«È evidente che, oltre alla dimensione giudiziaria, vi è una dimensione politica». Lo ha detto Stefano Fassina, deputato di Leu, chiedendo ai sindaci di Anzio e di Nettuno di dimettersi dopo il blitz dei carabinieri di ieri che ha portato a 65 misure cautelari nei confronti di presunti esponenti e fiancheggiatori di un clan della ‘ndrangheta attivo sul litorale laziale. Il parlamentare ha anche annunciato, a tale proposito, la presentazione di un’interrogazione urgente da parte del suo partito alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.
«Dalle intercettazioni – ha spiegato il deputato di Liberi e uguali – sono evidenti i riferimenti politici nelle attuali Giunte alla guida delle due città. I sindaci di Anzio e Nettuno non sono indagati. Auspichiamo per la residua credibilità delle istituzioni che possano rimanere fuori da ogni responsabilità penale». Per l’esponente di Leu i sindaci della due città «dovrebbero valutare se, alla luce di quanto emerge in termini di sostegno elettorale ricevuto direttamente o indirettamente dalle organizzazioni criminali individuate, possono continuare a svolgere il loro lavoro».
Il blitz di ieri dei carabinieri del comando provinciale di Roma e dei comandi locali, con il supporto dello Squadrone Cacciatori di Calabria dell’Arma, specializzato nelle indagini sugli esponenti di spicco della ‘ndrangheta, è giunto al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma. Secondo gli inquirenti un clan, articolazione territoriale di una più complessa organizzazione diffusa in Italia e all’estero, si sarebbe infiltrato nel tessuto politico e imprenditoriale del litorale laziale per gestire il traffico internazionale di droga e le attività locali di smaltimento dei rifiuti.
«A tutela del buon funzionamento delle due amministrazioni e della loro attività amministrativa – continua Fassina riferendosi sempre ai sindaci di Anzio e Nettuno – dovrebbero rassegnare le dimissioni. Sarebbe davvero umiliante sul piano istituzionale e politico se si dovesse arrivare allo scioglimento (per Nettuno sarebbe il secondo) a conclusione dell’intervento della Commissione ispettiva nominata dal Prefetto di Roma».
Sulla vicenda è intervenuta anche un’altra esponente di Leu, la presidente del Gruppo misto al Senato, Loredana De Petris: «La maxiretata di ieri ad Anzio conferma quel che avevo denunciato sin dal 2016: la ‘ndrangheta è presente in forze ad Anzio e Nettuno, si è installata nel litorale del Lazio, inquina e condiziona le amministrazioni locali. Ora non si può più perdere un solo minuto. L’occupazione del litorale da parte delle ‘ndrine è un dato di fatto e bisogna intervenire subito, con la commissione d’accesso e con il commissariamento di Anzio e Nettuno, prima di perdere ogni possibilità di recuperare il controllo su quel territorio».