamento sociale e culturale che possa combattere la violenza contro le donne. Con il progetto “Basta…!” l’amministrazione si impegna per un anno, non solo per il 25 novembre e l’8 marzo, per i diritti delle donne e la parità di genere».

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