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Faccio da solo, grazie

Per impedire che migliaia d'imprenditori si uniscano ai 5,6 milioni di poveri già esistenti dovevano essere varati provvedimenti a carattere economico e non sanitario. Su questo anche l'informazione ha le sue colpe, per aver continuato a dipingere partite Iva, piccoli ristoratori e commercianti tutti indistintamente come evasori fiscali

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Continuerò a camminare ad almeno due metri da chi incontro nonostante il clima da “liberi tutti” che il pressing della Lega sul governo sembra aver imposto al governo Draghi sulle riaperture. E lo farò in continuità con tutte le informazioni che lo stesso governo, con Conte prima e con Draghi poi, ha provveduto e provvede a fornire a quei cittadini che come me, grazie a quelle informazioni, ritengono ancora alto il pericolo di contrarre l’infezione da Covid.

Con circa 400 morti al giorno e un processo di vaccinazioni che procede a rilento, nel caos sarebbe più esatto, non sono certo venute meno le raccomandazioni alla sicurezza con cui abbiamo convissuto negli 14 mesi. Intendiamoci, gli incredibili ritardi sulle vaccinazioni non sono imputabili soltanto al governo, la sete di guadagni delle case farmaceutiche che producono i sieri ha creato problemi nell’intera Unione Europea.

La scelta di riaprire il Paese, «un rischio ragionato» lo ha definito il premier, è una scelta politica e non sanitaria e per questo è a mio avviso profondamente sbagliata. Se a spingere in questa direzione fosse stato il Pd o i 5 Stelle o FdI il mio pensiero e quello di milioni di italiani “prudenti” non cambierebbe di una virgola perché il faro dei cittadini è la salute non il consenso politico. Arrivare tutti insieme vivi a fine pandemia e possibilmente continuando a mettere insieme tre pasti caldi al giorno per vivere anche dopo la pandemia, questo dovrebbe essere l’obiettivo di tutti.

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A chi si rivolge allora Mario Draghi quando, presentando le riaperture dl prossimo 26 aprile, afferma di essere colpito dal disagio nel Paese? Non parla del disagio dei 5,6 milioni d’italiani, erano un milione di meno prima del Covid, che secondo gli ultimi dati Istat vivono al di sotto della soglia di povertà. Si riferisce a quegli imprenditori piccoli e medi messi in ginocchio dalla chiusura dei loro esercizi.

Per impedire però che quelle migliaia d’imprenditori si uniscano ai 5,6 milioni di poveri già esistenti dovevano essere varati provvedimenti a carattere economico e non sanitario. Su questo anche l’informazione ha le sue colpe, per aver continuato a dipingere partite Iva, piccoli ristoratori e commercianti tutti indistintamente come evasori fiscali, ricconi con un paio di suv a famiglia, belve affamate di soldi.

Si tratta nella maggior parte dei casi di persone con un solo locale da gestire come fonte di reddito, che a fine mese mettono, mettevano, in tasca poco più di uno stipendio e in questi mesi hanno dovuto continuare a sostenere spese senza nessuna entrata. Se i governi Conte e Draghi avessero tamponato da subito le loro perdite oggi non avremmo questa massa critica di pressione sulla politica, la gestione dei ristori come mancette ha mostrato come strategia politica un fiato molto corto.

Il virus intanto non si cura di me, di voi e dei politici e continua a fare il suo sporco lavoro nel mondo uccidendo milioni di persone. Chi non vuole vedere questo e sfrutta la particolare situazione psicologica in cui ci troviamo a causa dell’isolamento da lockdown per portare acqua al proprio mulino, va considerato come la massima espressione dell’irresponsabilità che sembra dominare negli ultimi anni il ceto politico. I cittadini sono sotto l’attacco costante dei limiti della politica: c’è confusione sulle categorie da vaccinare con regole diverse a seconda della regione in cui ci si trova; con alcuni vaccini si sono registrati casi di trombosi; i Pronto soccorso e le terapie intensive lavorano ancora a pieno ritmo.

Insomma, se il governo nonostante i dati scientifici evidenti non mi protegge sono costretto a fare da solo. Fin quando il piano di vaccinazioni non sarà completato indosserò ancora la mascherina ed eviterò il più possibile luoghi pubblici. Ciò che dispiace è che una persona seria come Draghi sia cascata nella trappola di affrontare la crisi in maniera politica e non sanitaria.

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Gianluca Cicinelli
Gianluca Cicinelli
È stato a lungo direttore dell’informazione di Radio Città Futura di Roma. Ha collaborato con quotidiani e periodici nazionali e si occupa principalmente d’inchieste sulle zone d’ombra tra servizi segreti, criminalità organizzata e istituzioni. Ha pubblicato due libri sul rapimento di Davide Cervia. Propone spesso corsi di formazione giornalistica popolare. Ha realizzato la video inchiesta “Coperti a Destra” sulla strage di via Fani del 16 marzo 1978. Attualmente collabora con la Lumsa di Roma.
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