Si tuffano nelle acque del lago Albano di Castel Gandolfo e non riemergono. I loro corpi vengono ripescati, ormai purtroppo privi di vita, dopo alcune ore di ricerche da parte dei sommozzatori e delle forze dell’ordine dei comandi dei Castelli Romani intervenuti sul posto, meta abituale del turismo domenicale, in particolar modo nel periodo estivo.
L’incidente è successo questo pomeriggio poco prima delle 16. Due ragazzi ventenni, dopo aver fatto un giro in monopattino sul lungolago, sono scomparsi dopo un tuffo da un pedalò che avevano affittato in uno degli stabilimenti balneari. A dare l’allarme un coetaneo loro amico che era con loro: non vedendoli riemergere ha allertato i soccorsi, subito intervenuti.
Le squadre di sommozzatori hanno cercato per alcune ore i ragazzi, originari del Burkina Faso come l’amico che era con loro, ospiti di un centro di accoglienza che si trova ai Castelli Romani. In serata il ritrovamento dei corpi da parte dei sommozzatori dei Vigili del fuoco: le ennesime vittime di un lago che non ammette distrazioni e si rivela ancora una volta insidioso per correnti e mulinelli, se non si è adeguatamente preparati per immergersi nelle zone dove l’acqua è più alta.
Secondo la prima ricostruzione dei fatti da parte delle forze dell’ordine, sembrerebbe che uno dei giovani si sia tuffato al largo. Poiché gli altri due non l’hanno visto riemergere, uno di loro si è tuffato a sua volta per aiutarlo, ma molto probabilmente è stato anche lui, come l’amico, trascinato sul fondo dalla forza di qualche mulinello; così il terzo non si è fidato di tuffarsi a sua volta ed ha dato subito l’allarme.
Un tragico copione che purtroppo al lago di Castel Gandolfo si è ripetuto più volte nel corso degli anni: troppe le persone che, attratte dalla suggestione del luogo, si avventurano al largo per una nuotata, resa però insidiosa dalla natura vulcanica del lago, che favorisce la creazione di forti correnti discensionali.