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L’Eurovision song contest e la “fine dell’innocenza” delle gare canore

Nell'evento musicale più seguito al mondo, a tenere banco sono le polemiche su testi cambiati per motivi politici e partecipazione di Israele

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Tra i finalisti all’Eurovision song contest c’è anche Israele, e molti non sono contenti. L’annuale evento che riunisce cantanti provenienti da svariati paesi europei (e non) quest’anno è stato caratterizzato da diverse critiche fin dall’annuncio dei partecipanti in gara, quando è stata resa nota la partecipazione di Israele. Tali critiche si sono intensificate dal momento in cui Eden Golan, la cantante che rappresenta quel paese nell’edizione di quest’anno con la canzone Hurricane, si è qualificata come finalista, nella gara decisiva che si svolgerà questa sera, dopo aver superato le selezioni della semifinale.

La maggior parte di coloro che protestano contro la partecipazione di Israele richiama l’edizione di due anni fa, dalla quale venne squalificata, e lo è tuttora, la Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina. Per molti, logicamente, anche Israele dovrebbe essere stato escluso dall’Eurovision visto quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza ormai da mesi, in una guerra che ad ora ha causato la morte di più di 35mila palestinesi.

Proprio per questo, giovedì a Malmö, la città svedese in cui si tiene questa edizione dell’Eurovision, l’evento musicale più seguito al mondo, è stata organizzata una manifestazione di protesta in sostegno della Palestina. Secondo le autorità svedesi, migliaia di persone hanno partecipato, con alcuni manifestanti che hanno esibito uno slogan ribattezzando il concorso “Genocide song contest”.

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La partecipazione di Israele all’Eurovision era stata difesa dalla European broadcasting union, l’ente organizzatore, sostenendo che l’evento sia di natura apolitica. Proprio per questo motivo, bandiere o simboli palestinesi durante l’evento non sono tecnicamente ammessi, e all’artista che rappresenta l’Irlanda, Bambie Thug, è stato richiesto di modificare parte del proprio trucco in cui vi erano rimandi alla causa palestinese.

Anche la canzone portata in gara dalla stessa Eden Golan era stata modificata prima della competizione per rispettare le regole di neutralità politica dell’evento. Il titolo originale era infatti October rain, ovvero Pioggia d’ottobre, con una chiara allusione all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Così come alcuni versi del brano, in cui venivano citati dei “fiori,” parola che nel gergo dell’esercito israeliano è utilizzata per descrivere i soldati uccisi dall’inizio della guerra.

Ad ogni modo, la finale di questa sera, dal risultato ancora incerto, si svolgerà in un clima di tensione, tra ulteriori manifestazioni attese per oggi a Malmö e molti che online stanno difendendo Eden Golan, definendola coraggiosa e cercando di sottolineare una distinzione tra l’artista e le azioni intraprese dal paese che rappresenta in gara.

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Emanuele Gualandri
Emanuele Gualandri
Laureato in Politica e Diritto internazionale all'Università Statale di Milano. Ha lavorato su Milano come videogiornalista occupandosi di casi di cronaca locale e nazionale nonché politica e movimenti sociali. Ha realizzato analisi sotto forma di video-approfondimenti su YouTube per la pagina di informazione “inBreve”, attirando migliaia di visitatori. Al momento si trova a Bruxelles per conseguire un master in giornalismo e media alla Vub (Vrije Universiteit Brussel).
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