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Alberto Lombardi è “profeta in patria” con la sua “Musica attraverso gli anni”

Chitarrista poliedrico, cantautore, talento italiano apprezzato nel mondo. Con il nuovo album arriva alla ribalta finalmente anche in Italia

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La musica che ha attraversato i nostri anni, vissuti emozionandoci, ascoltando canzoni dalle melodie indimenticabili: «Un disco che avevo in mente da sempre, perché da tutta la vita mi porto dietro queste canzoni. Così ho deciso di realizzarlo, perché idealmente esisteva già». In questo modo Alberto Lombardi presenta il suo nuovo album, Through The Years, una raccolta di quindici brani leggendari e due inediti, pensati per la chitarra acustica.

Il tratto distintivo del disco è nell’originalità degli arrangiamenti e dell’interpretazione, rispetto al solito disco di cover. Infatti, chitarrista poliedrico, cantautore, arrangiatore e produttore discografico italiano apprezzato a livello internazionale, Lombardi ha uno stile personalissimo, che unisce diverse esperienze musicali (rock, pop e jazz), le principali tecniche usate dai chitarristi, l’improvvisazione e i suoi virtuosismi, tanto d’arrivare a generare perfino l’effetto di una chitarra elettrica suonando l’acustica.

Agilità, maestria, sensibilità musicale e interpretativa, in questo disco offrono un nuovo splendore a canzoni di Steve Wonder, Beatles, Lucio Dalla, Nicola Piovani e tanti altri. Le registrazioni, avvenute durante il periodo della pandemia, includono musica della Motown, la storica casa discografica di Detroit che, partendo nel 1959, decretò il successo di gran parte delle stelle della soul music e delle loro incisioni: Isn’t she Lovely (Steve Wonder), My Girl (Temptation), You can’t Hurry Love (Supremes), I Heard Through The Grapevine (Marvin Gaye), per citarne alcune.

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Uno spazio nel disco è dedicato alla musica dei Beatles, con: Eleanor Rigby, Fixing a Hole e The Long and Winding Road di Paul McCartney. La musica dei nostri anni, che ha consolato e commosso ricordando la dolorosa parentesi storica dell’Olocausto, è presente in quest’album attraverso brani estratti dalle colonne sonore di due film: Schindler’s List e La vita è bella. Preziosissima è la versione per chitarra che il musicista romano propone di Bella ciao, canzone che appartiene alla storia di un Paese come il nostro e al mondo intero, tra ideali e numerose versioni.

Though The Years contiene infine due composizioni originali: la suite che dà il titolo al disco e Ah! The 80’s, un brano strumentale nel quale Lombardi sfrutta una tecnica denominata “fingerstyle”, che consente al chitarrista di suonare più linee melodiche contemporaneamente oppure la melodia e la linea del basso con le dita della stessa mano.

Alberto Lombardi è un talento apprezzatissimo a livello internazionale e del quale l’Italia può vantarsi. Accompagnando chitarristi molto influenti sulla scena mondiale, Peter Finger, Muriel Anderson, Tim Sparks e altri, ha riscosso un notevole successo negli anni. Il suo terzo album, Home, che precede questa sua ultima pubblicazione discografica, è stato missato dal notissimo Bob Clearmountain, collaboratore di Bruce Springsteen e dei Rolling Stones, che in sala di registrazione ha così esortato il nostro connazionale: «Wow! Questo sì che è un gran pezzo di musica! Sei un chitarrista fantastico: tu devi assolutamente diventare una grande star anche in Italia!».

Lombardi ha appena concluso il suo tour con Tommy Emmanuel, chitarrista australiano riconosciuto come uno dei migliori al mondo, ed è ripartito con un suo progetto, suonando dal vivo in Italia accompagnato da una band. I suoi concerti danno spazio a composizioni originali, a canzoni italiane e al classic rock, al blues, al soul, riarrangiati per chitarra.
Recentemente, insieme alla band che lo accompagna, si è esibito al Quid di Roma, in un concerto dal titolo “Stratocaster Tribute”, che è parte di un progetto dedicato alle chitarre storiche e ai musicisti che le hanno rese celebri, raggiungendo la popolarità e introducendo innovazioni o inaugurando nuovi stili.

Insieme ad Alessandro Beccati (batteria e cori), Menotti Minervini (basso) e Andrea Minissale (tastiere), il concerto di Alberto Lombardi è stato un omaggio alla Stratocaster, un marchio famosissimo per la “sei corde” impugnata da Eric Clapton, Frank Zappa, Jeff Beck, Jimi Hendrix e altre leggende del rock e del blues.

Le canzoni eseguite sul palco dai quattro musicisti, con Alberto Lombardi nella doppia veste di chitarrista e cantante, sono state anche raccontate. Un pubblico partecipe ed entusiasta, ha ascoltato con curiosità e divertimento storie e aneddoti riguardanti le rock star e le loro vicissitudini personali, come nel caso di Jeff Beck e Stevie Wonder: Lombardi ha rivelato che Superstition, canzone famosissima di Stevie, in realtà, avrebbe dovuto essere incisa da Jeff Beck, ma poi l’autore cambiò idea e decise di cantarla lui stesso. Per farsi perdonare, Wonder cedette a Jeff Beck un’altra canzone, Cause We Ended As Lovers. Peccato, però, che questo brano non abbia mai raggiunto la stessa popolarità di massa conquistata da Superstition!

Interessante e divertente, dunque, è stata anche la parte divulgativa del concerto. La presenza di alcuni musicisti tra gli spettatori ha spinto Lombardi a parlare anche delle tecniche per appassionati di chitarra, rendendole comunque comprensibili a tutti.

Il concerto è iniziato con la musica dei Pink Floyd (Shine on You Crazy Diamond, Money) per proseguire con brani di John Meyer, Eric Clapton, Jeff Beck, David Bowie, Stevie Ray Vaugan, Hendrix e due canzoni scritte da Alberto Lombardi: Perfect Lovers e Start Again. White Room è stato il brano che ha permesso a tutti di ricordare i Cream, gruppo nel quale Clapton aveva suonato prima di dedicarsi alla carriera da solista.

Cocaine ha ottenuto la complicità del pubblico, che ha cantato divertendosi. Layla è stata suonata verso il finale, nell’emozione generale in crescendo, grazie alle canzoni che l’hanno preceduta: Scuttle Buttin’e Pride and Joy di Stevie Ray Vaugan; Goodbye Porkpie Hat, uno standard jazz scritto da Charles Mingus, bassista di Thelonious Monk, ma ripreso dalla tradizione  del rock, grazie a Jeff Beck; i capolavori di Jimi Hendrix, Purple Haze, Fire, Little Wing; Let’s Dance di David Bowie, col suo celebre riff concepito da Nile Rodgers, produttore discografico di molti artisti e gruppi, come Madonna e i Duran Duran, nonché ex membro degli Chic e “principe della disco”, come Alberto Lombardi ama definirlo.

La storia personale di Lombardi è legata a questo gruppo. Infatti, nel corso dello spettacolo il chitarrista cantautore ha raccontato che, mentre si trovava in sala di registrazione con le cantanti degli Chic, Luci Martin e Norma Jean Wright, e con l’ingegnere del suono Bob Clearmountain, Luci fece ascoltare una sua canzone al chitarrista Nile, il quale gli lasciò i complimenti scritti su un biglietto che Alberto Lombardi – lo ha confessato – ha orgogliosamente incorniciato.

Lo Stratocaster Tribute è stato un concerto emozionante, conclusosi con I Shot The Sherif di Clapton e il bis con Black Napkins di Frank Zappa. Alessandro Beccati, Menotti Minervini e Andrea Minissale hanno suonato in modo impeccabile regalando splendidi assoli, canzoni meravigliose, alcune delle quali complesse sul piano formale, mettendo in luce le loro qualità di musicisti valenti e virtuosi.

Del resto, Alberto Lombardi, musicista e cantante al suo quarto album, in Italia è conosciuto soprattutto per aver suonato nei festival di chitarra nazionali e internazionali, per aver accompagnato star internazionali o artisti italiani come Barbarossa, Di Cataldo, Groff, Bertè, Alan Sorrenti, Tony Esposito, arrivando a suonare fino all’Olimpico, a San Siro, al Pavillao Atlantico di Lisbona.

In qualità d’insegnante e di divulgatore, ha pubblicato numerosi saggi e articoli, quattro metodi didattici per imparare a suonare la chitarra e due album di chitarra acustica sola che hanno ricevuto recensioni entusiaste dai più importanti giornali specializzati del mondo. È stato in tour negli Stati Uniti, ha suonato in molte città europee, ma un’esperienza che l’onora è quella vissuta suonando al Los Angeles Museum of the Holocaustper, in occasione del Memorial Day, alla presenza dei sopravvissuti dell’Olocausto che, sulle note di Bella ciao, commossi, lo hanno accompagnato col battito delle mani.

Insomma, Alberto Lombardi, fra concerti, divulgazione e insegnamento, dischi e tour internazionali, si rivela un eccellente artista e ambasciatore della cultura musicale italiana nel mondo, in attesa di farsi conoscere meglio anche nel proprio Paese.

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Giuseppina Brandonisio
Giuseppina Brandonisiohttps://musicheculture.altervista.org/
Giornalista pubblicista, conduttrice radiofonica, addetta agli uffici stampa, consulente per la comunicazione, saggista, nasco a Bari, ma lascio la mia città natale e la professione di maestra per trasferirmi a Roma. Studio all’Accademia del giornalismo musicale, mi laureo in Scienze della Comunicazione, conseguo la Laurea Magistrale in Editoria e Giornalismo, con lode. Da allora, mi divido tra il lavoro di cronista, direttore o vicedirettore responsabile di testate on line, caporedattrice, conduttrice di giornali radio, e la conduzione di trasmissioni musicali, di cui sono anche autrice. Apro e curo pagine “social” e lavoro per diverse testate, locali e nazionali, generaliste o musicali. Nel 2001 fondo anche un mio blog, Musiche & Culture. Esordisco giocando, nel giornalino della scuola elementare, e sogno il mio futuro professionale ascoltando la radio ma… per la cronaca, mi impegno a diventar concreta, attenta e scrupolosa.

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  1. […] Il tratto distintivo del disco è nell’originalità degli arrangiamenti e dell’interpretazione, rispetto al solito disco di cover. Infatti, chitarrista poliedrico, cantautore, arrangiatore e produttore discografico italiano apprezzato a livello internazionale, Lombardi ha uno stile personalissimo, che unisce diverse esperienze musicali (rock, pop e jazz), le principali tecniche usate dai chitarristi, l’improvvisazione e i suoi virtuosismi, tanto d’arrivare a generare perfino l’effetto di una chitarra elettrica suonando l’acustica. Agilità, maestria, sensibilità musicale e interpretativa, in questo disco offrono un nuovo splendore a canzoni di Steve Wonder, Beatles, Lucio Dalla, Nicola Piovani e tanti altri. Le registrazioni, avvenute durante il periodo della pandemia, includono musica della Motown, la storica casa discografica di Detroit che, partendo nel 1959, decretò il successo di gran parte delle stelle della soul music e delle loro incisioni: Isn’t she Lovely (Steve Wonder), My Girl (Temptation), You can’t Hurry Love (Supremes), I Heard Through The Grapevine (Marvin Gaye), per citarne alcune. Continua a leggere su Metropoli on line […]

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