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Cooperativa “Colomba bianca”, brindisi tra aromi di Sicilia e immagine della pace

Una politica imprenditoriale di risparmio energetico e rispetto del patrimonio naturale a sostegno della biodiversità e dell’ecosostenibilità

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Con lo sguardo fisso sul futuro e sulla valorizzazione del vino siciliano nel mondo,“Colomba Bianca”ha conquistato, con dedizione ed impegno, un posto di prestigio nell’ambito delle cooperative vitivinicole per quanto riguarda il biologico sia in Italia che all’estero. “Colomba bianca” è una delle realtà cooperativistiche della Sicilia che aderiscono all’Associazione generale cooperative italiane (Agci). Una sua caratteristica peculiare è l’avere sposato una politica imprenditoriale votata al risparmio energetico e al rispetto del patrimonio naturale a sostegno della biodiversità e dell’ecosostenibilità.

Gli oltre 1.800 ettari interamente condotti in regime di agricoltura biologica e una capacità produttiva di più di 14 milioni di litri, segmento che ad oggi rappresenta il 26% della produzione complessiva di “Colomba Bianca”, costituiscono uno straordinario valore aggiunto, capace di integrare, sapientemente, il concetto di sostenibilità all’interno della mission aziendale. Intervistiamo Dino Taschetta, presidente di Cantine “Colomba Bianca”.

Come e quando nasce la cooperativa?

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«Siamo arrivati adesso alla vendemmia numero 43. La cooperativa nasce sul territorio di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Abbiamo cinque siti produttivi e un altro in cui vi è il centro direzionale e la linea di imbottigliamento. Siamo leader in Italia per la produzione di linee bio, con più di 2400 soci».

Come mai questo nome?

«Mio padre, che è stato uno dei fondatori, mi ha raccontato che un giorno si trovava con degli amici con cui rifletteva sul nome da dare alla cooperativa. Poi è passata una colomba che si è posata sul palo di un vigneto e hanno pensato di chiamarla proprio così: “Colomba bianca”, un bel nome di speranza che mai come oggi, visto il conflitto tra Russia e Ucraina, ci sta bene perché simboleggia la pace».

Lei è presidente da quando?

«Ad aprile sono stati 25 anni di presidenza. Ero una ragazzino quando sono arrivato in azienda. Si diceva che non sarei arrivato a mangiare il panettone a Natale e invece ne ho mangiati 25. Un bel risultato direi».

La sua passione per il vino?

«Fin da ragazzo io e mio padre producevamo un po’ di vino in casa. Abbiamo avuto vigneti da sempre; anche mio nonno li possedeva».

Che tipi di vino producete?

«Vini bianchi, rossi, quasi tutte le uve siciliane. Abbiamo lavorato molto sui nostri prodotti, grazie alla ricchezza che offre il nostro territorio. Negli ultimi anni la cooperativa ha intrapreso un progetto di crescita, definendo una gamma di vini modellata su criteri che riflettono una visione di insieme del mercato, ma ha anche nei vini biologici, negli spumanti e su alcune produzioni di nicchia i suoi punti distintivi. Dalle multinazionali ai piccoli produttori trasportiamo vino in giro per l’Italia, ma anche all’estero».

Quindi il mercato non è esclusivamente italiano ma anche estero.

«Lavoriamo molto in Svezia, Canada, Inghilterra, Giappone, Cina. La Germania è uno di quei Paesi in cui lavoriamo molto. Stiamo investendo anche in Russia e la nostra preoccupazione è tanta a causa della drammatica guerra in corso».

La Sicilia è una terra in cui si producono molti vini. Qual è il valore aggiunto rispetto agli altri Paesi esteri?

«C’è una frase che mi fa arrabbiare molto. Si dice quando non si raggiungono gli obiettivi ed è: “Ha un grande potenziale”. Come a scuola quando gli insegnanti dicono ai genitori: “Suo figlio ha un grande potenziale ma potrebbe fare di più”. Qui la situazione è analoga: potremmo fare cose fantastiche. Un territorio diventa importante se gran parte della comunità si convince che siamo una terra di grande qualità perché se non percorriamo questa strada non porteremo mai risultati importanti».

Oggi tutti parlano di “biologico”. Voi lo producete da quando?

«Come vino vero e proprio è da quando io sono diventato presidente, quindi da 25 anni. Sono sempre stato innamorato del bio: dal grano, ai pomodori, all’ortofrutta. Non esisteva manco il regolamento comunitario quando ho iniziato a occuparmi di biologico. E oggi posso affermare che nel solo anno 2021 abbiamo lavorato 120 mila quintali di uve biologiche, che rappresentano il 24% della produzione complessiva a livello globale, con le certificazioni di sostenibilità Viva e Sostain, la sensibilizzazione degli agricoltori verso i temi ambientali e l’innovazione tecnologica mirata alla razionalizzazione delle risorse, a un approccio integrale di economia circolare, che va dalla fonte al bicchiere, con un packaging di prodotto interamente sostenibile. Crediamo molto nel valore sociale dell’impresa, nella responsabilità che chiama tutti noi a fare sempre più e sempre meglio, per preservare il presente e consegnare alle future generazioni una nuova vision legata alla terra e al territorio».

Quali conseguenze ha portato la pandemia su produzione e distribuzione?

«Sicuramente su alcuni canali distributivi abbiamo avuto un bel po’ di problemi, ma stiamo lavorando su alcuni progetti per migliorarci sempre».

Il processo di digitalizzazione è fondamentale per le imprese e le cooperative. Voi avete un canale e-commerce?

«Certo. La vendita online è importante, è un sistema sempre in crescita. Oggi possiamo dire che è una buona vetrina per un’azienda. Il digitale fa parte della nostra vita».

Cosa vuol dire cooperazione per lei? Il suo rapporto con il presidente di Agci Sicilia, Michele Cappadona?

«Ho un rapporto bellissimo con Michele. Sento che gli voglio bene, ho una grande stima nei suoi confronti, ci lega una profonda amicizia. Fare cooperazione vuol dire lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune, valorizzando il territorio e la sostenibilità. È di questo che ci sentiamo fieri ed orgogliosi».

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Mascia Garigliano
Mascia Garigliano
Orgogliosamente calabrese, romana d’adozione. Nata nel 1983, giornalista professionista dal 2010. Attualmente sono responsabile ufficio stampa di AGCI (Associazione generale cooperative italiane). La scrittura e la lettura sono il mio pane quotidiano. Ho esperienza come redattrice, addetta stampa, social media manager e organizzatrice di eventi. Adoro viaggiare, fisicamente e con la fantasia. Il tempo libero lo passo a cucinare, nuotare e boxare. Particolare predilezione per i cani, amo la natura e i casolari in campagna, con mare annesso. Un mio motto? “Può cambiare il modo di comunicare ma il giornalismo rimane pur sempre il Quarto potere”.
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