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La sempre attuale lezione di Copernico e il quarto d’ora d’attenzione sui media

Se la proposta di legge sul “reato di negazionismo climatico” dovesse passare, da lì in poi varrebbe tutto, contro ogni “dissenting opinion”

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Colpo di calore o colpo da maestro, quello di Angelo Bonelli, che ha ottenuto grande attenzione di media e opinione pubblica con la brillante idea di annunciare la proposta di istituire il “reato di negazionismo climatico”? Ai posteri l’ardua sentenza. Certo è che verrebbe da commentare che Bonelli è riuscito a convincere anche i più scettici che il cambiamento climatico è vivo: solo un colpo di calore può portare a ipotizzare la codificazione di un tale reato di opinione.

Già me le immagino le corti di giustizia intasate da contenziosi in cui un vicino accusa l’altro perché lo ha sentito dire chiaramente che «non fa poi così caldo». E giù di querela per negazionismo climatico. Fa impressione persino scriverlo.

Quello che ad oggi invece già possiamo senza dubbio affermare è quanto certi “sinistri” (!) presagi altro non siano – messe ora da parte le battute e cercando di ragionare seriamente – che l’esplicitazione più forte della violenza latente che si cela (e nemmeno troppo bene) dietro certi giochi della politica e dei poteri. Con la messa all’indice di qualsiasi dissenting opinion. Se questa proposta di legge dovesse mai passare, da lì in avanti varrebbe tutto.

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Prima la pandemia, con le richieste di abiura ai “negazionisti del Covid”, senza le quali nei talk show agli interlocutori, secondo l’interpretazione data da alcuni estremisti, non avrebbe dovuto essere concessa parola, poi un timido accenno di negazionismo anche per il conflitto russo-ucraino (ma lì non ha attecchito, direi) e adesso persino il negazionismo climatico. Utilizzando questa loro logica, all’epoca avrebbero tacciato come “negazionista” pure Niccolò Copernico.

Ci eravamo soffermati solo qualche giorno fa (leggi qui: “Quelli lì” e “gli altri”: quando la scelta delle parole è importante) a riflettere su quanto l’uso del termine negazionismo sia inappropriato, e più che una definizione soggettiva indichi la mancanza di dialogo tra due parti tra le quali solo una – quella dei negazionisti, appunto – viene identificata, e si argomentava che una possibile finalità di questa categorizzazione fosse appunto la messa all’indice degli appartenenti a questa pericolosa “setta” che «non ha poi così caldo». Ed ecco che “tac”, ti parte Bonelli dall’angolo e arriva con azione aggressiva vicino alla porta tentando un goal. Non si può stare un attimo tranquilli, insomma.

Ma chissà se l’onorevole Bonelli abbia coscienza che nemmeno sotto il fascismo si era arrivati a tanto? O che tanti dei disastri a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi non sono stati causati da una diversa percezione della temperatura (che poi di questo stiamo parlando, e incriminare qualcuno perché si permette di non avere caldo è l’anticamera della prigionia giustificata da ogni bizzarria o capriccio di potere) ma bensì da gestioni (e quindi azioni reali)? Alcune di queste gestioni hanno anche visto protagonisti per anni gli stessi Verdi e la sinistra.

Un esempio? La lotta alla costruzione degli invasi che nella appena trascorsa “emergenza idrica” portò all’evidenza di tutti che i vasi di raccolta dell’acqua in Italia non sono stati costruiti perché i Verdi, appunto, si sono sempre opposti. Il mondo non ha bisogno di essere salvato dai cambiamenti del clima. Se siamo qui dopo tanti cambiamenti climatici nei millenni è perché l’uomo sa adattarsi anche senza i soldi del Pnrr. Ciò da cui questa società ha bisogno assoluto di essere salvata è dalle azioni scellerate in conseguenza di scelte ideologiche fatte a priori.

Vogliamo parlare, per fare solo uno degli ultimi esempi, delle macroscopiche carenze dimostrate dall’amministrazione targata Pd nella gestione della Regione Emilia Romagna? Ma anche lì chi ha sollevato dubbi, ad esempio, sulla gestione della diga è subito stato minacciato di querela. È questa la visione della democrazia di cui vorrebbe farsi paladina una certa sinistra? Con tutti i danni che verosimilmente mai si ripareranno?

Le strade crollate, le attività perse, le case sfollate e i morti non sono opinioni, ad onta della visione di Bonelli su possibili “reati di opinione”: sono fatti. E per quei fatti, chi accusiamo?

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Lorenza Morello
Lorenza Morellohttps://lorenzamorello.it/
Giurista d'impresa e presidente nazionale Apm (Avvocati per la mediazione), si occupa di aziende, internazionalizzazione e ristrutturazione del debito e ritiene da decenni che la sua “missione” sia quella di rendere il diritto più comprensibile a tutti. Aiuta le aziende e le persone a prevenire il conflitto anziché venirne travolte. Laurea in giurisprudenza a Torino, 110 magna cum laude e premio Bruno Caccia, ha studiato a Oxford, Strasburgo, Oldenburg, Atene e Montreal. Autrice di molteplici pubblicazioni (tra le ultime "No taxation without representation") è nota nel mondo radiofonico e televisivo in Italia e all'estero anche grazie al suo ruolo di consulente di “Casa Italia”, su Rai Italia, in cui risponde ai quesiti e ai dubbi degli italiani nel mondo.
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