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HomeAttualitàInfermieri: «Noi in prima linea ma siamo sotto organico e dimenticati»

Infermieri: «Noi in prima linea ma siamo sotto organico e dimenticati»

Fnopi: «In legge di Bilancio niente per noi. Siamo pochi e sebbene i vaccini funzionino, la pandemia ci colpisce duro: sempre più i positivi»

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Non si può «lasciare l’assistenza sanitaria al caso». È questo il grido d’allarme che lancia Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, che lamenta il mancato inserimento nella legge di Bilancio di provvedimenti, che pure erano stati ipotizzati, a sostegno della categoria. «Se già prima della pandemia – lamenta Fnopi in un comunicato – la carenza di infermieri era di oltre 60mila unità, con la pandemia si è evidenziato un fabbisogno dei nostri professionisti che importanti centri di ricerca, Università e la stessa Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari, quantificano da quasi 80mila a oltre 100mila».

In un solo mese, secondo i dati esposti dalla Federazione nel comunicato, gli operatori sanitari positivi sono aumentato del 117% e di questi l’82% sono infermieri. Si è passati, dice Fnopi, dai 3.684 del 28 novembre agli 8.001 del 28 dicembre, con una media superiore ai 100 al giorno ma con picchi, nell’anno, anche fino a 7-800 di operatori sanitari che hanno contratto il virus in un solo mese.

«Tuttavia – si legge nella nota – la terza dose ha i suoi effetti: nella popolazione generale, infatti, dove non è ancora diffusa capillarmente, la crescita percentuale dei contagi nello stesso periodo è stata del 222%: circa doppia rispetto agli operatori sanitari, che ormai hanno ricevuto quasi tutti la dose booster. I vaccini funzionano, quindi, e sono un’arma essenziale contro la pandemia, grazie alla quale ormai non registriamo da mesi (dall’inizio del 2021) casi gravi o decessi, fermi ai 90 del 2020».

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«Nella manovra di Bilancio però – incalza Fnopi – gli infermieri non compaiono e nessuno si sta curando di dare soluzione nel breve termine a un’assenza determinante non solo per i pazienti Covid, che proprio per le nuove caratteristiche del contagio possono essere in gran parte assistiti a domicilio, ma anche per i non-Covid, che devono necessariamente essere assistiti a casa e che non trovavano già prima gli infermieri necessari a farlo e ora vedono solo un netto peggioramento della loro condizione».

Gli infermieri lamentano il mancato inserimento nel testo della legge di Bilancio, in queste ore all’esame della Camera in attesa dell’approvazione definitiva, di un emendamento che prevedeva «l’immissione in ruolo di un certo numero di infermieri già abilitati alla docenza e che avrebbero consentito, con la giusta programmazione dei posti a bando, di formare secondo parametri di qualità i professionisti necessari per colmare la carenza».

Secondo Fnopi, inoltre, «è necessario dare spazio a misure che consentano ai nostri professionisti di essere sburocratizzati da lacci e lacciuoli che ormai non hanno senso, come il vincolo dell’esclusiva che limita lo spazio di azione di chi già è in servizio, penalizzando e riducendo fortemente l’assistenza ai cittadini. Chiediamo maggiore attenzione dal Governo e siamo disponibili a un confronto immediato e a lavorare insieme per trovare subito le soluzioni necessarie a evitare che la situazione si trasformi in un vero e proprio allarme sociale».

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Stefania Basile
Stefania Basile
Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».
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