Un “aiutino” per velocizzare pratiche senza eccessivi controlli, in cambio di regali e denaro. Poi, una volta “comprata” così la compiacenza di un funzionario dell’Enac, le pretese sempre più pressanti. È quanto emerge dai video e dalle intercettazioni ambientali della Polizia di frontiera di Fiumicino, che hanno portato alla denuncia di sette persone con l’accusa di corruzione e altre quattro per falso, relativo alla produzione documentazione non veritiera, utile per agevolare lavori in ambito aeroportuale.
È il secondo filone di un’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, partita nel 2019 e che aveva già visto coinvolte altre dieci persone. L’indagine della Polizia di frontiera di Fiumicino ha condotto all’individuazione di atteggiamenti sospetti da parte di alcuni imprenditori. Secondo l’accusa, attraverso video e intercettazioni sarebbero venuti alla luce gravi episodi di corruzione di un funzionario: degli imprenditori, a fronte di regali e denaro, avrebbero ottenuto certificazioni, autorizzazioni o comunque vantaggi per la propria attività. In mancanza dei necessari controlli, sarebbe stata prodotta diversa documentazione non veritiera per ottenere i necessari permessi per poter lavorare in ambito aeroportuale.
I video, alcuni dei quali sono stati diffusi dalla Polizia (ne riportiamo degli spezzoni qui in fondo), danno anche una rappresentazione di un modo di fare degli imprenditori accusati, arroganti e minacciosi nei confronti del funzionario, dopo la corresponsione di quanto pattuito per agevolare le pratiche, al contrario del comportamento ossequioso mantenuto prima dell’ottenimento del “favore”. Un esempio concreto e visibile, sostengono gli investigatori, di come la corruzione possa minare la struttura della Pubblica amministrazione, indebolendo fin dalle basi il prestigio e l’autorevolezza necessari per l’adempimento delle delicate funzioni affidatele.