Una vendetta per futili motivi, conseguente a un litigio avvenuto poco prima. Per questo i carabinieri hanno arrestato tre persone per l’ipotesi di reato di tentato omicidio premeditato: accusa della quale i tre sospettati dovranno rispondere al magistrato, mentre la stessa vittima è indagata perché accusata dagli investigatori di aver reso loro dichiarazioni elusive subito dopo l’accaduto. Il fatto, che ha destato scalpore nella scorsa estate ai Castelli Romani, è accaduto nei pressi di un ristorante al lago di Castel Gandolfo.
Nelle prime ore di questa mattinata, a Roma, i carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip di Velletri, su richiesta della Procura della Repubblica veliterna. L’ordinanza dispone la misura cautelare del carcere nei confronti di tre uomini romani, di età compresa tra i 25 e i 41 anni, ritenuti gravemente indiziati di tentato omicidio premeditato e danneggiamento, commessi con una pistola illegalmente detenuta.
L’indagine è stata avviata dai carabinieri del Nucleo operativo e della stazione di Castel Gandolfo a seguito di un’azione a colpi di arma da fuoco avvenuta nella notte dello scorso Ferragosto nel parcheggio di un noto ristorante lungo le sponde del lago Albano di Castel Gandolfo. In quell’occasione, furono esplosi sei colpi di pistola ad altezza d’uomo che, fortunatamente, non colpirono nessuna delle persone che si trovavano sul posto. Solo alcune auto parcheggiate vennero danneggiate dai proiettili.
Le conseguenti indagini dei carabinieri del capitano Davide Acquaviva, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, hanno portato gli inquirenti alla convinzione che i tre uomini oggi arrestati avrebbero sparato con una pistola calibro 45, da loro ottenuta a Roma, per rivalersi nei confronti di un 30enne con il quale avrebbero avuto una colluttazione per futili motivi circa un’ora e mezzo prima nel locale nel cui parcheggio, poi, avrebbero esploso i colpi di arma da fuoco. Lo stesso 30enne è stato indagato in stato di libertà per favoreggiamento personale, con l’accusa di aver rilasciato dichiarazioni elusive nel corso delle indagini.