Può non piacere Zelensky. Si può essere in totale disaccordo con tutto ciò che ha fatto negli ultimi anni. Lo si può legittimamente criticare perché sotto la sua presidenza decine di migliaia di suoi cittadini sono stati mandati a morire e perché pare non abbia la minima consapevolezza di non essere stato altro che una mera pedina mossa da altri. Ma il video dell’incontro con Trump e Vance è oggettivamente indegno.
Zelensky è stato volutamente provocato, gli è stato rinfacciato di aver provato a favorire la Harris, lo hanno rimproverato di non mostrare adeguata riconoscenza e gratitudine, poi lo hanno sbeffeggiato, ricattato e insultato. Tutto questo davanti alle telecamere di tutto il mondo.
Oggi ho visto due bulli accanirsi contro il Presidente di un Paese invaso al quale, fino all’altro ieri, veniva garantito strumentalmente cieco e totale supporto. Ognuno è libero di pensarla come vuole, se si esprime in modo civile, ma io in tutto ciò vedo un tradimento totale e una vigliaccheria politica con pochi eguali nel corso della storia recente.
Chi apprezza tutto ciò non si rende conto che l’umiliazione odierna di Zelensky potrà essere anche la nostra, da un momento all’altro, perché questo è l’emblema della superpotenza che sfrutta a piacimento il pesce piccolo e poi se lo divora quando non serve più. È importante essere consapevoli che il mondo attuale è governato da pochissimi uomini ricchissimi che si sentono imperatori onnipotenti e che per contrastarli adeguatamente servirebbero statisti degni di questo nome, non meri burocrati divenuti passacarte asserviti come gli attuali leader europei.
A me sembra che la celebre citazione di Kissinger «essere nemici degli Usa può essere pericoloso, ma esserne amici è fatale» alla luce dell’imbarazzante confronto odierno tra Trump e Zelensky sia più attuale che mai.