Più di un centinaio di persone sottoposte a misure cautelari e oltre una tonnellata di cocaina importata dal Sudamerica sequestrata. Sono i numeri principali della maxioperazione antimafia, sintesi di tre filoni di indagini, condotta in Calabria, Lombardia e Toscana dalle Squadre mobili di Reggio Calabria, Firenze, Milano e Livorno coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) della Direzione anticrimine della Polizia di Stato, nei confronti di presunti esponenti della ‘ndrangheta. Si tratta di gruppi autonomi, ma che avrebbero costruito una sorta di coordinamento per operare in diverse parti del territorio nazionale.
Le persone coinvolte sono presunti appartenenti alla cosca della Piana di Gioia Tauro, attivi anche in Lombardia, Toscana e all’estero. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione.
Diversi i settori, secondo i risultati dell’indagine, che avrebbero visto coinvolti gli indagati in traffici illeciti su scala internazionale. Si va dall’importazione di grandi quantitativi di droga dal Sudamerica al riciclaggio di capitali e alle estorsioni. L’organizzazione delle attività si sarebbe estesa anche alla Svizzera, dove nel Cantone San Gallo sarebbe stata allestita una vera e propria base logistica.
Il filone d’indagine lombardo è stato condotto dalla Polizia insieme alla Guardia di Finanza di Como. L’indagine calabrese prende spunto dallo sviluppo investigativo dell’esame di elementi acquisiti nel corso dell’operazione “Handower”, che nell’aprile scorso ha portato all’arresto di 53 persone, indagate per associazione mafiosa, traffico e cessione di sostanze stupefacenti.