di Roberto Valgimigli (*)
Los Angels brucia. Almeno dieci vittime e oltre 200.000 persone evacuate in uno dei disastri ambientali peggiori degli Stati Uniti. Mentre questo sfacelo è ancora in atto, i titoli dei giornali si concentrano quasi esclusivamente sui vips che hanno visto bruciare le loro ville faraoniche.
Tra gli altri, ad esempio, spicca il video girato tra le lacrime dall’attore James Woods. L’uomo certamente sa come suscitare commozione generale ad una platea che, solidale con il miliardario che si dispera perché “un giorno nuoti in piscina e il giorno dopo è tutto sparito”, rimane molto più distaccata da migliaia di bambini ammazzati da qualche altra parte, magari pure bruciati vivi nelle tende in cui cercano di sopravvivere.
I social, che come tutti sappiamo hanno centomila difetti e un milione di controindicazioni, godono però di buona memoria. Ecco allora che sbuca fuori un post dell’attore di “C’era una volta in America” mentre auspicava “nessun cessate il fuoco, nessun compromesso, nessun perdono” e, anzi, di “ammazzarli tutti”.
Sul web fare la voce grossa è molto facile, così come auspicare che tutti gli altri vengano ammazzati senza pietà, però poi la propria piscina personale va in fiamme e, all’improvviso, ci si scopre fragili come bambini.
Nella società che abbiamo reso possibile ci sono tanti cosiddetti “vips” che vivono totalmente scollegati dalla realtà, immersi nel lusso più sfrenato e mantenendo tenori di vita insostenibili per il pianeta e imbarazzanti se confrontati con quelli di miliardi di altri esseri umani; “vips” silenti contro le tante ingiustizie, disinteressati a quanto succede appena fuori dal proprio naso e completamente asserviti al potere che, in cambio, permette loro ogni privilegio.
Certo, ci sono eccezioni, ma rappresentano un’esigua minoranza.
La stragrande maggioranza di questi sedicenti “vips”, invece di cercare di smuovere le coscienze con la propria enorme visibilità, si limita a piangere per la propria piscina, se e quando malauguratamente incappa nel destino beffardo.
Ma chi merita la solidarietà di questa pagina sono ben altri esseri umani. E sono tantissimi, anche a Los Angeles.
(*) Fondatore della pagina Facebook Occhi di un mondo altro