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Un pezzo di Parigi tutto per te

Frammenti in zinco delle coperture degli edifici parigini trasformati in oggetti di design. Con tanto di coordinate del luogo di prelievo

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A chi non è mai capitato, dopo un viaggio in una città che gli è rimasta nel cuore o al pensiero di momenti passati in quel posto o nel fantasticare di un luogo che vorrebbe visitare, di desiderare di vivere sempre accanto a quella località? Ebbene, ora è possibile farlo con Parigi. Portare a casa un pezzo della romantica e affascinante capitale francese per averlo sempre accanto a sé? Ora è alla portata di qualunque appassionato della Ville Lumière poterne avere un pezzo tutto per sé.

Il merito di questa iniziativa senza dubbio originale è di Costance Fichet-Schulz, che ha intrapreso la commercializzazione dei tetti di Parigi. O meglio, di frammenti in zinco delle coperture degli edifici parigini, trasformati in oggetti di design: i Toit de Paris, di cui hanno parlato a più riprese giornali e tv (vedi il filmato in fondo a questo articolo).

Costance è infatti una designer e ha pensato bene di sfruttare un’opportunità data dal recupero delle lastre di zinco dai cantieri che ristrutturano i vecchi tetti. La particolarità dei tetti di zinco di Parigi, che sono oltre il 70% di quelli che oggi coprono le abitazioni della capitale transalpina, è frutto di una decisione di Napoleone III. L’attivissimo Imperatore dei francesi, verso la metà del diciannovesimo secolo, decise infatti che Parigi dovesse avere una svolta e diventare una città moderna. Incaricò per questo motivo il barone Haussmann di provvedere.

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Georges Eugène Haussmann era un politico, ma soprattutto un urbanista. Ebbe anche l’incarico di prefetto della Senna. Fedele al progetto dell’Imperatore, il barone-urbanista rivoluzionò l’impostazione urbanistica della capitale distruggendo tutto ciò che si poteva della vecchia impostazione medioevale della città, che per sua mano cambiò volto. Grandi e spettacolari arterie stradali presero il posto dei vecchi edifici, sostituiti da nuove costruzioni che affiancavano spesso lunghi viali alberati. Lungo i quali iniziarono a sorgere anche edifici pubblici di particolare valore architettonico, come l’Opéra.

Ma Haussmann non si fermò qui. Parigi venne di fatto rivoltata da capo a piedi: la città venne infatti dotata, nel sottosuolo, di una rete fognaria molto articolata e fu abbellita, in superficie, da un’illuminazione pubblica senza precedenti nelle altre capitali europee. Un’opera che le vale ancora oggi, spartendone il merito con il suo ruolo culturale durante il periodo dell’Illuminismo, l’appellativo di Ville Lumière.

Gli scopi di tanto attivismo erano, in verità, anche altri. Innanzitutto quello di alzare le rendite immobiliari. Poi quello che Haussmann, prefetto di polizia prima ancora che urbanista, vedeva come uno strumento per mantenere l’ordine pubblico: i grandi viali si prestano meno delle stradine precedenti all’allestimento di barricate (la storia francese insegna…) e favoriscono il rapido spostamento, in caso di emergenze belliche, delle truppe.

Gli spettacolari boulevards segnano anche i confini dei quartieri popolari, dai quali la grande città si distacca così ancora di più: lì e nelle periferie, le banlieue, restano isolate le classi più povere, allora come ancora oggi. Ma questa è un’altra storia.

Per offrire più spazio vitale ai parigini, il barone Haussmann pensò di edificare nuovi edifici, divenuti un’icona della città, tanto che dal nome del loro ideatore vengono chiamati haussmanniani. Questi immobili hanno dei caratteristici tetti in zinco.

E qui arriviamo ai Toit de Paris di Costance Fichet-Schulz. Ogni pezzo è unico e racconta dove sorgeva il tetto da cui è composto: una mappa serigrafata di Parigi ne indica l’indirizzo originale e la data di posa. Sì, anche la data, perché in passato i conciatetti infilavano fogli di giornale tra le lastre di zinco e il telaio in legno: oggi un prezioso indizio per trovare la data di installazione. Infine, ma non meno importante, la sua forma ricorda i tipici tetti di Haussmann.

A chi interessa, informazioni sul sito https://www.toitdeparis.com.

Forse a qualcuno potrà apparire un modo un po’ strano di utilizzare i propri soldi: a seconda del design scelto, il prezzo del proprio frammento di Parigi costa 49, 59 oppure 159 euro. E sono annunciate anche nuove collezioni, dedicate agli arrondissements parigini. Ma sicuramente si tratta di oggetti concreti, testimoni della storia, mentre c’è chi nella Rete vende (e, a vedere i risultati, anche con successo di pubblico) pezzi di Luna o di Marte. Vuoi mettere addormentarsi invece con un pezzo di Parigi che brilla sotto la luce dell’abat-jour sul comodino?

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Stefania Basile
Stefania Basile
Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».
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