Vivere lo spirito del 25 novembre per 365 giorni l’anno. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la cui ricorrenza è appunto nel giorno che ci apprestiamo a celebrare a breve, non è solo un appuntamento annuale: è un impegno da rendere vivo ogni giorno. Come fa l’Associazione indipendente donne europee (Aide), associazione di promozione sociale di Nettuno, in provincia di Roma, attiva con tantissime iniziative, in primo luogo grazie all’impegno della sua presidente, Anna Silvia Angelini, tra le fondatrici.
«Guidate dalla passione e dalla volontà di creare un cambiamento concreto – dice Angelini – nel 2013, in un contesto sociale ancora troppo spesso segnato dalla disparità di genere, con le altre fondatrici abbiamo dato vita a un’associazione che, fin dai primi anni, si è distinta per la sua capacità di offrire ascolto, sostegno e speranza a tutte le donne vittime di violenza».
Offrire un punto di riferimento alle donne che hanno subito violenza è un impegno molto importante e offre un concreto punto di riferimento per chi si trova in questo momento di fragilità della propria vita. In questi anni l’Aide ha promosso, tra le altre cose, campagne di sensibilizzazione e formazione di operatori, ha organizzato convegni e seminari, ha collaborato alla realizzazione di progetti pilota per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere.
I vostri molteplici impegni “sul campo” in quali territori vi hanno visto coinvolte?
«Con una visione ampia e inclusiva, Aide Nettuno ha fin da subito inteso la violenza di genere come un problema nazionale. Pertanto, ha rapidamente esteso le sue attività oltre i confini locali, collaborando con istituzioni e associazioni in tutto il Paese. Attraverso un’intensa attività di networking, l’associazione ha creato una rete di contatti a livello nazionale, facilitando lo scambio di buone pratiche e la condivisione di esperienze».
Tra le vostre iniziative, ne vogliamo ricordare qualcuna?
«Lo sportello “Uscita di sicurezza” rappresenta un punto di riferimento fondamentale per le donne vittime di violenza nel territorio di Nettuno, Anzio e zone limitrofe, offrendo ascolto, supporto psicologico, legale e assistenza pratica. Il Premio “Donna d’autore” celebra l’eccellenza femminile in diversi ambiti, ispirando le nuove generazioni e creando modelli positivi. L’associazione crede fermamente che l’investimento nelle donne sia un investimento nel futuro e promuove l’utilizzo delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, per favorire l’empowerment femminile e combattere le disuguaglianze di genere».
Quali sono i risultati che avete ottenuto con lo sportello “Uscita di sicurezza”?
«Nel corso dei primi nove mesi del 2024, il centro ha accolto complessivamente 52 donne, provenienti principalmente dai comuni di Anzio, Nettuno, Ardea, Aprilia e Roma. Abbiamo fornito 30 consulenze legali, avviato 22 percorsi psicologici o di counseling, tenuto 150 colloqui telefonici (ma i contatti telefonici generici sono stati il doppio): tra questi, una trentina sono stati i colloqui telefonici sostenuti con donne che ci hanno contattato da altre regioni. Ci siamo trovate a gestire anche due casi in cui le misure di prevenzione a tutela della vittima prevedevano l’utilizzo del braccialetto elettronico».
«Abbiamo poi continuato il progetto di corsi di sensibilizzazione nelle scuole avvito nel 2016. E abbiamo tenuto rapporti di collaborazione con altre realtà del territorio e nazionali con la campagna nazionale “Una rosa per tutte”, che ha coinvolto 30 associazioni di tutta Italia»
Quali sono i vostri impegni in prospettiva futura?
«L’Aide Nettuno, rappresentando le donne europee, con i suoi progetti da anni è impegnata a contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 Dell’Unione europea. Il nostro obiettivo è creare un futuro più equo e sostenibile, dove le donne possano esprimere appieno il loro potenziale. L’associazione mira a consolidare i risultati raggiunti e ad ampliare le proprie attività, con l’obiettivo di: rafforzare la rete di protezione delle donne vittime di violenza; promuovere politiche pubbliche a favore dell’uguaglianza di genere; sostenere l’imprenditoria femminile e l’innovazione sociale; combattere gli stereotipi di genere e promuovere una cultura del rispetto».
Qual è il contesto nel quale vi trovate ad operare?
«I dati che abbiamo visto prima riguardo allo sportello “Uscita di sicurezza” dimostrano quanto il centro sia un punto di riferimento fondamentale per chi vive situazioni di disagio. Tuttavia, emergono alcune criticità. Innanzitutto, carenze del sistema: la giustizia lenta e la mancanza di risorse dedicate alla lotta alla violenza di genere rappresentano ostacoli significativi».
«C’è poi bisogno di prevenzione: è fondamentale continuare a investire in progetti di prevenzione e sensibilizzazione, soprattutto nelle scuole. Importante è offrire adeguato supporto psicologico: l’accompagnamento psicologico è un elemento cruciale nel percorso di uscita dalla violenza, ma le risorse dedicate a questo servizio sono ancora limitate».
Cosa c’è ancora da fare, al di là delle celebrazioni pur giustissime del 25 novembre, giorno dopo giorno?
«È necessario un impegno costante da parte delle istituzioni e della società civile per superare le barriere ancora esistenti e garantire un futuro libero dalla violenza».