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Covid, il sindacato di polizia Les: «Incerta l’efficacia del vaccino per gli agenti»

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Dopo le polemiche delle scorse settimane sull’efficacia dei dispositivi di protezione individuale forniti alla polizia, il sindacato di categoria Libertà e sicurezza (Les) esprime dubbi sulla scelta di destinare agli agenti il vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca. «Garantisce solo una bassa protezione; preferiamo quelli di Pfizer o di Moderna», dicono i sindacalisti della Polizia di Stato.

«Premetto – spiega Elvio Vulcano, portavoce nazionale di Les – che noi poliziotti riteniamo che sia un dovere civico vaccinarci tutti, se vogliamo contrastare la pandemia in atto, quindi non siamo contrari a farci vaccinare. Qualche tempo fa l’Amministrazione ci ha fatto compilare una richiesta formale di adesione alla vaccinazione e gran parte dei poliziotti ha risposto subito affermativamente. Il dubbio riguarda l’efficacia del vaccino a noi destinato».

In una nota, il sindacato di polizia fa riferimento alla valutazione dell’Agenzia europea del farmaco secondo la quale i dati sullo studio dell’efficacia del vaccino prodotto da AstraZeneca ne dimostrerebbero l’efficacia solo nel 59,5% dei casi. «Ma è il meno costoso di tutti i vaccini anti-Covid – affermano i rappresentanti degli agenti – e non dovrebbe essere certo questa l’unica valutazione da fare per la sua scelta. Piuttosto se ne valuti l’efficacia, anche considerato che alcuni medici di Roma hanno pubblicamente sostenuto via social di non ritenere adeguata la protezione assicurata dal prodotto in questione».

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Altro elemento di preoccupazione da parte dei poliziotti sono anche altre informazioni pubblicate sui dati dell’efficacia del vaccino di AstraZeneca, relativamente alla supposta diminuzione della sua efficacia nei confronti di persone al di sopra dei 55 anni. «Questo significa – dice Vulcano – che, considerando l’età media dei poliziotti ormai molto alta, in tanti non potranno nemmeno sottoporsi alla vaccinazione, pur volendo effettuarla».

«È lo stesso discorso – prosegue il portavoce nazionale di Les – delle mascherine che ci sono state fornite tempo fa, più simili a stracci per spolverare che utili per proteggerci dal contagio. Nel caso del vaccino, ricordo che noi poliziotti siamo una categoria particolarmente a rischio perché ogni giorno entriamo in contatto con decine e decine di persone. Per di più, operando per strada non abbiamo altri mezzi di protezione se non, appunto, le mascherine. Quindi, se non veniamo sottoposti ad una vaccinazione efficace, tenendo anche presenti le diverse varianti del virus che si stanno scoprendo in Italia, la nostra esposizione diventa particolarmente pericolosa. Se un poliziotto dovesse ammalarsi, potrebbe contagiare decine di colleghi, ponendo a rischio di chiusura interi reparti, come peraltro è già accaduto. E mettendo anche in pericolo lo svolgimento dei servizi di istituto: anche quelli essenziali che riguardano l’ordine e la sicurezza pubblica».

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Stefania Basile
Stefania Basile
Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».
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