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Taranto muore di inquinamento: «Occorre dare priorità alle persone sui prodotti»

La pediatra Annamaria Moschetti alla “Settimana sociale dei cattolici italiani“: «I bambini sono le prime vittime. Bisogna cambiare modello»

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«Una città sotto assedio, una città malata, una città triste. Perché per 20 chilometri intorno alla città non si può coltivare foraggio e far pascolare. Perché nei giardini pubblici i bambini non possono giocare a causa della contaminazione delle aree; perché quando spira il vento dalla zona industriale la Asl chiede alla popolazione di non aprire le finestre, se non in certi orari. A queste condizioni, il Sindaco si è visto costretto a ordinare la chiusura delle scuole nei quartieri vicino all’impianto industriale, quelli abitati dalle persone a maggior disagio socio-economico e culturale».

È in questo modo che Annamaria Moschetti, pediatra e membro dell’Ordine dei medici tarantino, nota per il suo lungo impegno contro i danni alla salute prodotti dall’impianto siderurgico, descrive la situazione sanitaria di Taranto, intervenendo alla 49a “Settimana sociale dei cattolici italiani”, che si è svolta proprio a Taranto a fine ottobre sul tema “Ambiente, salute, lavoro”

La situazione di emergenza sanitaria della città pugliese è nota da tempo e già negli anni ’70 del secolo scorso si paventavano i rischi per la salute. Inchieste giornalistiche, indagini istituzionali, nonché numerose battaglie civiche non sono bastate, finora, a ottenere interventi risolutivi.

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Moschetti ha ricordato i danni dell’inquinamento ambientale provocati dall’acciaieria tarantina. Gli eccessi di mortalità nei quartieri a ridosso dell’impianto industriale sono causati principalmente da tumori dell’apparato respiratorio e da leucemie infantili. Le analisi – come quella dell’Istituto superiore della sanità – hanno riscontrato la presenza di furano (sostanza potenzialmente cancerogena prodotta dalla lavorazione industriale ad alte temperature) già nel latte materno.

Le sostanze tossiche incidono anche sulla fertilità, creando disturbi al Dna dello sperma maschile e delle ovaie nelle donne. In più, quelle sostanze si sono rivelate anche neurotossiche: nei bambini che vivono nei quartieri limitrofi alla zona industriale è stata rilevata «una riduzione del quoziente intellettivo di circa 10 punti, associata alla presenza di metalli nel sangue». Inoltre, secondo Moschetti, a Taranto sono aumentati sensibilmente anche i casi di depressione, disturbo sul quale l’inquinamento chimico può incidere.

In conclusione, Moschetti lancia alcune proposte: come l’Ordine dei medici ha richiesto pubblicamente, sarebbe urgente non soltanto sospendere immediatamente l’immissione nell’ambiente delle sostanze tossiche ma prevedere valutazioni dell’impatto sanitario delle nuove proposte industriali, secondo una pratica ancora ignorata. Se finora si è data priorità ai “prodotti” rispetto alle persone, è ora il momento di “invertire l’ordine dei valori” e di “investire sul capitale sociale”.

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Salvatore Speranza
Salvatore Speranza
Romano, di formazione epistemologo e teorico della comunicazione. È giornalista e divulgatore scientifico per vari supplementi culturali, scrivendo di matematica, scienze cognitive e naturali, oltre che di comunicazione e di sociologia politica. È presidente regionale Lazio di una storica associazione civica nazionale, per la quale segue prevalentemente i settori ambiente e rifiuti, politiche sociali, relazioni istituzionali e governance.
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