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Morte Papa Francesco: il Giubileo continua; la sicurezza e il cordoglio

Mattarella: «Viene meno un punto di riferimento». Riunito il Comitato provinciale in Prefettura. Santa Sede: «Eventi giubilari continuano»

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(Articolo in aggiornamento)

All’annuncio della morte di Papa Francesco, si sono succedute le dichiarazioni di cordoglio e di commiato. È anche subito scattano il meccanismo di pubblica sicurezza predisposto per Roma dalle Forze dell’ordine in previsione di eventi come questo. La Santa Sede ha annunciato che il Giubileo continuerà, anche se il programma subirà necessariamente delle variazioni.

Tra le prime personalità a esprimere il proprio dispiacere per la scomparsa del Pontefice, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La Questura e la Prefettura di Roma, dal canto loro, hanno attivato il meccanismo di sicurezza che accompagnerà il periodo di sede vacante: primo atto, la riunione del comitato provinciale di sicurezza.

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Nel corso di questa giornata, si stanno susseguendo le dichiarazioni di cordoglio da parte di personalità ed enti. E si delineano gli appuntamenti che porteranno alle esequie e al successivo Conclave, da cui uscirà il nome del successore di Papa Francesco.

«Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato – ha affermato il Capo dello Stato in una nota diffusa dal Quirinale -. La morte di Papa Francesco suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi».

«Il Giubileo, che è stato aperto da Papa Francesco, continua». A precisarlo ai giornalisti è stato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, dopo la comunicazione della sospensione della canonizzazione di Carlo Acutis, a seguito della morte di Papa Francesco. Il 27 aprile, infatti, la canonizzazione è stata sospesa, ma la messa prevista in occasione del Giubileo degli adolescenti resta in programma, così come le altre  celebrazioni e appuntamenti previsti dal calendario giubilare.

(Agenzia SIR)

Con Papa Francesco si riusciva a parlare «con grande semplicità, era come parlare con il proprio parroco. Era una persona con la quale davvero ti sentivi bene, ti sentivi a tuo agio». Lo ha affermato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commossa, in collegamento telefonico con il Tg1. Papa Francesco aveva «una grande personalità – ha aggiunto -. Questo carattere molto forte che però era sempre accompagnato da un straordinario senso dell’umorismo».

«Provo un profondo dolore per la scomparsa di Papa Francesco». Lo scrive, sul suo profilo Facebook, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

«Roma, l’Italia e il mondo piangono un uomo straordinario, un pastore umile e coraggioso che ha saputo parlare al cuore di tutti. Papa Francesco ha segnato un’epoca con il suo esempio di semplicità, il suo infaticabile impegno per la pace, la vicinanza e l’amore per gli ultimi, la cura per il creato. Il suo magistero e il suo esempio resteranno vivi per sempre. Ci stringiamo con affetto alla Chiesa e a tutti coloro che hanno trovato in lui una guida e un punto di riferimento. Roma, la città che ha amato profondamente e in cui è stato “Vescovo tra la gente”, lo ricorderà sempre con immensa gratitudine e con un affetto sincero. Nel nostro cuore resterà la sua voce, il sorriso paziente, la forza quieta delle sue parole. A chi resta, il compito di custodirne l’eredità più preziosa: uno sguardo sul mondo fatto di misericordia, ascolto e tenerezza».

«Con profondo dolore mi unisco al cordoglio della Chiesa e del mondo intero per la scomparsa del Santo Padre – afferma Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio -. Nel mio percorso alla guida della Croce Rossa ho avuto il privilegio di incontrarlo più volte, insieme a migliaia di volontari».

«Anche da Presidente della Regione Lazio – ha detto ancora Rocca – ho avuto l’onore di ricevere i suoi consigli, in particolare sull’organizzazione del Giubileo, un evento a cui teneva profondamente e che oggi ci unisce in un dolore comune. Ricordo con emozione il nostro ultimo incontro: mi disse di non perdere mai il buon umore, nemmeno nei momenti più difficili. Un insegnamento che porterò sempre con me. Oggi più che mai, risuona forte il suo richiamo alla pace e la sua ferma condanna di ogni guerra. Le sue parole restano un monito per le coscienze, un appello a non voltarsi mai dall’altra parte di fronte alla sofferenza degli ultimi e all’ingiustizia. Roma, il Lazio e il mondo perdono un’altissima guida spirituale e morale. Il suo esempio continuerà a indicarci la strada».

Mentre le campane annunciano a Roma e al mondo la morte di Papa Francesco, scattano già le prime misure di sicurezza. Dopo una chiamata tra il Prefetto ed il Questore di Roma, Roberto Massucci, scatta il piano e pattuglie e contingenti delle Forze dell’Ordine confluiscono nell’area di piazza San Pietro per strutturare la prima cornice di sicurezza. Il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha convocato d’urgenza, alle 11.30, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

Le quattro partite di Serie A previste per oggi sono state rinviate in segno di lutto per la morte di Papa Francesco. Lo ha reso noto la Lega calcio. Gli incontri in programma oggi verranno recuperati alle 18.30 di mercoledì, quando è già previsto il derby di semifinale di Coppa Italia Inter-Milan, il cui svolgimento è confermato. I match di oggi da recuperare sono Torino-Udinese, Cagliari-Fiorentina, Genoa-Lazio e Parma-Juventus.

Dopo la comunicazione dell’avvenuto decesso del Papa, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, «questa sera alle ore 20, il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiederà il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma nella bara». Lo comunica il Vaticano.

«È con profonda tristezza che abbiamo ricevuto la notizia della scomparsa da questo mondo di Papa Francesco, venerabile e nota personalità della cristianità contemporanea», scrive il patriarca Daniel, della Chiesa ortodossa romena, in un messaggio di condoglianze rivolto al card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. Il pontificato di Papa Francesco, aggiunge il Patriarca ortodosso romeno, «lascia una profonda impronta nella storia recente della Chiesa romano-cattolica».

Il patriarca Daniel invia condoglianze «a tutta la Chiesa cattolica» e condivide il dolore causato dalla morte di Papa Francesco. Inoltre, il capo della Chiesa ortodossa romena assicura la sua preghiera per il Pontefice defunto: «Preghiamo il Signore Gesù Cristo, che è la Resurrezione e la Vita (cfr. Giovanni 11, 25), di far riposare l’anima di Papa Francesco nella luce, nella pace e nell’amore della Santissima Trinità».

Il Patriarca Daniel ha ricevuto Papa Francesco il 31 maggio 2019 a Bucarest, alla sede del Patriarcato ortodosso romeno e nella nuova cattedrale ortodossa della capitale romena, durante la visita del Pontefice in Romania. In quella occasione, il patriarca ortodosso aveva ringraziato Papa Francesco per i luoghi di culto che la Chiesa cattolica mette a disposizione delle comunità ortodosse romene in vari Paesi, e ha ricordato la vocazione comune dei cristiani «di difendere e promuovere la fede in Cristo e i valori cristiani in un’Europa molto secolarizzata».

(Agenzia SIR)

«Capiremo la sua grandezza in ritardo. Con l’Evangelii gaudium ha avuto un’intuizione enorme, che ancora stiamo metabolizzando». Lo dice al Sir il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo. «Nel convegno ecclesiale di Firenze – ricorda De Palo –, Papa Francesco disse di approfondire questa esortazione apostolica. Io penso che l’Evangelii gaudium abbia fotografato della vera criticità della Chiesa oggi: questa accidia pastorale, questa faccia scura, questo approccio sulla difensiva, invece che giocare all’attacco. Queste sue indicazioni contenute nella Evangelii gaudium le dobbiamo ancora scoprire nel tempo e farle nostre», conclude De Palo.

(Agenzia SIR)

«Porteremo con noi anche quella firma, messa da Papa Francesco a maggio scorso sotto la Carta di Assisi riscritta per i bambini»: lo scrive sul suo profilo Facebook Roberto Natale, consigliere d’amministrazione della Rai. «Perché – continua – “troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio”, come ci ha ricordato nell’ultimo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Contro i troppi che usano “la parola come una lama”, l’impegno deve essere quello di “disarmare la comunicazione”».

Si terrà alle 19.30 a piazza San Pietro un Rosario per Papa Francesco. A guidarlo sarà il cardinale Mauro Gambetti, Vicario generale per la Città del Vaticano e per le ville pontificie di Castel Gandolfo, arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro.

Gambetti, 60 anni, è stato creato cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del 28 novembre 2020: è stata la prima volta dal 1861 che abbia ricevuto la porpora un francescano conventuale. Dal 1º gennaio 2024, dopo la nomina del Pontefice ricevuta il 2 giugno precedente, è giudice della Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano. È stato il cardinale Gambetti, due giorni dopo la morte di Papa Benedetto XVI, a riceverne il 2 gennaio 2023 la salma e a benedirla nella Basilica di San Pietro.

In segno di rispetto e di lutto per la scomparsa del Santo Padre, tutti gli eventi pubblici di Roma Capitale previsti per oggi e domani sono annullati. Lo fa sapere il Campidoglio in una nota.

«Poste Italiane esprime profondo dolore per la morte di Papa Francesco, uomo di pace sempre vicino ai più deboli. Lo ricordiamo per la tenacia e dedizione con cui ha servito la Chiesa anche nella sofferenza. Papa Francesco sarà per sempre un esempio per l’Italia e il mondo intero, cui guardare con profonda gratitudine. Poste Italiane desidera esprimere vicinanza e affetto anche alla famiglia di Poste Vaticane con cui ha avuto il privilegio di condividere iniziative al servizio della comunità cattolica». Lo scrive la società in una nota.

Rosario Santanastasio, presidente nazionale degli Archeoclub d’Italia, ha affermato in una nota: «Papa Francesco ha sempre sottolineato l’importanza del paesaggio, del territorio, della socialità. Le 180 sedi italiane di Archeoclub d’Italia stanno organizzando l’edizione 2025 di Chiese aperte, che sarebbe stata già speciale per il Giubileo, ma ora lo è ancora di più perché dedicheremo una profonda riflessione al messaggio del Papa».

«È stato attivato a vista il Centro per la Gestione della Sicurezza dell’Evento presso la Sala Operativa della Questura di Roma in seguito all’annuncio della scomparsa del Sommo Pontefice». Lo fa sapere con una nota la Questura di Roma.

«Sotto il coordinamento dei servizi di ordine e sicurezza pubblica da parte della Questura capitolina, l’attivazione della task force, insieme ai militari dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, nonché della Polizia di Roma Capitale, assicura in tempo reale un’efficace azione di coordinamento di tutte le risorse in campo», spiega la Questura.

Contestualmente, dopo una prima consultazione tra il Prefetto ed il Questore di Roma, quest’ultimo ha disposto una rimodulazione nel segno dell’intensificazione dei dispositivi di controllo del territorio in tutta l’area orbitante la zona di Piazza San Pietro in cui insiste l’omonima basilica. Già dai primi minuti immediatamente successivi all’annuncio della scomparsa del Santo Padre, infatti, un intenso flusso di fedeli sta interessando le aree urbane prossime ai siti vaticani. 

Oltre al potenziamento del piano di impiego dei contingenti della forza pubblica, pattuglie della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, in aggiunta rispetto alle risorse già impiegate in ossequio al piano di sicurezza varato ed in atto per il Giubileo, hanno moltiplicato gli occhi rivolti ai flussi di fedeli in transito in un’ottica di prevenzione rispetto ai reati predatori, così come rispetto ad ogni ulteriore fattore di rischio fisiologicamente indotto dai luoghi caratterizzati da una elevata concentrazione di pubblico. Tra le forze schierate, anche la Polizia Fluviale per il pattugliamento del Tevere e delle banchine.

Il piano potenziato proseguirà nelle prossime ore senza soluzione di continuità fino alla data in cui sarà calendarizzato il rito funebre, in occasione della cui circostanza scatterà il piano di sicurezza dedicato su cui la Questura di Roma è già al lavoro. Sono in atto iniziative di coordinamento con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza che ispireranno il prosieguo dei servizi dei prossimi giorni anche in ragione delle direttive del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza.

Profondo cordoglio da parte del mondo dell’informazione è stato espresso dal presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, da Alessandra Costante, segretaria generale del sindacato unitario di categoria, la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), dal presidente della Fnsi, Vittorio Di Tratani, e dalla rappresentanza sindacale dei giornalisti della Rai, l’Usigrai.

«Ha saputo parlare alla gente – ha detto il presidente Bartoli – con umanità e consapevolezza, rompendo spesso gli schemi, ha scosso le coscienze intervenendo su temi cruciali, con attenzione approfondita anche sulle questioni legate ai temi dell’informazione, della comunicazione e della libertà di stampa. Papa Francesco ha segnato il suo magistero sempre in favore degli ultimi, dei migranti, dei dimenticati, delle donne vittime di violenza. È intervenuto nella richiesta di un impegno corale della comunità internazionale per tutelare l’ambiente e più volte ha cercato di porre le basi per una vera “fratellanza umana” al di là delle appartenenze culturali e religiose, in un mondo di nuovo squassato dalle guerre: dalla Siria all’Ucraina, da Israele/Gaza all’Africa».

«Con i suoi messaggi in occasione delle Giornate mondiali della comunicazione – ha detto la segretaria Costante – ha sempre esortato i giornalisti a raccontare le periferie del mondo, rispettando la verità e la dignità di tutti gli altri esseri umani. Esortazioni ribadite in occasione del Giubileo della Comunicazione a gennaio scorso: andare per guardare con il cuore e poter scrivere e dire la verità».

«Un Papa per molti aspetti rivoluzionario – ha aggiunto Costante -, Pontefice giunto dall’altra parte del mondo che del mondo del terzo millennio si è fatto interprete a tutto tondo, a cominciare proprio dal sistema dell’informazione e della comunicazione. Celebri i suoi moniti a consumare le suole delle scarpe, a “stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni”, ad “ascoltare con l’orecchio del cuore”, a comprendere la realtà senza pregiudizi per poi spiegarla senza vendere illusioni o paure, ma per “dare ragioni per sperare”».

«Chiedeva sempre, anche in questi giorni, di pregare per lui. Questa, credo, sia l’unica cosa da fare ora: per chi ha fede – qualunque essa sia – pregare; per chi non ha fede, rivolgere a lui un pensiero. Per il resto, ci sarà tempo». Questo è il commento, affidato a un post sul suo profilo Facebook, del presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani.

«Profondo cordoglio per la morte di Papa Francesco» è stato espresso in un comunicato dall’Usigrai, l’Unione sindacale dei giornalisti Rai della Fnsi. «Difendete i posti di lavoro, aveva detto Bergoglio all’Usigrai in occasione dell’incontro nel quarantennale del sindacato dei giornalisti Rai in piazza San Pietro – ricorda il sindacato -. Oggi che il Papa ci ha lasciati il nostro impegno resta quello di tenere fede al suo appello a difendere la dignità dei lavoratori e il diritto al lavoro. La sua azione universale a favore degli ultimi e l’appello alla speranza con cui ha aperto il Giubileo sono un punto di riferimento che supera i confini della fede e investe ciascuno di noi della responsabilità di agire dentro i nostri contesti culturali e professionali per il conseguimento di una giustizia sociale che non lasci indietro chi oggi ha meno diritti o non li ha riconosciuti come essere umano».

«Ieri abbiamo celebrato il giorno della Resurrezione, oggi Dio ha chiamato a sé Papa Francesco. Una connessione significativa tra la celebrazione della vita e dell’amore con la Resurrezione e oggi Papa Francesco è stato chiamato a vedere il viso di Dio. Noi, come chiesa di Gerusalemme, preghiamo per la sua anima».

In un video messaggio diffuso dal Patriarcato latino di Gerusalemme, il patriarca di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, ricorda Papa Francesco, deceduto questa mattina in Vaticano. Nel video Pizzaballa rivela il suo primo incontro con l’allora card. Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, avvenuto poco tempo dopo la sua elezione a custode di Terra Santa e proprio nella capitale argentina durante la visita alla comunità francescana locale. In quell’occasione, ricorda il patriarca di Gerusalemme, «trafelato e un po’ nervoso perché in ritardo, lasciai le chiavi della mia auto, parcheggiata anche un po’ male, ad un sacerdote che era lì nel cortile dell’arcivescovado senza sapere che era lo stesso cardinale Bergoglio che mi aspettava. Compresi subito che era un cardinale ‘fuori dai protocolli’. Nel corso del tempo ho avuto modo di conoscerlo più da vicino, soprattutto in questi ultimi anni e durante questa terribile guerra che stiamo ancora vivendo».

Il card. Pizzaballa ricorda ancora, nel video, «le continue telefonate, non solo su Gaza, per avere informazioni sulla situazione esprimendo la sua preoccupazione e anche la sua solidarietà concreta: quando riceveva offerte speciali dalla gente, donazioni, voleva sempre lasciare qualcosa per la parrocchia di Gaza e la gente del posto».

«In un certo senso, Gaza è stato in qualche maniera uno dei simboli del suo pontificato. È stato sempre vicino ai poveri, contro la guerra, che definiva “una sconfitta”, per il lavoro e per la pace». Altra cifra del pontificato di Papa Francesco, secondo Pizzaballa, è stato «il dialogo tra le diverse religioni e culture».

«Ora – ha concluso – dobbiamo pregare per lui. Sicuramente ora sta pregando per noi, quindi siamo uniti nella preghiera con una serena fiducia e speranza che Dio continui ad accompagnare la vita della Chiesa, che Papa Francesco ha servito per tanti anni». Mercoledì mattina si terrà una messa per Papa Francesco presso la chiesa del Santo Sepolcro, presieduta dal patriarca e dai membri dell’Assemblea degli ordinari cattolici.

(Agenzia SIR)

A seguito dell’annuncio della morte di Papa Francesco, il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), pastore Daniele Garrone, dichiara: «Nell’unirci al cordoglio delle sorelle e dei fratelli cattolici romani, ricordiamo l’impronta del pontificato di Papa Francesco, di lui che diceva di fare il Papa sentendosi parroco, che, fin dagli anni in Argentina, aveva improntato all’amicizia i rapporti con i credenti di altre Chiese, dando così un profilo inedito alle relazioni ecumeniche, in un certo senso recependo il sentire di tanti cristiani».

«Per la nostra Federazione, sono stati particolarmente significativi il suo impegno per la salvaguardia del creato e per l’accoglienza dei rifugiati e dei migranti, a cominciare dalla sua visita a Lampedusa (8 luglio 2013). Nell’udienza concessa a migliaia di rifugiati dei corridoi umanitari nel marzo 2023, aveva sottolineato il carattere ecumenico dei corridoi, definendolo “un bel segno che unisce fratelli e sorelle che condividono la fede in Cristo”. È nella comunione di questa fede che pensiamo a lui».

Numerosi messaggi stanno giungendo dalle Chiese protestanti e da organismi ecumenici.

(Agenzia SIR)

«Papa Francesco ha amato fino alla fine. Quel suo giro con la macchina, per salutare tutti e farsi salutare da tutti, è il gesto di un Papa che non si è mai risparmiato». Lo afferma il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in un messaggio diffuso dopo la morte del Pontefice.

«Si è avvicinato alle persone – aggiunge – perché voleva comunicare a tutti l’amore di Dio per l’umanità concreta, così com’è, senza filtri, senza ipocrisie, coinvolgendo tutti. Creando qualche malumore in chi ha paura, in chi preferisce guardare da lontano, in chi non vuole sentire, come diceva lui, il famoso “odore delle pecore”».

Per Zuppi, «c’è tanta sofferenza per la perdita di una persona così cara, e così cara a tutti, che ha saputo unire tanti uomini e donne, anche con sensibilità diverse, che però si sono sentiti vicini e compresi». E conclude: «È la sua Pasqua. Ci aiuta a capire qual è la forza dell’amore, che in Gesù vince il male della morte, e ci aiuta a guardare con speranza, con fiducia, anche questo passaggio così doloroso per tutti».

(Agenzia SIR)

Il primo Papa latinoamericano è stato un dono per tutta la Chiesa. Lo scrive il Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (Celam), in un messaggio firmato dalla presidenza dell’organismo ecclesiale, a partire dal presidente, il card. Jaime Spengler.

«Ha rinnovato l’impulso missionario, ricordandoci che Dio è misericordia, mettendo al centro coloro che sono nelle periferie, esortandoci a vivere come fratelli, incoraggiandoci ad accogliere tutti, ad essere una Chiesa sinodale e a prenderci cura della casa comune», si legge nella nota. Francesco, secondo il Celam, ha sofferto anche la croce dell’incomprensione e del rifiuto, tuttavia «ci ha dato un esempio di pazienza e di fortezza spirituale, cercando l’unità della Chiesa nella diversità dei carismi e delle prospettive, accogliendo tutti, ma anche assumendo con decisione il suo mandato pastorale universale».

I vescovi latinoamericani ricordano alcuni tratti della sua «immensa eredità»: ha riformato le strutture del Vaticano, è stato un instancabile protagonista della cultura dell’incontro per promuovere il dialogo interreligioso e l’unità dei cristiani, ha promosso politiche di protezione dagli abusi, ha impegnato la Chiesa a favore dei poveri, dei migranti e di coloro che subiscono qualsiasi tipo di sfruttamento. Ha anche aperto spazi di partecipazione per le donne ed è stato vicino ai giovani, ai bambini e agli anziani. Soprattutto, «lo ricorderemo sempre come il Papa della misericordia».

Il Celam ricorda, infine, che il Papa ha visitato il continente in cui è nato otto volte, visitando dieci Paesi, «occasioni in cui ci ha dato messaggi chiari che ci hanno ispirato a essere una Chiesa in uscita e ad avvicinarci alle realtà che oggi colpiscono i nostri popoli per essere una presenza di Cristo che dona vita piena». In quest’ottica, «ci ha incoraggiato a mettere in pratica le conclusioni della Conferenza di Aparecida e a realizzare processi senza precedenti come la prima Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi. Ci ha sempre ascoltato, consigliato, incoraggiato e chiesto di lavorare con passione e di osare. Incoraggiati da lui continueremo a essere pellegrini della speranza».

(Agenzia SIR)

Il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb «piange la scomparsa del suo fratello in umanità», Papa Francesco. Un lungo messaggio pubblicato sul profilo X dell’università egiziana, commemora la scomparsa di Bergoglio «dopo una vita dedicata al servizio dell’umanità, alla difesa degli oppressi e al sostegno del dialogo interreligioso e interculturale».

Secondo il Grande Imam, Francesco è stato «un simbolo eccezionale di umanesimo, che non ha risparmiato sforzi nel difendere la causa della dignità umana». Si ricorda poi come il rapporto tra il centro teologico di Al-Azhar e il Vaticano sia cresciuto notevolmente, a partire dalla partecipazione di Francesco nel 2017 alla Conferenza internazionale per la pace, fino alla firma dello storico documento sulla Fratellanza umana nel 2019. Questo documento fondamentale «non avrebbe potuto essere redatto senza sincera intenzione e perseveranza nonostante le difficoltà».

Di Francesco l’Imam ricorda anche «l’impegno incrollabile nel costruire ponti con Al-Azhar e il mondo musulmano», attraverso le sue visite e le sue «posizioni coraggiose e imparziali, in particolare nel denunciare l’aggressione a Gaza e nell’affrontare la piaga dell’islamofobia».

(Agenzia SIR)

La Conferenza episcopale portoghese ha espresso oggi «profondo sgomento» per la notizia della morte di Papa Francesco, diffondendo un comunicato ai media. «Nei 12 anni del suo ministero pastorale, il Santo Padre ci ha lasciato in eredità una ricchezza di gesti, parole e atteggiamenti, prestando particolare attenzione alle periferie geografiche ed esistenziali, come invito alla conversione permanente della Chiesa, nella sua essenza sinodale e missionaria», si legge ancora nel comunicato dei vescovi portoghesi.

La Cep sottolinea ancora nel testo che l’eredità lasciata da Papa Bergoglio «continuerà a sollecitare un invito al rinnovamento in tutta la Chiesa, in particolare in questo processo sinodale da lui avviato». I vescovi lusitani sottolineano ancora che le diocesi e tutte le comunità cristiane e religiose della penisola iberica «riconoscono la vicinanza e l’affetto che Papa Francesco ha dimostrato nei nostri confronti, espressi in particolare nelle sue visite in occasione del centenario del santuario di Nostra Signora del Rosario di Fatima e della giornata mondiale della Gioventù del 2023 a Lisbona».

«Fino all’ultimo momento Papa Francesco ha proclamato il Vangelo della resurrezione e della pace. La Conferenza episcopale portoghese invita pertanto a promuovere momenti di preghiera personale e comunitaria», aggiunge il comunicato stampa.

(Agenzia SIR)

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Stefania Basile
Stefania Basile
Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».
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